1. SIETE PRONTI A PASSARE UN INVERNO AL GELO? L’ITALIA HA CONGELATO I BENI ITALIANI DI ARKADIJ ROMANOVICH ROTENBERG, L’OLIGARCA RUSSO GRANDE AMICO DI JUDO DI PUTIN 2. SIGILLI A VILLE E APPARTAMENTI IN SARDEGNA, ALTRI IMMOBILI NEL LAZIO, QUOTE SOCIETARIE, CONTI CORRENTI E UN LUSSUOSO ALBERGO A ROMA, IN VIA VENETO: IN TUTTO FANNO 30 MILIONI DI EURO DI BENI ACQUISTATI ATTRAVERSO LE AZIENDE CHE POSSIEDE ALL’ESTERO 3. UN COLPO DURISSIMO. LO ZAR PUTIN AVEVA AVVERTITO: “SE USA E UE INSISTERANNO CON LE SANZIONI IN RELAZIONE ALLA CRISI UCRAINA, LA RUSSIA DOVRÀ RIVEDERE LA PRESENZA DELLE AZIENDE AMERICANE ED EUROPEE NEI SETTORI STRATEGICI” IN PARTICOLARE DELL’ENERGIA 4. AI FRATELLI ROTENBERG VIENE ATTRIBUITA UNA FORTUNA DI 5,5 MILIARDI DI DOLLARI. ENTRAMBI HANNO LEGAMI CON LA DYNAMO DI MOSCA (CALCIO E HOCKEY). DA SEMPRE ASSAI VICINI AI SERVIZI SEGRETI, POSSIEDONO DUE ENORMI CASTELLI GEMELLI ALLE PORTE DI MOSCA
1. CONGELATI I BENI ITALIANI DELL’OLIGARCA RUSSO AMICO DI JUDO DI PUTIN
Fiorenza Sarzanini per “il Corriere della Sera”
Nella «black list» compilata dalle autorità degli Stati Uniti sui soggetti da sanzionare è al quinto posto. Perché Arkadij Romanovich Rotenberg, 63 anni, è il compagno di judo di Vladimir Putin, ma soprattutto è l’imprenditore che si è aggiudicato numerosi appalti per le Olimpiadi invernali di Sochi dello scorso febbraio. E dunque nei suoi confronti è scattato il «congelamento dei beni», misura prevista dall’Unione Europea contro i «fedelissimi» del presidente russo dopo la guerra scatenata in Ucraina.
In Italia è la prima volta che accade. Sigilli sono stati messi a ville e appartamenti in Sardegna, altri immobili nel Lazio, quote societarie, conti correnti bancari e un lussuoso albergo a Roma, a due passi da via Veneto. L’operazione del Nucleo valutario della Guardia di Finanza è scattata ieri mattina.
Gli specialisti guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno eseguito il provvedimento — così come stabilito dalla procedura prevista in caso di «misure previste per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l’attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale» — notificandolo allo stesso Rotenberg anche per quanto riguarda le sue società: la «Olpon Investment Limited» che ha sede a Cipro e la «Aurora 31» che possiede l’hotel “Berg Luxury” nella capitale.
L’elenco degli immobili «sigillati» comprende un appartamento a Cagliari, una villa a Villasimius, una villa a Tarquinia, due ville ad Arzachena, l’albergo in pieno centro di Roma. In tutto fanno 30 milioni di euro di beni che l’imprenditore russo risulta aver acquistato attraverso le aziende che possiede all’estero.
È un colpo durissimo che certamente non mancherà di sollevare polemiche visto che alla fine di agosto, pochi giorni prima che i presidenti della Commissione europea, José Manuel Barroso, e del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy rendessero nota la decisione di nuove sanzioni, lo stesso Putin aveva dichiarato: «Se Usa e Ue insisteranno con le sanzioni in relazione alla crisi ucraina, la Russia dovrà rivedere la presenza delle aziende americane ed europee nei settori strategici» della sua economia e in particolare dell’energia.
La minaccia non ha fermato la Ue visto che il 6 settembre scorso proprio Barroso ha annunciato la scelta di «estendere la lista dei cittadini russi che andranno incontro al congelamento dei beni in Europa e al divieto di viaggio, tra cui la nuova leadership a Donbass, il governo di Crimea, oligarchi e altre figure di rilievo».
E proprio tra queste figure di rilievo c’è Rotenberg, ma non solo. Nell’aprile scorso analoga misura era stata infatti presa nei confronti di Oleksii Mykolayovych Azarov, figlio dell’ex primo ministro ucraino, risultato titolare di una società con sede a Milano che gestisce una villa con annessi terreni sempre in Sardegna, esattamente nel golfo di Marinella a Olbia, altri immobili nella zona, oltre a numerosi conti correnti bancari, azioni, titoli e partecipazioni societarie.
