LA SPARATA DELLA PELLEGRINI (A NOI 3.000 EURO, CIOÈ ALLA ANIENE, A LORO OVVERO ALLA AURELIA DELLA FILIPPI 20.000), È UNO SPEZZONE DI GUERRA TRA MALAGÓ (PRES. DI ANIENE E CONI) E IL SENATORE PDL BARELLI (PRES. DI AURELIA E FIN)


1. FEDERICA, SCHIAFFI DALLA FEDERNUOTO "DA NOI HAI PRESO 750MILA EURO" - REPLICA: "ALLIBITA DA QUESTI RAGIONIERI"
Paolo Rossi per La Repubblica

MALAGO PELLEGRINI

È un corpo a corpo, ormai, il match Federnuoto-Pellegrini, altro che polemica. Siamo allo scontro frontale, non più ad una semplice polemica ferragostana. Non c'è un'altra lettura, dopo la nota di ieri della federazione, che ha voluto ritornare sulle richieste di chiarimenti da parte dell'atleta - riguardo ad una delibera federale che elargiva premi solo ad alcune società - rendendo pubblica la somma di premi incassata dalla n. 1 del nuoto italiano:

Flavia Fiorello Josefa Idem Giovanni Malago e Federica Pellegrini gangnam style

«Nel periodo 2006/12 l'atleta Federica Pellegrini ha ricevuto individualmente la somma di circa 750.000 euro dalla Federazione Italiana Nuoto, riguardante premi di classifica nelle competizioni internazionali e borse di studio, ad esclusione dei premi inerenti il Club Olimpico e i contributi erogati dal Coni per le medaglie olimpiche. Nello specifico dei mondiali di Roma 2009, l'atleta azzurra ha ricevuto 147.000 euro, frutto di due medaglie d'oro, tre record mondiali e il piazzamento nella 4x200sl. In tal senso si specifica che tale somma rispecchia criteri meritocratici uguali per tutti gli atleti azzurri ».

ALESSIA FILIPPI E PAOLO BARELLI
MALAGO PELLEGRINI

In realtà, considerato che la cifra è al lordo, e che si tratta di un periodo di sette anni, siamo di fronte ad una media di 5000 euro mensili, per l'atleta che ha tenuto sulle prime pagine il movimento azzurro. Ed ecco la risposta della Pellegrini: «Sono allibita dalle dichiarazioni del presidente del mio sport.

Al calcolo ragionieristico sui premi sarebbe fin troppo facile rispondere con l'elenco di medaglie e primati conquistati dal 2004 a oggi. Tutto questo per aver espresso una critica? Incredibile...». A questo punto la domanda è: come potranno mai i rapporti tornare normali? Eppure, per la Federnuoto (che è un'istituzione), la Pellegrini resta il "prodotto" vincente: per cui qual è il vantaggio di abbassarsi a polemizzare con la singola atleta?

barelli foto mezzelani gmt
Pellegrini con malago e Vanzina

Ma anche altri hanno fatto sentire forte la loro voce: il suo circolo, il suo sponsor. E poi, in serata, il Coni ha voluto mettere un punto alla situazione. Di «caduta di stile della Federnuoto» parla il circolo Canottieri Aniene: «risulta ben chiara la strategia della Fin: quella di distogliere l'attenzione dalla vera problematica, la distribuzione dei contributi federali con criteri non pubblicati ed addirittura stabiliti a posteriori». Ancora più duro Gianluigi Cimmino, ammini-stratore delegato del gruppo Yamamay (proprietario del marchio Jaked): «Mi sono impegnato affinché sia la nostra azienda a dare a Federica Pellegrini i premi che non ha avuto.

