SI SALVINI CHI PUO’ – IL LEADER LEGHISTA VS TONINELLI, IL GOVERNO SI SPACCA SUI 66 MIGRANTI A BORDO DELLA NAVE DELLA GUARDIA COSTIERA INTERVENUTA DOPO L’SOS DEL RIMORCHIATORE CHE LI AVEVA SALVATI IN MARE - IL VIMINALE: NIENTE PORTI – IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE: È TUTTO CHIARITO, LA NAVE ARRIVERÀ IN ITALIA NELLE PROSSIME 10-15 ORE”. MA...
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(ANSA) Non si è ancora sbloccata la situazione per la nave Diciotti della Guardia costiera che ha a bordo 67 migranti recuperati dal rimorchiatore Vos Thalassa su un barchino che stava affondando nei pressi delle piattaforme petrolifere offshore di fronte alle coste libiche. La Diciotti, che nella notte ha proseguito la navigazione verso nord, non ha al momento ricevuto l'indicazione del porto di sbarco dal Viminale per l'opposizione del ministro dell'interno Matteo Salvini.
1. IL GOVERNO SI SPACCA
Valentina Errante per il Messaggero
La frattura quotidiana nel governo si consuma ancora una volta sulla gestione dei migranti: Lega versus Cinquestelle alla vigilia del vertice europeo di Innsbruck. L' ultima scintilla tra il vicepremier e ministro dell' Interno Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si è accesa ieri notte, quando il responsabile di porti e Guardia costiera, ha autorizzato, per motivi di ordine pubblico, il trasbordo di 66 migranti dalla nave Vos Thalassa, che li aveva soccorsi in acque libiche ed era stata inibita all' attracco nei porti, a quella della Guardia Costiera Diciotti. I migranti minacciavano l' equipaggio.
Un vertice pomeridiano non scioglie il nodo: la nave della Guardia costiera rimane a mare ancora in attesa dell' indicazione, da parte del Viminale, di un porto in cui attraccare. Per sottolineare la propria ira, il leader leghista, che in mattinata si era rivolto al presidente del consiglio Giuseppe Conte e all' altro vicepremier Luigi Di Maio parlando di un «problema politico», sceglie di attendere. La linea di Salvini è chiara: poco convinto che sussistessero effettivamente ragioni di ordine pubblico a motivare l' intervento della navi della Guardia costiera e che toccasse alla Guardia costiera libica intervenire, decide per l' attesa, smentendo Toninelli che, dopo l' incontro, assicurava: l' indicazione di un porto arriverà entro poche ore.
Questa mattina sarà il premier Giuseppe Conte, prima di partire per il vertice Nato di Bruxelles, a incontrare Salvini. Un faccia a faccia per tentare di trovare una linea comune, prima della riunione di Innsbruck, dove nel pomeriggio è previsto il primo incontro tra ministri dell' Interno europei sui migranti. Sarà anche l' occasione per smorzare gli effetti dello scontro di ieri.
LA RIUNIONE Al leader leghista non è andata giù la decisione di Toninelli di autorizzare il trasbordo. E non è un caso che alla riunione, convocata ieri pomeriggio da Conte a Palazzo Chigi, Salvini non abbia partecipato, inviando il suo capo di Gabinetto. E se, al termine dell' incontro Toninelli getta acqua sul fuoco: «È tutto chiarito la Diciotti arriverà in Italia nelle prossime 10-15 ore», .la versione del Viminale è opposta: una nota viene appositamente diffusa per puntualizzare che il porto di arrivo non è stato ancora stabilito.
«Non vedo perché - ribadisce Salvini - una nave italiana debba entrare in acque libiche quando ci sono i libici pronti ad intervenire. Andrò fino in fondo, se qualcun scenderà lo farà per andare in galera». Alla fine la nave della Guardia Costiera sbarcherà in Italia, ma il Viminale sceglie di prendere le distanze, per evidenziare pubblicamente la propria irritazione e ribadire che la navi italiane non possono sostituire la Guardia costiera libica. Anche Conte prova a smorzare i toni e ostenta tranquillità sulla linea comune. Ma la frattura resta aperta.
