LA STRATEGIA DELLA PENSIONE DEL GOVERNO MELONI: SI LASCERA’ IL LAVORO CON 41 ANNI DI CONTRIBUTI ANCHE SE NON È STATO ANCORA DECISO CON QUALE ETÀ (61, 62 O 63 ANNI) – LA NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF È STATA APPROVATA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI. SUL TAVOLO ANCHE IL NUOVO SUPERBONUS, LE CARTELLE E IL FISCO – VIA LIBERA A NUOVE TRIVELLE PER AUMENTARE L’ESTRAZIONE DI GAS IN ITALIA - ALTA TENSIONE IN FORZA ITALIA PER

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Da corriere.it

 

L’emendamento sulle trivelle

All’esame del Consiglio dei ministri di oggi c’è anche un emendamento del governo sulle trivelle al decreto legge Aiuti ter: l’obiettivo è quello di aumentare l’estrazione di gas in Italia.

MELONI 1

 

L’esecutivo si preparerebbe dunque a sbloccare le perforazioni nell’Adriatico, «tra le 9 e le 12 miglia».

 

Nel complesso, queste misure puntano a sfruttare nuove riserve per 30 miliardi di metri cubici di gas.

 

Il nuovo superbonus

GIORGIA MELONI MEME BY CARLI

(Gino Pagliuca) Il governo punta a rivedere i maxi-sconti edilizi.

 

Nelle ultime settimane — dato per assodato che il superbonus cambierà con la prossima legge di bilancio, perché nelle formulazione attuale è troppo costoso per le finanze pubbliche — sono circolate varie ipotesi su come il nuovo esecutivo intende modificare le regole della maxiagevolazione.

 

Sull’entità del nuovo bonus le voci andavano da un minimo dell’80% a un massimo del 100%.

 

La tesi più accreditata al momento è che il punto di equilibrio verrà trovato a metà strada, al 90%. Con la presentazione , prevista per oggi, della Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), il passaggio propedeutico alla elaborazione della Legge di Bilancio, si potrà capire di più.

 

 

 

Si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, dice il governo

(Enrico Marro) Si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi. Con quale età ancora non è deciso, ma la nuova flessibilità potrebbe arrivare con la legge di Bilancio.

 

Lo ha fatto capire la ministra del Lavoro, Marina Calderone, dopo l’incontro con le parti sociali.

 

GIORGIA MELONI MEME BY CARLI

«Credo - ha detto - che 41 anni di contribuzione possa essere un numero di riferimento anche se è ancora presto per dire con quali condizionalità». Cioè se serviranno 61-62 o 63 anni d’età.

 

Nel primo caso sarebbe un’altra Quota 102 (oltre quella attuale, composta da 64 anni d’età e 38 di contributi) negli altri due una forma di Quota 103 (62+41) e 104 (63+41). Dipenderà dalle risorse disponibili (più si abbassa l’età più la misura costa).

 

Calderone ha anche confermato che saranno prorogate Opzione donna e Ape sociale.

 

 

Ore 19:20 - Il Consiglio dei ministri approva la Nadef

La Nota di aggiornamento al Def, secondo quanto si apprende da fonti di governo, è stata approvata dal Consiglio dei ministri.

 

Ore 19:14 - Il puzzle delle commissioni, intanto: i nomi

Intanto, i partiti di maggioranza sembrano aver raggiunto anche l’accorso sulla composizione delle 24 commissioni permanenti di Camera e Senato (14 a Montecitorio e 10 a Palazzo Madama) — tasselli essenziali nell’azione di governo.

MELONI PALAZZO CHIGI

 

A Fratelli d’Italia, secondo l’accordo raggiunto, spettano metà delle presidenze, 12 in tutto, 7 alla Camera e 5 al Senato; alla Lega ne andranno 7 (4 e 3) e a Forza Italia 5 presidenze (3 e 2).

 

A rendere complesso il «puzzle» è la volontà di «incrociare» ciascun ministero con i presidenti delle relative Commissioni, in modo tale che se un ministro è di un partito, le presidenze delle Commissioni di merito di Camera e Senato vadano agli altri partiti della coalizione, e da quella di evitare che lo stesso partito abbia entrambe le presidenze delle due Commissioni di merito dei due rami del Parlamento.

 

Ad esempio la Affari Costituzionali del Senato andrebbe ad Alberto Balboni (Fdi) e quella della Camera al leghista Igor Iezzi; la Bilancio di Palazzo Madama spetterebbe a Nicola Calandrini (Fdi) e a Montecitorio all’«azzurro» Roberto Pella, e così via.

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I rumor del Transatlantico della Camera fanno rimbalzare i nomi, per quel che riguarda Fdi, di Giulio Tremonti alla Esteri (come ogni volta che in passato non è stato ministro), di Marco Osnato (o Andrea De Bertoldi o Ylenia Lucaselli) alla Finanze, di Carolina Varchi alla Giustizia (se non sarà dirottata all’Antimafia), di Federico Mollicone alla Cultura, mentre al Senato si parla di Francesco Zaffini alla Sanità e Luca De Carlo all’Industria e Agricoltura (una delle Commissioni unificate rispetto al passato), oltre a Balboni e Calandrini.

 

La Lega mette in campo a Palazzo Madama Giulia Bongiorno alla Giustizia, Massimo Garavaglia alle Finanze, nonché Roberto Marti all’Agricoltura e Industria e Maria Cristina Cantù alla Sanità se queste due presidenze saranno attribuite a Fdi alla Camera anziché al Senato.

giorgia meloni celebrazione 4 novembre

 

A Montecitorio il partito di Matteo Salvini propone per la Difesa uno tra Nino Minardo, Paolo Formentini ed Eugenio Zoffili. In Fi si è ancora alle prese con la suddivisione dei nomi tra le varie componenti del partito, con Stefania Craxi data in pole position per la Esteri del Senato e Francesco Battistoni alla Agricoltura della Camera.

 

Ore 19:09 - La nota di Berlusconi, su nomine e linea politica di Forza Italia

Le tensioni, dentro Forza Italia, continuano a rimanere al di sopra del livello di guardia. E a testimoniarlo ulteriormente è una nota del presidente del partito, Silvio Berlusconi, che arriva a Consiglio dei ministri in corso.

 

«Con riferimento alle notizie apparse su organi di stampa negli ultimi giorni, e relative a presunti malumori e dissidi interni a Forza Italia», si legge, «mi sento in dovere di precisare che, come sempre accaduto, tutte le nomine di governo, per ciò che attiene il nostro movimento, sono state proposte dal sottoscritto. Rilevo inoltre che, al netto di quanto riportato dagli stessi media, in realtà il nostro partito è unito e compatto nel sostegno convinto al governo di centrodestra scelto liberamente dagli italiani. Ancora, voglio ricordare che la linea politica di Forza Italia è sempre stata determinata dal sottoscritto che, come noto, è solito ascoltare tutti gli interessati salvo poi assumere una decisione come doverosa sintesi delle varie opinioni, nell’interesse esclusivo degli italiani».

 

 

giorgia meloni nel 2018 proponeva lo scioglimento della zona euro 3