LA STRAGE DEGLI INNOCENTI – ORRORE A MARIUPOL: BOMBE SUL TEATRO E SUL CENTRO SPORTIVO UTILIZZATI COME RIFUGIO PER DONNE INCINTE E BIMBI – I RUSSI: “NON SIAMO STATI NOI MA I MILITARI UCRAINI DEL BATTAGLIONE AZOV" - NEL CORTILE LA SCRITTA “BAMBINI” IN RUSSO, IL CONSIGLIO COMUNALE HA AFFERMATO CHE LE FORZE RUSSE HANNO ”INTENZIONALMENTE E CINICAMENTE DISTRUTTO IL TEATRO” - BIDEN HA ATTACCATO PUTIN DEFINENDOLO PER LA PRIMA VOLTA UN “CRIMINALE DI GUERRA”. ESPLODE LA RABBIA DEL CREMLINO - LIBERATO CON UN BLITZ IL SINDACO DI MELITOPOL IN MANO AI RUSSI. ANCORA BOMBE NELLA NOTTE SU KIEV – VIDEO
Da corriere.it
L’azienda statunitense di satelliti Maxar Technologies ha distribuito delle immagini satellitari — realizzate il 14 marzo scorso — che mostrano come nel cortile del teatro di Mariupol, bombardato oggi (16 marzo, ndr), fosse stata dipinta la scritta «bambini», con i caratteri in cirillico («????», «deti»).
La parola di quattro lettere, in maiuscolo e on grandi caratteri di colore bianco, è ben visibile davanti e dietro il teatro. Per far sì che gli eventuali attacchi non prendessero di mira un obiettivo dove c’erano anche bambini e dove oltre mille persone avevano trovato rifugio.
Eppure nel pomeriggio l’edificio è stato bombardato con ogni probabilità da forze russe (che però hanno negato di essere i responsabili). Il consiglio comunale ha affermato che le forze russe hanno, quindi, «intenzionalmente e cinicamente distrutto il teatro nel cuore di Mariupol».
L’azienda satellitare ha annunciato la distribuzione di nuove immagini, non appena queste saranno disponibili. Secondo le autorità cittadine di Mariupol, il teatro è stato colpito da una bomba lanciata da un caccia russo
BOMBE SU MARIUPOL
Mauro Evangelisti per il Messaggero
«Un aereo ha sganciato una bomba su un edificio dove si nascondevano centinaia di pacifici residenti di Mariupol» denuncia nel tardo pomeriggio il consiglio comunale della città. Poco dopo cominciano a rimbalzare su Telegram delle immagini terribili, il Teatro Drammatico distrutto, piegato su se stesso, con il fumo che ancora si alza dalle macerie, «dentro c'erano centinaia di civili, non riusciremo a salvare tutti». Sui due lati dell'edificio c'era scritto in grande la parola «bambini».
Secondo Nexta Tv, un'altra bomba è stata lanciata contro un centro sportivo con una piscina, il Neptun, sempre a Mariupol, dove erano nascosti donne e bimbi. Il capo dell'amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, scrive: «Stanno cercando di distruggere fisicamente i residenti di Mariupol, che sono stati a lungo un simbolo della nostra resistenza. Hanno lanciato un attacco aereo sulla piscina Neptun.
Donne incinte e donne con bambini sono ora sotto le macerie». La lista delle tragedie e degli attacchi purtroppo è molto più lunga. Ci sono i razzi contro un convoglio di civili che stava fuggendo da Zaporizhzhya, tra i feriti anche un bambino. E ieri si è parlato degli spari sulle persone in fila per il pane, a Chernihiv, a nord di Kiev, dieci i morti, secondo una notizia diffusa dall'Ambasciata americana a Kiev.
Il ministero della Difesa russo ha smentito. Non solo: in serata è emerso che sempre a Chernihiv il servizio per le emergenze, dopo aver sgomberato le macerie, di un dormitorio bombardato, ha rinvenuto i corpi di 5 persone tra cui 3 bambini. Segnalati nuovi bombardamenti sui palazzi della periferia di Kiev, mentre di nuovo a Mariupol, città martire a sud-est dell'Ucraina, i militari dell'esercito di Putin continuano a tenere in ostaggio 500 tra infermieri, medici e pazienti.