LA MEDIAZIONE Da palazzo Chigi si tenta a far passare lo scontro come normale dialettica politica: è parte della natura della coalizione di questo governo una sorta di divisione dei ruoli. Nella squadra - è il ragionamento del presidente del Consiglio - ci sono anche leader politici che puntano a forzare, pur di ottenere i propri punti programmatici. E nello stesso tempo ci sono ministri competenti che avranno il ruolo di puntualizzare le dichiarazioni dei due vicepremier.
Di fatto il contesto è anomalo e il premier è chiamato, oggi come in futuro, a mediare continuamente. Le stesse fonti assicurano che sul tema dei migranti l' Italia ha in ogni caso una posizione ferma. E il Viminale, in serata, fa sapere che alla riunione è «passata la linea della fermezza che non è solo quella di Salvini, ma quella comune di tutto il governo. È la linea che porterò a Innsbruck». Alla riunione di ieri il premier ha messo a punto la fase attuativa della strategia già emersa nelle conclusioni dell' ultimo Consiglio Ue e illustrato la strategia operativa su come andare avanti con una programmazione per risolvere il problema migranti.
3. HANNO ACCERCHIATO L'UFFICIALE
Val.Err. per il Messaggero
«Siamo seriamente preoccupati per l' incolumità del nostro equipaggio e della nostra nave battente bandiera italiana. Il Vos Thalassa ha salvato la vita di 66 persone circa 24 ore fa e non ha ricevuto ancora nessuna assistenza». Così alle 17,36 di lunedì la Guardia costiera riceveva la prima richiesta di aiuto da parte dell' equipaggio del rimorchiatore italiano che aveva soccorso i migranti in acque libiche. A bordo 58 uomini, tre donne e sei minori incrociati su un barchino che stava affondando al largo di Zewarah.
Dopo il salvataggio, all' avvicinarsi di una motovedetta libica, che reclamava i migranti, la tensione era salita. La corrispondenza andrà avanti fino a notte, quando arriverà la nave Diciotti della Guardia costiera.
L' equipaggio del rimorchiatore chiedeva di fatto un coordinamento tra Guardia costiera italiana e libica e un supporto per il trasbordo, perché i profughi non avevano nessuna intenzione di tornare in Libia.
«Stavano mettendo in pericolo di vita l' equipaggio», ha commentato Toninelli che si dice orgoglioso dell' intervento italiano ma annuncia punizioni per i facinorosi, individuati in un ghanese e un sudanese: «ne risponderanno, senza sconti, di fronte alla giustizia».
LA PAURA «Pochi minuti fa - si legge ancora nel primo messaggio - è arrivata una motovedetta libica incaricata di prendere i 66 migranti e riportarli probabilmente in Libia. È evidente che appena i migranti se ne renderanno conto, reagiranno in malo modo e faranno di tutto per essere trasbordati.
Apprendiamo che la nave Diciotti è a circa 45 miglia nautiche, vi chiediamo per questo di coordinarvi con la Guardia costiera libica e ritardare il trasferimento dei migranti al fine di consentire alla Diciotti di arrivare nel field. Le operazioni di trasbordo potranno poi avvenire con maggiore sicurezza alla presenza della Diciotti, che potrebbe così intervenire prontamente in caso di necessità». Sono ancora le 17,36 quando il comandante scrive: «Non possiamo permetterci di mettere a repentaglio la vita del nostro equipaggio che ha il diritto sacrosanto di tornare a casa dalle proprie famiglie». Alle 00,31 la situazione è pesante: «...è iniziato uno stato d' agitazione, i migranti in gran numero si dirigevano verso il marinaio di guardia..immediatamente il primo ufficiale accorreva in coperta, trovando una situazione che andava man mano peggiorando. I migranti hanno accerchiato a questo punto l' ufficiale chiedendo spiegazioni e manifestando un forte disappunto, spintonandolo e minacciandolo..le loro richieste risultano chiare: a un possibile intervento libico ci sarebbe stata una reazione certo non pacifica».