SIM SALA BIM: ORA SOGNA IL PIRELLONE - IL SINDACO DI MILANO PUNTA A FAR CONQUISTARE AL CENTROSINISTRA LA REGIONE LOMBARDIA NEL 2023, DA QUASI 30 ANNI IN MANO AL CENTRODESTRA: "NON SARÀ FACILE, SONO DISPONIBILE A DARE UNA MANO MA MI AUGURO CHE LA CANDIDATURA NON NASCA ALL'ULTIMO MOMENTO" - L'EX MANAGER È RIUSCITO A FAR DIMENTICARE LA CAZZATA DEL "MILANO NON SI FERMA" DURANTE IL COVID...

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Chiara Baldi per "La Stampa"

 

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Quando arrivò a Palazzo Marino nel giugno del 2016 la prima cosa che Giuseppe Sala mise sulla sua scrivania fu l'action figure - cioè il «modellino in azione» - di se stesso che gli era stata regalata quando era commissario di Expo2015.

 

Questa volta, invece, l'uomo che ieri ha stracciato con quasi il 60 per cento i suoi avversari risparmiando a tutti un ballottaggio che sarebbe stato di certo poco frizzante, sulla scrivania mai sgomberata ha da qualche settimana il modellino di un ciclista che, dotato di maglia gialla, percorre la Milano-Zoagli, la cittadina ligure dove lui stesso ha la casa.

 

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Un percorso che il sindaco, che in questi anni è passato dall'essere grande appassionato di barca a vela a amante delle due ruote, ha fatto proprio lo scorso luglio insieme a un gruppo di amici.

 

Lo stesso gruppo che in questi anni gli è stato accanto nella sua trasformazione da manager che pensava che «la politica la dovessero fare i politici», a politico: mai troppo vicino ai leader nazionali - dall'ex premier Matteo Renzi, che lo volle candidato alle primarie del 2016, si allontanò quasi subito - né troppo organico al Partito Democratico, suo partito di riferimento, di cui non ha mai preso la tessera e con cui anche nei mesi scorsi ha avuto più di una frizione.

 

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Ma Giuseppe Sala, 63 anni, alla fine, politico lo è diventato per davvero. Vincente, per giunta, visto che per la prima volta dal 1993 lui, candidato del centrosinistra, ha portato a casa il risultato al primo turno.

 

Una vittoria che Sala ha cominciato a gustare nel suo ufficio già pochi minuti dopo le 15, insieme al suo capo di gabinetto Mario Vanni, al direttore generale del Comune Christian Malangone, al suo portavoce Stefano Gallizzi, allo spin doctor Marco Pogliani e alla sua compagna di vita, Chiara Bazoli, figlia del patron di Intesa San Paolo.

 

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E a chi, una volta arrivato al comitato elettorale in via Pollaiuolo a Milano, gli chiedeva se lo aspettasse, il sindaco «uscente» e rientrante, ha risposto che «no, un mese fa non me lo aspettavo. Ma negli ultimi giorni, andando in giro, avevo capito che c'era la possibilità di fare questo grande risultato. Sono felicissimo».

 

E non senza gli occhi lucidi l'ex amministratore delegato di Pirelli Tyre ha voluto ricordare la madre Stefania Beretta, a cui è sempre stato legatissimo e che è scomparsa il 16 agosto del 2020 all'età di 89 anni.

 

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«Voglio dedicare a mia mamma quello che spero sia un grande successo per me e per Milano», ha detto il sindaco. La cui ricandidatura esattamente un anno fa non era così scontata, visto anche l'impatto che il Covid aveva avuto proprio sul primo cittadino. Che con il video di «Milano non si ferma» a poche ore dal primo caso italiano di coronavirus, si era tirato dietro mesi di polemiche e critiche al vetriolo.

 

E così, il sicurissimo Sala, l'uomo che mai in cinque anni aveva mostrato pubblicamente una incertezza, che quando c'era da dire come stavano le cose lo diceva, aveva avuto settimane di dubbi, di pensieri e desideri contrastanti.

 

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Ma la riserva Sala l'aveva sciolta quasi all'improvviso, la sera prima degli Ambrogini, come fosse stata una illuminazione. In un giorno non casuale per i milanesi: «Mi sembrava bello farlo il giorno di Sant'Ambrogio non è solo il protettore della città ma è stato il simbolo della creazione della cultura laica e di quella cattolica di un certo modo di vivere di Milano».

 

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Aveva però avvertito tutti che quella non era «ricandidatura» in senso stretto: «Non mi candido per completare il lavoro ma per avviare una nuova fase che sarà difficile e faticosa ma che porterà Milano a essere una città di ispirazione per il nostro Paese, l'Europa e il mondo. Sono pronto», aveva spiegato ai cronisti.

 

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E oggi, quale sia la fase di Milano che ha in mente, è per Sala più chiaro che mai: «Dobbiamo uscire definitivamente dalla pandemia, dobbiamo mettere a terra i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, infine, prepararci alle Olimpiadi». Milano correrà, insomma, e il sindaco con lei.

 

Per altri cinque anni e con un obiettivo vicino in testa, già tra meno di due anni: conquistare con il centrosinistra Regione Lombardia nel 2023, quando sarà da quasi 30 anni nelle mani del centrodestra. «Non sarà facile - ha detto Sala - ma l'unica cosa che mi auguro, e sono disponibile a dare una mano, è che la candidatura non nasca all'ultimo momento».