1. LO STOP ALLA NOMINA DI FEDERICA MOGHERINI EVIDENZIA QUATTRO ERRORI DI RENZI 2. APPARE INCOMPRENSIBILE LA SCELTA DEGLI ESTERI VISTO CHE DAL PRIMO MOMENTO RENZI HA FISSATO L'OBIETTIVO DI 'FLESSIBILIZZARE' I PARAMETRI EUROPEI IN CAMPO ECONOMICO 3. SECONDO: IL CARATTERE GAUCHISTA DELLA MOGHERINI E' INDIGESTO PER I CONSERVATORI 4. TERZO ERRORE: LA SUPER-PERSONALIZZAZIONE RENZIANA E' MOLTO SGRADITA A BRUXELLES 5. QUARTO, LA STRATEGIA. COSA VUOLE L'ITALIA? RIENTRARE NELLA CABINA DI GUIDA DI BRUXELLES? NE È PIÙ FUORI CHE MAI, NONOSTANTE LA PRESIDENZA (QUASI INSIGNIFICANTE) 5. L'IDEA DI RESPINGERE A PRIORI ENRICO LETTA HA SOTTOLINEATO IL SUO CARATTERE SETTARIO 6. ORA: SE IL PREMIER CAZZARO VORRÀ INSISTERE SULLA MOGHERINI, DOVRÀ MOLLARE ULTERIORMENTE IN ALTRI SETTORI DEL NEGOZIATO EUROPEO. SE MOLLERÀ LA MOGHERINI, SI TROVERÀ NEI PROSSIMI ANNI CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI GRAVEMENTE INDEBOLITO
Diplomaticus per Dagospia
Lo stop alla nomina di Federica Mogherini come Alto Rappresentante della politica estera europea evidenzia quattro errori fondamentali del premier Matteo Renzi.
PRIMO ERRORE. L'OBIETTIVO.
Appare incomprensibile la scelta della posizione oggi nelle mani di Lady Catherine Ashton, visto che dal primo momento Renzi ha fissato l'obiettivo di 'flessibilizzare' i parametri europei in campo economico. Tra le posizioni UE di vertice, quella voluta dal "matador" fiorentino (cosi' ironicamente definito dalla Merkel) e' certamente la più ininfluente rispetto alla politica economica.
Anzi: il neo-Presidente Juncker, nel suo discorso programmatico a Strasburgo, ha chiarito che intende ulteriormente depotenziarla, visto che il nuovo Alto Rappresentante dovrà essere in giro per il mondo più di quanto non abbia fatto l'algida Ashton.
Secondo il "cerchio magico" renziano, la scelta sarebbe stata legata all'obiettivo di incassare una top position relativamente meno appetita, e di lasciare a Roma l'ultima parola nei negoziati economico-finanziari. Errore blu.
SECONDO ERRORE. IL CANDIDATO.
Gli ambienti conservatori hanno avuto buon gioco nel sottolineare il carattere gauchista della Mogherini - ex-funzionaria di partito dei DS - evidenziato dal Wall Street Journal. I Paesi dell'Europa Centro-orientale (gli unici veramente interessati alla poltrona), nel sottolineare l'insufficiente rigore verso Mosca. I seniores delle istituzioni UE, nel sottolineare l'esilissimo curriculum di un personaggio sconosciuto ai più.
Sorprendente la falsa minaccia di schierare l'ancora più sgradito D'Alema (‘’Le Monde’’ ha citato un Renzi secondo cui l'Ue doveva scegliere tra "una giovane donna e un vecchio coi baffi").
Ora: se Renzi vorrà insistere sulla Mogherini, dovrà mollare ulteriormente in altri settori del negoziato europeo. Se mollerà la Mogherini, si troverà nei prossimi anni con un Ministro degli Esteri gravemente indebolito.
TERZO ERRORE. LA TATTICA
La super-personalizzazione renziana e' molto sgradita a Bruxelles. Le incessanti sparate e le oscillazioni hanno creato fastidio diffuso: non giova certo ammiccare talvolta al conservatore Cameron, poi accusare la "burocrazia di Bruxelles", infine picchiare duro, a beneficio dell'opinione italiana interna, contro la forte struttura di potere di Berlino (come se si potesse separare la Merkel dalla Bundesbank, e addirittura dal ministro Schaeuble).
L'idea renziana di respingere a priori le disponibilità su Enrico Letta ha sottolineato il suo carattere settario; la storia delle istituzioni UE e' piena di governi che nominano oppositori interni a beneficio dell'interesse nazionale. E in questo senso e' stato molto più patriottico e filo-europeo l'"impresentabile" Berlusconi, che accetto' anche Prodi, Monti e Bonino.
QUARTO ERRORE. LA STRATEGIA.
Qui si torna all'inizio. Cosa vuole l'Italia? Ridiscutere il tetto del deficit al 3%? Già vi ha rinunciato. Ottenere flessibilità senza riforme? Impossibile. Comandare sulla politica estera UE? Impossibile, oltre che inutile. Rientrare nella cabina di guida di Bruxelles? Finora, ne è più fuori che mai, nonostante la Presidenza di turno (quasi insignificante).
Ciò che sorprende più di tutto, è l'acquiescenza - questa, sì, anti-patriottica e non certo filo-europea - di commentatori, diplomatici e addetti ai lavori che conoscono perfettamente questi 4 errori, ma tacciono completamente. Come sepolcri imbiancati.