SOLO SARDINE NEL MENU' – GIANNI MORANDI PUBBLICA UNA FOTO CON UNA SERIE DI PESCIOLINI DOPO IL VOTO EMILIANO E I FOLLOWER SI SCATENANO: “FARANNO COME IL M5S. PRIMA IL BOOM E POI IL TONFO” – LE SARDINE SPARANO A PALLE INCATENATE CONTRO SALVINI E PREPARANO IL SALTO: SARANNO IN PIAZZA IN TUTTE LE REGIONI DOVE SI VOTERÀ - IL VICEDIRETTORE DELLA RIVISTA “IL MULINO”, BRUNO SIMILI, RAFFREDDA GLI ENTUSIASMI: "IL MERITO DELLA VITTORIA IN EMILIA E’ DI BONACCINI..."
-M.Gu. per il Corriere della Sera
«Te l' avevamo detto che non abbocca», sta scritto bello grosso sul cartello a forma di pesce gigante. Lo tiene alto una famiglia di Modena, padre, madre e due figli adolescenti: «Salvini ha preso una bella botta, l' Emilia-Romagna è terra di solidarietà, accoglienza e rispetto». La città di Stefano Bonaccini festeggia la vittoria e sul palco salgono anche le Sardine. Ma questa volta al centro della scena non c' è Mattia Santori, l' inventore della «rivoluzione ittica» che ha resuscitato il Pd e sconfitto Salvini.
Nel giorno della festa, il leader con i ricci e il berretto di lana ha lasciato la scena a Giulia Sarcone e la scelta della «sardina qualunque» rivela l' astuzia comunicativa con cui i pesciolini democratici stanno gestendo il loro futuro politico. «Ciao a tutti, come state? Io questa mattina mi sono svegliata e c' era un sole bellissimo - comincia la ragazza tra gli applausi -. Ancora una volta l' Emilia-Romagna ha scelto di essere una terra accogliente, antifascista, forte, orgogliosa. Abbiamo fatto un' impresa. Abbiamo contrastato il populismo, l' odio, i toni forti...».
No alla propaganda politica. No al sovranismo, al populismo, alle elezioni regionali che diventano il referendum su un uomo solo al comando. Perché l' Emilia-Romagna, continua Giulia, «sa riconoscere quando i leader politici strumentalizzano le questioni con discorsi da piazza che mirano solo alla pancia». Poi un grazie al «caro presidente Bonaccini», per averci messo la faccia «con rispetto». E l' applauso di nuovo scatta quando la portavoce pro tempore del movimento annuncia che le Sardine resteranno a pelo d' acqua e saranno sentinelle: «Saremo vigili nel valutare le azioni che il governo di questa regione porrà in essere».
C' è la signora che ha montato una sardina sul cerchietto e c' è il pensionato di 70 anni, Bruno Candeli, ex infermiere psichiatrico: «Sono stato con le Sardine in tutte le piazze, Roma, Bologna, Bibbiano.
Questo movimento ha dato vitalità alla politica, spero tanto che non diventi un partito».
Lo sperano in tanti, fra i modenesi arrivati in piazza a dire grazie al governatore dem e al patrono San Geminiano, che all' ombra della Ghirlandina sarà festeggiato il 31 gennaio.
«Ci ha salvato da Attila e ora da un altro barbaro - dice Cristina Manfredini, 61 anni -. Salvini non ha capito che se ci tocchi i nostri valori noi emiliani ci mettiamo insieme e non ti facciamo passare».
Bonaccini non fa che ringraziare le Sardine e così Nicola Zingaretti, che pure sta bene attento a non fagocitare il movimento. Anche il premier Giuseppe Conte è pronto a incontrarle, ma i fondatori non sembrano avere fretta di finire nella rete dell' attualità politica. Però si fanno sentire e quando serve alzano anche la voce.
Hanno annunciato che staranno alla larga da tv e giornali fino a metà febbraio, quando apriranno il congresso di Scampia, ma i loro comunicati parlano chiaro e forte: «Avete toccato il fondo - è l' atto di accusa contro Salvini -. Ci avete sminuiti, sbeffeggiati, umiliati come cittadini e come elettori. Avete suonato un campanello di troppo e chiesto uno "scusa" di meno. Ma alla fine avete perso sonoramente».
