1. IL TINTINNIO DI MANETTE INTORNO A PALAZZO CHIGI FA SALTARE I NERVI AL GOVERNO
1. RENZI SGUINZAGLIA GIOVANNI LEGNINI PER FARE IL LAVORO PER CUI E’ STATO ARRUOLATO: DIFENDERE IL GOVERNO DALL'ASSALTO DELLA MAGISTRATURA: “TOGHE FUORI DALLA POLITICA”
2. POI IL BULLETTO TOSCANO CI METTE IL CARICO A “CHE TEMPO CHE FA” SPARANDO CONTRO I GIUDICI: “A ME NON FANNO PAURA. FACCIANO IL LORO LAVORO, IO FACCIO IL MIO. LA QUESTIONE MORALE NEL PD ESISTE. IL REFERENDUM DI OTTOBRE? SE PERDO SMETTO DI FARE POLITICA”
3. A FARE LA SPACCONA ARRIVA ANCHE LA BOSCHI CHE SCHIAFFEGGIA I SINISTRATI ANTI-RENZI SUL REFERENDUM: “CHI NON VOTA LE RIFORME, SI PONE SULLO STESSO PIANO DI CASA POUND...”


intervento di giovanni legnini

1 - RENZI: I PM NON MI FANNO PAURA LEGNINI: TOGHE FUORI DALLA POLITICA

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

È la separazione dei poteri secondo Matteo Renzi. Non vede complotti orditi ai suoi danni, il premier, ma pretende che la distinzione dei ruoli sia ben chiara. «I magistrati fanno polemica con me? Io dico: cari giudici fate il vostro lavoro, io faccio il mio. Il resto è parapiglia politico di basso livello: rilascino le interviste che vogliono, io ho da lavorare».

 

Il presidente del Consiglio torna sulla campagna che alcune toghe hanno aperto contro il governo, soprattutto sul referendum costituzionale, ma parla anche dei casi di corruzione che hanno coinvolto esponenti pd. Lo fa intervenendo a “Che tempo che fa”, a Fabio Fazio conferma anche l’intenzione di «lasciare la politica», non solo di dimettersi, se perderà la sfida del referendum di ottobre al quale ha legato i destini del suo esecutivo. Il premier rilancia, insomma, com’è nel suo stile.

RENZI BOSCHI

 

«Io non grido ai complotti. Non ne posso più di discussioni filosofiche e sterili sul tema giudici e politica - dice - A me i giudici non fanno paura perché i cittadini onesti non possono avere paura. Fate il vostro lavoro, andate a sentenza, siamo dalla vostra parte, fate i processi perché non è vero che la prescrizione vi blocca. Io faccio le leggi, loro le devono applicare».

Consiglio Superiore della Magistratura

 

C’è un Csm poi che giudicherà se le critiche avranno varcato i confini della dialettica, ricorda. Quanto al referendum - oggetto dello scontro più recente (l’intervista di Morosini al Foglio, l’intervento di ieri di Spataro su Repubblica) - la posizione di Renzi non cambia: «Dopo aver detto a tutti che avremmo cambiato l’Italia, come posso fare finta di niente se perdo?», risponde a Fazio. «È una questione di serietà, non saremmo credibili: se perdo, smetto di fare politica».

 

piergiorgio morosini

Quanto alle inchieste più recenti, da Lodi a Napoli a Potenza, il segretario Pd ammette che «sì, esiste una questione morale nel partito, chi la nega, nega la realtà: abbiamo 50mila amministratori e spesso le cose non girano». Detto questo, e il riferimento è tutto ai Cinque stelle (e al recente caso Livorno a loro carico), «ci sono poi i giustizialisti a giorni alterni, fanno dell’onestà differenziata». E a Luigi Di Maio ricorda che il governo una legge contro la corruzione l’ha già approvata «e loro hanno votato contro».

MAGISTRATI

 

Sul diritto dei magistrati di esprimersi sul referendum in giornata si era pronunciato anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, intervistato su Sky da Maria Latella. Diritto-dovere di esprimersi, rivedicava Spataro su Repubblica. Ma quel referendum costituzionale - ricorda il numero due di Palazzo dei Marescialli, reduce da un colloquio telefonico col capo dello Stato - «si è caricato di significato politico», occorre «più cautela: i partiti si sono schierati per il sì o per il no, quindi un magistrato o una corrente della magistratura potrebbero trovarsi schierati al fianco dei partiti».

andrea orlando

 

Adesso è in arrivo un «codice deontologico», avverte Legnini, per garantire ancor più la terzietà. Tra domani e mercoledì il vicepresidente vedrà il Guardasigilli Orlando che giudicare la sortita di Morosini una «questione istituzionale». Diversa la posizione del ministro Enrico Costa (Ncd), non «scandalizzato » dalle uscite sul referendum: «Mi preoccupano di più quelli che fanno politica attraverso gli atti giudiziari».

 

2 - CUPERLO A BOSCHI: «SI PARLA DELLA CARTA È SEMPRE MEGLIO MISURARE LE PAROLE»

Dal “Corriere della Sera”

maria elena boschi

 

«Comunque uno la pensi sulla riforma e sul voto di ottobre (referendum sulla riforma costituzionale, ndr ) , si parla della Costituzione. E tra chi annuncia un voto contrario, per dire, ci sono i vertici dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani, ndr ), e allora servirebbe misurare le parole. Sempre». Così Gianni Cuperlo, esponente della sinistra dem, commenta le parole pronunciate ieri dal ministro Maria Elena Boschi: «Parte della sinistra non voterà le riforme e si porranno sullo stesso piano di Casa Pound».

 

gianni cuperlo