DA STRAUSS KAHN A BAUPIN, LA FRANCIA HA SEMPRE LA PATTA APERTA - IL VICEPRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA HA INVIATO PER MESI SMS PORNO ALLE COLLEGHE E ALCUNE CERCAVA DI SLINGUAZZARLE - QUELLA VOLTA CHE TIRÒ L'ELASTICO DELLE MUTANDINE A DUE GIORNALISTE
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Denis Baupin si sarebbe comportato per anni ancora da «Dominique Strauss-Kahn dei Verdi», come lo chiamavano nel partito, se non si fosse prestato a una foto di troppo. Lo scorso 8 marzo il deputato ecologista si è coraggiosamente fatto ritrarre assieme a sette colleghi maschi con il rossetto sulle labbra - nobile atto di solidarietà contro le violenze fatte alle donne - e ha pure twittato l' immagine scrivendo «i deputati si impegnano».
«Quella foto mi ha fato vomitare», dice Elen Debost, vicesindaca di Le Mans. «È stato un elettrochoc» per Sandrine Rousseau, della direzione del partito ecologista Eelv. Le colleghe abituate a sopportare in silenzio non hanno tollerato la presa in giro suprema, la faccia di bronzo - con rossetto - di un uomo che nel 2011 per mesi aveva scritto a Elen centinaia di sms pornografici, e che aveva aggredito Sandrine bloccandola violentemente contro il muro con le mani sul petto, cercando di baciarla durante la pausa di una riunione. Annie Lahmer, consigliera regionale dell' Île-de-France, racconta di avances pesanti rifiutate alla fine degli anni Novanta e della risposta pronta di Baupin «allora non farai mai carriera nel partito».
Anche la deputata verde Isabelle Attard parla di una «persecuzione quasi quotidiana fatta di sms provocatori da giugno 2012 a novembre 2013». Le quattro donne hanno accettato di testimoniare con nome e cognome - assieme ad altre quattro rimaste anonime - nell' inchiesta di France Inter e Mediapart che ha portato, lunedì pomeriggio, alle dimissioni di Baupin dalla carica di vicepresidente dell' Assemblea nazionale.
L' ennesimo scandalo sessuale che turba la vita politica francese è tutto fuorché inaspettato. Per la reputazione del protagonista, e per il generale clima sessista che si respira nei corridoi delle istituzioni, denunciato esattamente un anno fa da quaranta giornaliste con un clamoroso appello su Libération intitolato «Giù le zampe!».
Nell' aprile scorso, il ministro delle Finanze Michel Sapin è stato messo in imbarazzo da una scena raccontata nel libro L'Élysée off di Stéphanie Marteau e Aziz Zemouri: nel 2015, a Davos, due giornaliste si abbassano per raccogliere una penna caduta a terra e Sapin dice «ah, ma che cosa mi fate vedere?» prima di tirare l' elastico delle mutandine a una di loro. Sapin ha smentito ma l' ex collega ministra Delphine Batho adesso torna a chiedere «spiegazioni, o almeno delle scuse».
Questo è il contesto. E come accadde con Dominique Strauss-Kahn, ora che si è rotta l' omertà il commento più frequente a proposito di Baupin è «lo sapevano tutti». Forse anche la moglie Emmanuelle Cosse, ministra ecologista degli Alloggi e dell' habitat sostenibile.
Secondo il collega di partito Yves Contassot «quando ci sono state allusioni al comportamento di Baupin, di recente durante una riunione, la persona che ha troncato la discussione è stata Emmanuelle Cosse». La ministra e moglie di Baupin sostiene invece di non avere mai sospettato nulla, e chiede che della questione si occupi la giustizia: per punire il marito se i fatti vengono accertati, o chi lo calunnia in caso contrario.
La Procura ha aperto un'inchiesta preliminare per aggressione sessuale, mentre Baupin ha annunciato denunce per diffamazione. Dai leader come Bill Clinton, Silvio Berlusconi o il presidente israeliano Moshe Katsav fino a figure importanti ma meno centrali come Baupin, non si contano i politici di tutto il mondo toccati a vario titolo da decenni di scandali a sfondo sessuale. C'è forse però una specificità francese, la convinzione machista che in fondo certi comportamenti siano tollerabili in un ambiente che si nutre di ego, di potere e delle leggendarie arti seduttive dei grandi presidenti del passato, Giscard e Mitterrand.
Stavolta nessuno ha commentato «in fondo non è morto nessuno», come Jack Lang fece a proposito di Strauss-Kahn e Nafissatou Diallo al Sofitel di New York, quindi qualche progresso negli ultimi anni (era il 2011) è stato fatto.
Ma se le donne finalmente vengono allo scoperto per fermare Denis Baupin, è anche per farla finita con eufemismi molto correnti nei corridoi della politica, come mains baladeuses (le mani sul seno o sul sedere) o drague lourde (provarci in modo fisico e insistente, incuranti del no). La seduzione è un' altra cosa, quelle sono aggressioni.