SI LEGGE “IUS SOLI”, SI PRONUNCIA PALAZZO CHIGI – DELRIO CI PUNTA E PER CONQUISTARLO MANDA A QUEL PAESE LA BOSCHI CHE HA ABBANDONATO IL TEMA DELLA CITTADINANZA AI BAMBINI IMMIGRATI. E DI COLPO DIVENTA L’INTERLOCUTORE DELLA CHIESA E DI BERSANI – LA CEI: “UNIONI GAY SÌ E CITTADINANZA NO?"

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Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

delrio prodi

Mettere un punto, fermare la spirale del dibattito sullo ius soli. Con questo obiettivo, condiviso da Matteo Renzi, Maria Elena Boschi aveva chiuso la porta, mercoledì sera, dicendo in pratica che se ne occuperà il prossimo Parlamento. Ma ieri Graziano Delrio ha riaperto: «Siamo ancora in tempo. Non arrendiamoci all' inverno prima di avere combattuto. È una battaglia non di un gruppo politico, ma di civiltà». Ed è questa la posizione di Palazzo Chigi.

BOSCHI VACANZE 2017

 

Il segretario del Pd non ha smesso di difendere la legge, vorrebbe però che non si alimentasse una polemica quotidiana sul tema, che nell' attesa del momento giusto, è destinata a ritorcersi solo contro il Partito democratico. «Perché è un paradosso - dice ai suoi collaboratori - che si dia la colpa del ritardo al Pd. Noi siamo quelli che hanno proposto la norma, qualche mese fa ho spinto perché fosse mandata in aula. Non siamo noi a frenare».

 

IUS SOLI

Quindi le parole di Delrio servono a confermare una volontà precisa, ma i botta e risposta non possono diventare una costante. «Penso che i partiti non devono dare ordini, perché è un voto sui diritti. I 5 stelle vogliono astenersi, ma come fai ad astenerti sui diritti? Io mi appello alla coscienza di tutti», ha detto il ministro dei Trasporti Delrio cercando voti dove si può.

 

delrio e famiglia

È il segno di una non rinuncia, una smentita della posizione "realista" di Boschi. Paolo Gentiloni non ha abbandonato il dossier e le parole della sottosegretaria non hanno lasciato un grande segno a Palazzo Chigi. Dove si sa bene che l' ex ministra delle Riforme è la più attendibile portavoce di Renzi nel governo, ma allo stesso tempo è chiaro che il leader del partito, a ragione, non può accettare di tenere vivo il tema tutti i giorni senza sapere come andrà a finire.

 

Luigi Zanda lavora sotto traccia. Anche a lui, chiamato a rimediare i sì nella maggioranza di governo, piace poco il gioco delle dichiarazioni quotidiane. «Possiamo farcela solo operando in silenzio», dice. «In queste settimane bisogna continuare a spiegare che lo ius soli non c' entra con gli sbarchi e con la clandestinità», aggiunge Delrio, «non facciamo in modo che la voce di una minoranza copra il buonsenso e il pensiero di tanti».

mons galantino

 

Salirà, nei prossimi giorni, il pressing della Chiesa. E difficilmente i centristi potranno trovare un varco nel Vaticano, una copertura alle loro posizioni. Da Papa Francesco alla conferenza episcopale ai giornali di area, il sostegno alla legge è compatto, senza sbavature. Un problema non da poco per il ministro degli Esteri, per Beatrice Lorenzin e per il neocoordinatore Maurizio Lupi (ieri su Avvenire ha corretto la linea della chiusura definitiva) che al mondo cattolico fanno riferimento riconoscendone la scala di valori. I toni si alzano.

 

Come quelli usati ieri da monsignor Galantino. «Si è accelerato sui diritti delle persone dello stesso sesso, non si è voluto farlo su quelli degli italiani mantenuti senza cittadinanza», ha detto ieri il segretario della Cei. Messaggio chiaramente rivolto ad Angelino Alfano che diede il via libera alle unioni gay e oggi sbarra la strada allo ius soli.

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Nelle contraddizioni di Ap si infila anche Piero Grasso. «Mi meraviglia - ha osservato il presidente del Senato - che si dica no a una legge che si ritiene giusta. Mi sembra che si punti di più a una valutazione di ordine elettorale che alla giustezza della legge ». Ma le parole di Grasso fanno anche parte del lavoro ai fianchi della sinistra rispetto al Pd. Perchè se la legge non va in porto sarà materia della campagna elettorale.