LA SINDROME DELLA SORA CAMILLA: TUTTI VOGLIONO I CINQUE STELLE, MA NESSUNO SE LI PIGLIA. A ROMA COME A STRASBURGO – ALL’EUROPARLAMENTO, IN VISTA DELLE ELEZIONI DEL PROSSIMO ANNO, TORNANO GLI ABBOCCAMENTI FRA M5S ED I LIBERALI DI VERHOFSTADT – QUELLA PAZZA IDEA DI MACRON…
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Ivo Caizzi per il Corriere della Sera
Una rivincita politica se la sta godendo il presidente degli eurodeputati liberali, l' ex premier belga Guy Verhofstadt, che aveva concordato l' adesione del M5S al suo gruppo Alde e dovette annullarla per le opposizioni interne a un movimento allora considerato «euroscettico». Il successo alle ultime elezioni e la possibilità di far parte del prossimo governo hanno modificato quella percezione.
Di fatto i grillini nell' Europarlamento ora appaiono «sdoganati» e attirano l' interesse dei gruppi tradizionali. Anche perché il loro gruppo Efdd, fondato dall' Ukip dell' euroscettico britannico Nigel Farage, sembra destinato a dissolversi con l' uscita del Regno Unito dall' Ue. «No comment» è la linea ufficiale sulle trattative per il gruppo nella prossima legislatura, fa sapere al Corriere il vicepresidente dell' Europarlamento pentastellato Fabio Massimo Castaldo. Il precedente della «bocciatura» dell' Alde consiglia prudenza.
Fonti interne agli eurogrillini informalmente riconoscono come possibili interlocutori principali - se non si formasse un proprio gruppo autonomo - sempre i liberali e i verdi. Verhofstadt può contare sulla riconoscenza dell' apertura concessa in tempi difficili. Inoltre la liberale francese Sylvie Goulard, che guidava le componenti Alde anti-M5S (soprattutto nordiche), è tornata a Parigi come fedelissima del presidente Emmanuel Macron. Tra i verdi il vicepresidente francese Pascal Durand è considerato tra i più dialoganti e disponibili con i grillini. Contrari resterebbero gli ambientalisti tedeschi, preoccupati di perdere peso con l' arrivo di ben 15 italiani (che potrebbero aumentare a maggio 2019).
Per Castaldo sarebbe invece «fantapolitica» l' ipotesi di un ingresso nel gruppo En marche , che Macron intenderebbe far costituire nell' Europarlamento dopo le elezioni europee. Il Pd di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni era pronosticato in avvicinamento agli euro-macroniani e in allontanamento dagli eurosocialisti. Ma, dopo il flop di Renzi alle elezioni del 4 marzo, all' Eliseo sarebbero diventati prudenti. Senza il Pd, un asse M5S-Macron in Europa può essere escluso a priori?
Informalmente trapela che Goulard, consigliera di Macron sui temi Ue, potrebbe provocare una pregiudiziale. Non solo perché nell' Alde si oppose all' ingresso del M5S. Ma, soprattutto, perché dovette dimettersi quasi subito da ministra della Difesa macroniana per uno scandalo sull' uso improprio di assistenti e fondi relativo proprio all' Europarlamento (Macron l' ha poi rilanciata come vicegovernatore «non tecnico» della Banca di Francia). In caso di Pd nel gruppo macroniano, perfino gli eurosocialisti avrebbero interesse ad accogliere gli eurodeputati del M5S per non restare senza una forte componente italiana.