IL SONNO DI MACRON GENERA VITTIME. QUARANTENA IN RITARDO, LA FRANCIA CONTA I MORTI: 17.167 (IL 40% NELLE RSA DI ANZIANI) - PARIGI HA ASPETTATO DIECI GIORNI RISPETTO A ROMA PER DICHIARARE IL CONFINAMENTO GENERALIZZATO. DALL' 11 MAGGIO SI RIAPRIRÀ GRADUALMENTE (PURE LE SCUOLE, DAGLI ASILI NIDO FINO AL LICEO)

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Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

macron mascherina

I media francesi non mettono mai in risalto il numero dei morti di coronavirus nel Paese, ma i dati incoraggianti fanno pensare alla luce in fondo al tunnel. E a Parigi si parla quasi solo della fine del confinamento (dopo l' 11 maggio, la data fissata da Emmanuel Macron) e dell' organizzazione pratica per ritornare a una vita normale. Forse è una strategia, forse anche quella giusta: guardare avanti.

 

Ma la realtà è che in Francia il virus continua a mietere vittime.

E, secondo gli specialisti, siamo ancora una decina di giorni in ritardo rispetto all' Italia.

Ieri sera, come sempre, è caduto l' inesorabile bollettino dei decessi. Nelle ultime 24 ore sono stati 753: meno che i 1438 di mercoledì ma siamo comunque a 17.167 (il 40% nelle Rsa di anziani).

 

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Questa è la dura realtà, anche se il numero di persone ammesse agli ospedali ieri è calato per il secondo giorno consecutivo. L' ora non è alle polemiche (in questo la Francia è molto diversa dall' Italia), ma il pensiero va alla metà di marzo, quando Parigi aspettò dieci giorni rispetto a Roma per dichiarare il confinamento generalizzato.

 

 

Il 15 marzo si tenne il primo turno delle municipali (e tre sindaci che vi parteciparono sono già morti di Covid-19 e altri politici locali e scrutatori si trovano oggi in rianimazione). Intanto, più di un terzo dei marinai della portaerei Charles-de-Gaulle (670 su 1767) sono appena risultati positivi al coronavirus, dopo il rientro della nave a Tolone. Fra il 13 e il 15 marzo aveva fatto una sosta a Brest e si era permesso ai marinai di andare nei bar e nelle discoteche della città. Alcuni di loro hanno dichiarato alla radio France Bleu che certi marinai avevano subito mostrato dei sintomi. Ma dall' alto era arrivata la decisione di proseguire la missione nell' Atlantico, durante la quale il virus si è propagato a bordo.

 

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Niente polemiche, comunque. Bisogna guardare dinanzi e organizzare il dopo. Ma il superamento «progressivo» del confinamento dal' 11 maggio non sarà così facile. Jean-François Delfraissy, che presiede il Consiglio scientifico sul Covid-19 del Governo, ha affermato ieri che «non si passerà dal nero al bianco, ma a un grigio scuro», precisando che «18 milioni di francesi a rischio dovranno restare a casa anche dopo la scadenza». Non solo: «se certe condizioni indispensabili non ci verificheranno, come la disponibilità di un numero sufficiente di test, la fine del confinamento sarà rinviata».

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Dall' 11 maggio si riapriranno gradualmente pure le scuole, dagli asili nido fino al liceo. Ma gli amministratori locali nutrono forti dubbi. «I rischi saranno ancora troppo importanti - ha sottolineato ieri Philippe Saurel, sindaco di Montpellier -. Come faremo con i genitori che accompagnano a scuola i loro figli? O con gli insegnanti? Come gestire le cucine delle mense?». Quanto a Jean-Pierre Farandou, presidente di Sncf, le ferrovie nazionali, invoca l' obbligo delle mascherine per tutti i passeggeri per riprendere un traffico regolare. Ma la penuria è ancora fortissima in Francia. Sì, tanti problemi pratici per il futuro. E intanto si continua a morire.

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