SOTTOSEGRETARI TROMBATI E INCAZZATI – LA PIDDINA SANDRA ZAMPA NON CONFERMATA ALLA SALUTE: "DA ZINGARETTI NEANCHE UNA TELEFONATA. PRODI INVECE E’ STATO IL PRIMO A CHIAMARMI. ERA DISPIACIUTO. SECONDO IL PROF. PAGO PER LA MIA VICINANZA A LUI" – IL M5S CACCIA VILLAROSA, SOTTOSEGRETARIO NEI GOVERNI CONTE I E II, CHE SI ERA ASTENUTO SULLA FIDUCIA AL GOVERNO DRAGHI: IL DEPUTATO PENTASTELLATO ANNUNCIA CHE FARA’ RICORSO…
-Cesare Zapperi per corriere.it
Prima l’esclusione dalla fotografia comparsa sul Blog delle Stelle per ringraziare del lavoro fatto dai sottosegretari uscenti (mancava solo lui). Poi, non certo imprevista vista l’astensione sulla fiducia al governo guidato da Mario Draghi, l’espulsione. Alessio Villarosa, sottosegretario all’Economia sia nel primo che nel secondo esecutivo di Giuseppe Conte, l’ha annunciato con un post su Facebook:
«Stamattina mi è arrivata la procedura di espulsione anche dal Movimento 5 stelle nazionale dopo aver ricevuto venerdì quel dal gruppo parlamentare M5s».
L’ex sottosegretario a proposito della sua esclusione per i ringraziamenti del Movimento ha commentato: «Escludermi da un ringraziamento cancellando il mio lavoro e i risultati portati a termine da dentro il governo in questi anni qualifica semplicemente chi lo ha fatto. Io volo alto come ho sempre fatto senza polemiche, non ne ho bisogno».
Il gruppo degli espulsi
Villarosa non fa parte di quel gruppo di quindici deputati che la scorsa settimana non ha votato la fiducia al nuovo governo, non tenendo fede al risultato del voto degli attivisti sulla piattaforma Rousseau. Lui si era astenuto. In prima battuta era stato espulso, e con lui i colleghi, dal gruppo parlamentare. La novità è la cacciata anche dal Movimento. Ma in questo caso la faccenda è molto più complicata.
Come dimostra una recente sentenza di un giudice di Cagliari che ha osservato come in questo momento il Movimento 5 Stelle non ha un rappresentante legale e non è quindi in condizioni di poter adottare qualsivoglia provvedimento. Villarosa non ha ancora spiegato cosa intende fare nel suo futuro politico. Potrebbe dire addio definitivamente al M5S o, come altri, adire la via dei ricorsi legali e dare battaglia per un reintegro.
«Farò ricorso»
Più probabile la seconda ipotesi, come conferma lui stesso. «Ancora non so cosa farò, probabilmente farò ricorso. Io resterei dentro, ma mi hanno buttato fuori loro», aggiunge rispondendo ai messaggi dei follower. «Manderò le mie controdeduzioni, vedremo», sostiene ancora.
«Conoscevo le conseguenze» del mio comportamento «ma con un’astensione, avendo fatto tutti i passi necessari per chiedere una nuova votazione su Rousseau, non pensavo che sarei stato espulso». Villarosa si dice anche dispiaciuto per essere stato mandato via «in 12 ore, dopo 8 anni di lavoro. Mi è dispiaciuto, potevano prendersi un po’ più di tempo, almeno 24 ore».
ZAMPA
Giuseppe Alberto Falci per corriere.it
«Quello che mi dispiace profondamente è che il mio partito abbia rinunciato alla Salute, non comprendendo il valore di una buona sanità. E soprattutto quanto sia necessario ridurre le disuguaglianze territoriali in modo da dare risposte». Parla Sandra Zampa, sottosegretario uscente alla Salute. Nel gioco dei veti incrociati, il nome della storica portavoce di Romano Prodi sparisce dalla squadra di Mario Draghi.
Ecco, Zampa, come le è stata comunicata l’esclusione?
«Le confesso che non ho ricevuto alcuna telefonata».
Nemmeno da Nicola Zingaretti?
«Dal silenzio avevo intuito che non sarei stata della partita. Tuttavia la conferma l’ho avuta nel momento in cui i media hanno diffuso la lista».
È delusa dall’atteggiamento del segretario?
«In un anno come quello che abbiamo vissuto non ho mai avuto uno scambio né sul merito né sul piano delle relazioni personali. Mentre sono stati al mio fianco i parlamentari di tutti i gruppi di maggioranza. Non solo. C’è stato un comportamento leale e rispettoso con esponenti politici del campo avverso con i quali ho costruito relazioni che posso definire rispettose. Però mi faccia dire una cosa».
Prego.
«Più di tutti ho avuto vicino il mondo della sanità e della scienza a cui devo molto. E poi cosa dire del rapporto con i componenti del Cts con i quali ho vissuto da marzo a maggio 2020 fianco a fianco condividendo ore di angoscia e di speranza».
Ha rimpianti?
«Di certo ho commesso errori, ma oggi c’è solo il rammarico di non avere completato il lavoro. Ho realizzato molte cose: dalla medicina di genere all’intelligenza artificiale con un accordo con il Cineca, dalla salute mentale della migrazione a quella della povertà».
Nel frattempo il Pd è stato travolto da una dura polemica interna sul rispetto della parità di genere...
«Se non si risolve il tema della autorevolezza e della competenza nella politica, anche ahimè nel mio partito, non si va da nessuna parte».
Si parla già di un nuovo congresso ma Debora Serracchiani avverte: «Crea logoramento».
«Otto mesi fa bisognava avviare un confronto e un lavoro politico fuori e dentro il partito. In primo luogo perché noi sappiamo quanto sia complessa la costruzione di un rapporto con il M5S. Se avessimo avviato questo lavoro avremmo forse rafforzato il governo Conte».
Lei dunque invoca il congresso?
«Sì, siamo in ritardo. Il nostro elettorato ha bisogno di essere capito, ascoltato. E poi va ripreso un rapporto con Leu».
Ha sentito il professore Prodi?
«È stato il primo a chiamarmi: era enormemente dispiaciuto».
Crede che la vicinanza al Professore le sia costata il posto da sottosegretario?
«Prodi mi ha detto che pensa di sì».
E poi chi altro l’ha chiamata?
«Roberto Speranza. La mia gratitudine più grande va a lui. Di Roberto avevo grande stima, oggi ne ho ancora di più».