SERVIZI & SERVIZIETTI – LO SPOILS SYSTEM DI GIORGIA MELONI SI ALLARGA ANCHE ALL’INTELLIGENCE? ELISABETTA BELLONI NON SI È ANCORA DATA PER VINTA. È DONNA, È STATA NOMINATA DA DRAGHI E IL SUO INCARICO NON È IN SCADENZA: LA DUCETTA PER ORA SEMBRA CONVINTA A LASCIARLA A CAPO DEL DIS. IN ALTERNATIVA POTREBBE ARRIVARE IL COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA GIUSEPPE ZAFARANA – DI SICURO RIMANE SALDO ALL’AISE CARAVELLI, MENTRE PARENTE POTREBBE LASCIARE L’AISI AL VICE, VITTORIO PISANI – LE PARTITE INCROCIATE DI ENI E LEONARDO (IN PISTA ETTORE SEQUI E LORENZO MARIANI)

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elisabetta belloni foto di bacco (4)

Federico Capurso per “La Stampa”

 

Il riordino del comparto di intelligence rappresenta l'ultimo passo di quella «transizione dolce» voluta da Giorgia Meloni nel passaggio di consegne con Mario Draghi. I suoi uomini più fidati assicurano «aggiustamenti mirati», e questo potrebbe soprattutto far cadere gli interrogativi che fino a qualche tempo fa poggiavano sul nome di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis, dove coordina le attività dei servizi segreti.

 

GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO

C'è da tenere a bada gli appetiti di un partito che, lontano dai vertici, si muove in questo mondo ancora con una certa diffidenza, spesso accompagnata da una facile etichettatura politica («Belloni è gentiloniana»), ma a palazzo Chigi si fanno ragionamenti diversi.

 

La direttrice del Dis è stata nominata da Draghi, non è in scadenza e sarebbe innanzitutto difficile trovare una differente collocazione. Si era ipotizzata la presidenza dell'Eni, ma c'è chi, intorno alla premier, ha sussurrato che all'esterno verrebbe dato un segnale di vicinanza troppo forte tra i servizi e il cane a sei zampe.

 

DRAGHI MELONI

Belloni è poi una donna in un ruolo apicale, una delle poche; per di più appoggiata dalla stessa Meloni nella corsa al Colle poco meno di un anno fa, prima che Matteo Renzi la facesse naufragare.

 

Il nome forte, se Meloni dovesse tornare sui suoi passi e decidere di abbandonare la «dolcezza» della transizione, è quello di Giuseppe Zafarana, comandante generale della guardia di finanza. È uno spiraglio ancora aperto, ma se non dovesse farcela, difficilmente ripiegherebbe sulla direzione dell'Aise, l'agenzia per la sicurezza esterna.

 

Zafarana

Non solo perché verrebbe interpretata come una diminutio, ma anche e soprattutto perché nessuno in FdI sta pensando di cambiare in corsa l'attuale direttore Giovanni Caravelli, generale dell'esercito tra i maggiori esperti della questione libica. In alternativa, per Zafarana, si sta quindi pensando alla presidenza dell'Eni, dove si innesterebbe con più fluidità negli equilibri interni all'azienda.

 

caravelli

Ruolo, questo, conteso però dal direttore generale della Farnesina Ettore Sequi, per il quale si starebbe prospettando anche un'altra possibilità: la presidenza di Leonardo, se non venisse riconfermato Luciano Carta. È il solito difficile gioco ad incastri. E sempre a Leonardo, ma nel ruolo di amministratore delegato, viene dato quasi per certo l'arrivo di Lorenzo Mariani, attuale ad di Mbda, una controllata di Leonardo, considerato molto vicino al ministro della Difesa Guido Crosetto.

 

ettore francesco sequi foto di bacco

È invece destinato a lasciare la direzione dell'Aisi, l'agenzia per la sicurezza interna, il generale Mario Parente. Al suo posto Matteo Salvini e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi vorrebbero Vittorio Pisani, attuale vicedirettore. Nei corridoi di piazza Dante sono sicuri: sarà lui. Ma restano vive altre due candidature, seppur staccate.

 

 Quella di Bruno Valensise, vicedirettore del Dis che vanta ottimi rapporti con Meloni e che mantiene qualche chance anche per l'eventuale successione di Belloni. E quella del prefetto Alessandra Guidi, sulla quale pesano però i legami con l'ex delegato ai servizi Franco Gabrielli. Per gli uomini di FdI «uno troppo legato al Pd».

vittorio pisani
mario parente foto di bacco
franco gabrielli foto mezzelani gmt140