IL PRESIDENTE DEL NUOTO BARELLI SCHIACCIA PISOLINO SULLA MANO DI RATZINGER
FEDERICA PELLEGRINI GIOVANNI MALAGO - copyright Pizzi

Queste cose le abbiamo denunciate quando come Jaked abbiamo lasciato la Fin, e adesso c'è l'occasione per rompere questo sistema clientelare che regge la federazione nuoto e mandare tutti a casa: non producono risultati e fanno male allo sport. Quanto denunciato da Federica Pellegrini, a cui va tutto il nostro appoggio, è una evidente ingiustizia: sono elargiti premi alle società dell'orbita di Barelli, del fratello e del suo gruppo dirigenziale - vedi i 60.500 euro al circolo Aurelia - che lo sostiene a scapito di altre che non fanno parte di questo ciambellone magico».

Infine il Coni, attraverso il suo segretario generale, Roberto Fabbricini: «L'empasse e le polemiche si superano con la chiarezza preventiva, che fa bene agli atleti, alle federazioni e al Coni stesso. A volte i temporali d'agosto non fanno piacere, ma fanno pulizia. In tutto questo dispiace che venga tirata in ballo una atleta come la Pellegrini, che è patrimonio di tutto lo sport italiano. Lungi dal pensare che la Federnuoto agisca contro le regole, o le scriva per tornaconto politico, ritengo però che la trasparenza sia fondamentale: è auspicabile che certi criteri siano messi nero su bianco.

GIOVANNI MALAGO FEDERICA PELLEGRINI - copyright Pizzi
GIOVANNI MALAGO FEDERICA PELLEGRINI

Le polemiche sono abnormi, perché qui non si parla di premi corrisposti per le medaglie, ma le regole federali al momento non sono chiarissime. Cogliamo questo spunto per riparlarne dopo le vacanze con tutti: è bene che ci sia sempre chiarezza». Se agosto è stato caldo, aspettiamoci un settembre molto più focoso.

2. I PANNI SPORCHI E QUEL SILENZIO DI MALAGÒ
Aligi Pontani per La Repubblica

Non è certo la questione dei soldi, pure sbattuta in modo sguaiato sulla piazza, a sconcertare di più nella vicenda Federnuoto/Pellegrini. A lasciare a bocca aperta è piuttosto l'emersione di ciò che evidentemente covava sotto la cenere, in questi anni di finta convivenza tra la migliore atleta italiana e la sua federazione di appartenenza: un rosario di incomprensioni, ipocrisia, parole non dette, sorrisi fasulli, opportunismo.

Non si tratta di tifare per l'uno o per l'altro: ma è francamente molto avvilente constatare il livello miserevole di dirigenti capaci di esporre se stessi e il proprio sport al gioco al massacro cui assistiamo, peraltro, pochi giorni dopo la conclusione di un campionato del mondo segnato dalla mediocrità dei risultati ottenuti.

GIOVANNI MALAGO FEDERICA PELLEGRINI - copyright Pizzi

Tutto sarebbe stato meglio del regolamento pubblico dei conti, con comunicati intrisi di rancore, riempiti di cifre e svuotati del buonsenso, per giunta omettendo di rispondere alla vera questione emersa: con quali criteri la Fin distribuisce i soldi (pubblici) alle società?

Giovanni Malagò e Federica Pellegrini - Copyright Pizzi

Evidentemente questa gente è quanto abbiamo a disposizione per rilanciare il nuoto in Italia, uno sport fondamentale non certo solo per i medaglieri. Uno sport, per inciso, che dovrebbe essere molto caro al presidente del Coni, Giovanni Malagò, il cui assordante silenzio mentre volano gli stracci non può meravigliare più di tanto: Malagò è ancora il presidente del Circolo Aniene, coinvolto in pieno nella polemica in quanto società della Pellegrini. Difficile, dunque prendere una posizione in prima persona: in quale ruolo? Capo del Coni o capo dell'Aniene?

BARELLI E CASINI - copyright Pizzi

Meglio tacere, far parlare gli altri, mandare messaggi trasversali. Intanto però gli incendi avanzano. E pensare che ci sia sempre tempo per spegnerli è esattamente il tipo di strategia che ha creato i danni peggiori allo sport italiano in questi anni. Ma non si doveva cambiare tutto?