Assicurano che resteranno umili e non si monteranno la testa. E lavorano alla «fase tre, quella più dura»: il congresso di Scampia e la campagna elettorale in altre sei regioni. «Le Sardine ci saranno, sempre». In Puglia, Campania, Marche, Toscana, Liguria, Valle d' Aosta. Chissà, magari anche con una loro lista. «Con i loro corpi non manipolabili e i cervelli che non abboccano». E questa volta Salvini è avvisato.
LE SARDINE PREPARANO IL SALTO
Claudia Guasco per il Messaggero
Il tuffo al Papeete per chiudere la campagna elettorale, una passeggiata in una Bologna deserta la notte delle elezioni. Cala il sipario sulle Sardine e ora, per non dissolversi nel mare della politica, tentano il grande salto. «Da domenica le Sardine sono entrate in una nuova fase. Si lavorerà per creare, a partire da Napoli, una struttura capillare, coordinata e coesa verso una direzione chiara e condivisa», annunciano i fondatori in una nota-manifesto che circola all'interno del movimento.
L'intenzione è «abbassare i riflettori», per «avere più tempo per parlare tra noi e coordinarci, non avere fretta e potersi concentrare sulle iniziative, sul consolidamento dei gruppi locali e sul coinvolgimento delle persone che vedono nelle Sardine un possibile approdo». L'obiettivo è arrivare preparati all'incontro nazionale di Scampia del 14 e 15 marzo, perciò bisogna elaborare l'esperienza lanciata con il voto in Emilia Romagna. Dove le Sardine hanno smosso le acque, ma non spostato una quantità di voti significativa: il Pd è il primo partito con il 34,69%, poco distante dal 31,24% delle europee del 2019, e a colmare quei tre punti e mezzo ci hanno pensato gli ex elettori Cinquestelle che hanno votato Stefano Bonaccini.
«Il merito della vittoria è suo - riflette il vicedirettore della rivista Il Mulino, Bruno Simili - La regione è ben amministrata e grazie a questo il governatore ha mobilitato un elettorato che non si muoveva più per votare questo centrosinistra». Ieri sera Giulia Sarcone, rappresentante delle Sardine emiliane, era sul palco di Modena a festeggiare il successo di Bonaccini, ultimo atto pubblico prima della fase di riflessione.
LINEA COMUNE
«Insieme a tutti i referenti dei territori si farà il punto sulla strategia da intraprendere: ci sono altre sei regioni che andranno al voto - si ragiona nel movimento - e occorre una linea comune. Poi la struttura: rimarrà liquida o dovrà assumere contorni diversi? Infine, la politica: continuare a scendere in piazza slegati da temi parlamentari (a parte l'abolizione dei decreti sicurezza) oppure sposare battaglie specifiche?».
Per questo, concordano gli organizzatori, occorre fermarsi e tracciare un bilancio dei primi mesi di vita del movimento, lanciato il 14 dicembre in piazza Maggiore. «Non siamo nati per stare sul palcoscenico, ci siamo saliti perché era giusto farlo. È tempo di tornare a prendere contatto con la realtà e ristabilire le priorità, innanzitutto personali. Se avessimo voluto fare carriera politica - scrivono i quattro fondatori sulla pagina Facebook - l'avremmo già fatto».
Ora devono decidere cosa fare del movimento: «Adesso tocca a noi. Non ci siamo montati la testa quando abbiamo riempito 142 piazze in tutta Europa, non ce la monteremo adesso che arriva la prima buona notizia da tanto tempo a questa parte. Inizia la fase più dura. Saremo attenti e vigili dove si è già votato, saremo presenti e agguerriti dove si voterà, soprattutto se lo stile a cui ci avete abituato in Emilia Romagna e Calabria verrà ripresentato in Puglia, Campania, Marche, Toscana, Liguria, Valle d'Aosta». Insomma, «le sardine non vanno date per scontate, però ci saranno. Sempre».
Ma in Emilia hanno davvero dato una mano? «Non lo so. Certamente Bonaccini ha preso i voti anche del centrodestra, almeno due punti - osserva Vittorio Sgarbi, l'unico consigliere eletto da Forza Italia nella regione - Tant'è che la sua lista si ferma al 48%, mentre lui ha fatto il 51%. Le sardine, a mio avviso, hanno semplicemente traghettato i voti dei Cinquestelle di una volta al Pd».