LA STRAGE DEL CINEMA DENVER POTEVA ESSERE EVITATA - LA PSICHIATRA CHE SEGUIVA JAMES “JOKER” HOLMES AVEVA AVVISATO LA COMMISSIONE PER LA SICUREZZA DELL’UNIVERSITÀ CHE IL RAGAZZO POTEVA RAPPRESENTARE UN PERICOLO PER GLI ALTRI - NONOSTANTE QUESTO LA COMMISSIONE NON HA FATTO NULLA, NON HA NEMMENO AVVISATO LA POLIZIA - IL GIORNO IN CUI FU BOCCIATO A UN ESAME, HOLMES COMPRÒ UN FUCILE D’ASSALTO…


JAMES HOLMES NELL AULA DI TRIBUNALE

Da "Corriere.it"

JAMES HOLMES NELL AULA DI TRIBUNALE

Un indizio trascurato. Un allarme caduto nel vuoto. Forse la strage di Denver avrebbe potuto essere evitata se la commissione studentesca dell'università del Colorado, dove il pluriomicida studiava, avesse ascoltato il parere della dottoressa Lynne Fenton. La psichiatra che curava James Holmes aveva avvisato la commissione per la sicurezza del rischio che il suo paziente potesse costituire una minaccia per gli altri. È quanto ha rivelato l'emittente locale Kmgh.

L'UNIVERSITA' NON FECE NULLA - La dottoressa Fenton aveva espresso le sue preoccupazioni sul 24enne studente alla squadra del Behavioral Evaluation and Threat Assessment, il gruppo di esperti che ha il compito di valutare eventuali minacce alla sicurezza del campus. Ma l'università non avrebbe adottato nessuna misura cautelativa nei confronti dello studente che lo scorso 10 giugno aveva lasciato all'improvviso il dottorato in neuroscienze, pochi giorni dopo la bocciatura a un esame. Lo stesso giorno in cui falliva il test, Holmes comprò un fucile d'assalto.

JAMES HOLMES NELL AULA DI TRIBUNALE
JAMES HOLMES

IL TACCUINO MISTERIOSO - Secondo la Kmgh, l'università non avrebbe nemmeno avvisato la polizia di Aurora per comunicare le preoccupazioni della dottoressa Fenton. Le rivelazioni arrivano dopo che nei giorni scorsi era emersa la storia del plico inviato da Holmes all'università e rimasto in una cassetta della posta fin dopo la strage. Holmes aveva spedito alla sua psichiatra un taccuino in cui avrebbe fornito i disegni dell'attacco che intendeva compiere. Ma gli avvocati che difendono il giovane, che deve rispondere di 142 capi di imputazione per i 12 morti i 58 feriti, sostengono che il contenuto del taccuino debba rimanere riservato, perché protetto dal segreto professionale dei medici.