TRAPPOLA In totale sono 300mila i cittadini intrappolati in una città assediata dai russi, con bombardamenti costanti, dove non c'è acqua corrente, mancano cibo e riscaldamento, non vengono lasciati passare neppure gli aiuti umanitari. Altro fronte caldo a sud: lancio di missili, nella notte tra martedì e mercoledì, dalle navi della flotta russa contro Odessa, nel tratto che divide la città dal confine romeno: «Ha il sapore quasi una minaccia, un avvertimento per dire alla Romania di non inviare aiuti» osserva Ugo Poletti, editore dell'Odessa Journal. L'esercito di Putin sembra agire con ancora più spietatezza, incurante delle trattative dai tavoli della diplomazia, e ieri sono state numerose le segnalazioni di nuovi attacchi, anche contro i civili, anche contro le colonne di auto che tentavano di fuggire da Mariupol.
Sono proseguiti anche i rapimenti degli amministratori locali delle varie cittadine a Est che i russi stanno tentanto di occupare. Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ieri sono stati sequestrati sindaco e vicesindaco di Skadosk, non lontano da Kherson. Ieri però il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Tymoshenko ha annunciato che grazie a un'operazione speciale è stato liberato il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, rapito nei giorni scorsi e sostituito dai russi con una collaborazionista.
Ma l'attenzione di ieri pomeriggio si è spostata sul bombardamento del teatro di Mariupol. Costruito nel 1960, si trovava nel centro della città, circondato da un bel prato verde, in rete ci sono molte immagini che mostrano la normalità delle feste natalizie, con gli addobbi e la gente che passeggia. Da ieri pomeriggio la sua facciata bianca, i quattro pilastri con capitelli sormontati da una trabeazione e timpano sul modello di un tempi classico, non ci sono più.
I russi hanno bombardato la struttura, distrutto il cuore pulsante della cultura della cittadina ucraina. Come in altre occasioni, negano o affermano che che dentro vi fossero militari. Ma tutte le testimonianze concordano: all'interno del teatro c'erano i rifugiati, persone che avevano trovato riparo, visto che Mariupol è sempre più una città fantasma, con palazzi distrutti, carenza di cibo, gas ed elettricità. Il vicesindaco Sergei Orlov ha spiegato alla Bbc: «Pensiamo che all'interno vi fossero tra le 1.000 e le 1.200 persone».
Sempre su Twitter il profilo del parlamento ucraino nel tardo pomeriggio denunciava: «Non si sa quante persone siano morte sotto le macerie. Ci sono feroci battaglie. Nessuno può raggiungere i blocchi, non sappiamo se ci sono sopravvissuti». Oleksandra Matviichuk, responsabile del Centro per le libertà civili dell'Ucraina: «I russi hanno lanciato una bomba sul teatro drammatico di Mariupol, designato come luogo di ritrovo per le persone che hanno perso la casa e i mezzi di sussistenza. Tra coloro che erano in teatro, c'erano molti bambini e pazienti che necessitavano di attenzioni speciali». Secondo il consiglio comunale cittadino «le forze russe hanno intenzionalmente e cinicamente distrutto il Teatro Drammatico, l'aereo ha sganciato una bomba su un edificio dove si nascondevano centinaia di pacifici residenti». Che senso ha colpire un teatro con dei civili dentro?
La spiegazione iniziale dell'esercito invasore è che riteneva che all'interno vi fossero militari del battaglione Azov (formazione di estrema destra ucraina). L'esercito russo ha anche confezionato un'altra spiegazione: «Non abbiamo bombardato noi il teatro», il battaglione Azov avrebbe fatto esplodere il teatro con dentro i civili per fare ricadere la colpa su Mosca.
Si tratta di una ricostruzione usata già in molti altri episodi, tanto che qualcuno dall'Ucraina ha fatto ironia amara: per i russi quelli dell'Azov sono milioni e ogni luogo che colpiscono. La strategia è collaudata: negare sempre, anche ciò che è evidente (il governo russo continua a sostenere che non c'è stata alcuna invasione). Era stata usata anche dopo il bombardamento dell'ospedale: si erano avvelenati i pozzi, sostenendo, che le donne ferite (purtroppo una è morta) erano attrici.
REPLICA Dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Un altro crimine orrendo a Mariupol. Un massiccio attacco russo sul Drama Theatre, dove si nascondevano centinaia di civili. L'edificio adesso è completamente distrutto, i russi non potevano non sapere che era un rifugio per i civili». D'altra parte, ciò che appare indiscutibile è che l'esercito russo da 21 giorni è entrato in Ucraina, lancia missili e bombarda anche palazzi e obiettivi civili, Mariupol è allo stremo, senza cibo e acqua. Questi sono fatti e non c'è propaganda che possa smentirlo. Sempre nei dintorni Mariupol, secondo gli ucraini, ieri è stato ucciso il quarto generale russo, si chiamava Oleg Mityaev. .