I provvedimenti hanno valore retroattivo e, come viene specificato nel decreto notificato dagli investigatori del Nucleo valutario, sono efficaci a partire dal 30 luglio scorso, come prevede il Regolamento sul congelamento dei beni e «comporta la indisponibilità da parte del titolare».
L’obiettivo è chiaro, indicato nello stesso accordo stipulato in sede di Unione che fa proprie le linee imposte prima dagli Stati Uniti: impedire qualsiasi genere di affari con gli uomini vicini a Putin individuati anche come i suoi principali finanziatori, ma anche bloccare l’accesso delle banche russe ai capitali europei e vietare l’import ed export di tecnologie ritenute strategiche.
Nella lista trasmessa al Valutario, oltre a Rotenberg figurano le persone che gravitano intorno a lui, parenti o semplici prestanome sui quali sono ancora in corso verifiche e che potrebbero diventare destinatari di analoghe misure proprio per evitare che attraverso una «rete» occulta le persone ritenute più vicine al presidente Putin possano continuare ad operare finanziariamente fuori dai confini russi.
2. ARTI MARZIALI, DACIE E TANTI APPALTI: CHI È L’UOMO D’AFFARI NEL MIRINO
Fabrizio Dragosei per “il Corriere della Sera”
In un momento di ispirazione, o forse di sincerità, Arkadij Rotenberg ha detto di Putin: «È una persona mandata al nostro Paese da Dio». Non sappiamo se tutti saranno d’accordo sul bene che Vladimir Vladimirovich ha fatto alla Russia da quando è presidente. Certamente per Arkadij e per il fratello Boris i 14 anni di Putin sono stati anni di splendore, di crescita e di ricchezza. Naturalmente non grazie al loro vecchio amico, col quale iniziarono a praticare judo quando San Pietroburgo si chiamava ancora Leningrado.
«Non puoi certo andare da lui e chiedergli qualche cosa», ha confessato Rotenberg al Financial Times . «Intanto questo non è il mio stile; e poi lui non mi farebbe nemmeno superare la porta». In vena di sincerità, l’imprenditore ammette comunque che l’amicizia «non fa male». Se la gente non continuasse a definirlo amico di Putin, «allora il business certamente andrebbe peggio».
E in tutti questi anni il biznes , come lo chiamano i russi, ai Rotenberg è andato proprio bene. Soprattutto grazie a contratti munifici con aziende ed enti controllati dallo Stato. Ma anche in questo caso si tratta di pura combinazione. A San Pietroburgo i due fratelli, Putin e Gennadij Timchenko, anche lui oggi ricco imprenditore e banchiere finito nella lista delle persone sottoposte a sanzioni, si frequentavano parecchio. Nel 1998 fondarono un club di judo, Yavara-Neva, di cui Putin divenne presidente onorario. Il presidente russo era già in fase di decollo dal Comune della città baltica al governo nazionale e poi, due anni dopo, alla presidenza.
Arkadij e Boris si aggiudicavano tutte le commesse per fornire tubi a Gazprom, il colosso del gas. Grazie ad alcune acquisizioni mirate, i due riuscirono poco dopo a ottenere la quadratura del cerchio: Boris, il fratello più giovane, forniva i tubi e Arkadij costruiva i gasdotti. Alle società di costruzione, come Stroygazmontazh, si univano le banche, Smp e InvestKapitalBank. In tutti gli affari più importanti i Rotenberg sono stati presenti.
Da North Stream, il gasdotto che raggiunge la Germania bypassando Bielorussia e Polonia, a South Stream, il gemello che a sud dovrà saltare la riottosa Ucraina. Poi le olimpiadi di Sochi; la nuova autostrada Mosca-San Pietroburgo. Il gruppo che si occupa delle costruzioni ha visto aumentare i suoi introiti di 50 volte dal 2008, secondo la rivista Forbes . La banca Spm è solo la 35ª del Paese, ma cresce del 52% l’anno e si prevede che farà molta strada.
Vladimir Putin non ha molti amici e quasi tutti vengono da lontano, soprattutto dal Kgb e da San Pietroburgo. C’è il gruppo del judo; quello degli amici di dacia fuori città; coloro che lavoravano al Comune assieme a lui e gli ex colleghi dei servizi segreti che spesso avevano la dacia nella cooperativa di Putin e amavano le arti marziali. Tutti, tranne forse qualche rara eccezione, sono diventati ministri, grandi manager e/o hanno fatto quattrini a palate. Evidentemente erano particolarmente dotati dall’inizio.
Ai Rotenberg oggi viene attribuita una fortuna di 5,5 miliardi di dollari. Entrambi hanno legami con la Dynamo di Mosca (calcio e hockey), da sempre assai vicina ai servizi segreti. Secondo il leader dell’opposizione Aleksej Navalny, si sono fatti costruire due castelli gemelli alle porte di Mosca in un parco recintato. Le magioni occupano più di settemila metri quadri ciascuna, dieci volte quella del fondatore di Facebook Marc Zuckerberg in California.