SUPERBONUS, SUPERSCAZZO NELLA MAGGIORANZA – NELL’ULTIMA NOTTE DELLA MANOVRA AL SENATO, FORZA ITALIA RILANCIA LA PROROGA AL 110% CHE LA MELONI VEDE COME KRYPTONITE - IL TITOLARE DEL MEF GIANCARLO GIORGETTI NON HA CAMBIATO IDEA. “RADIOATTIVO” - NIENTE SGRAVI AI CALCIATORI, IL FORZISTA LOTITO SBUFFA: "CHE SENSO HA VOTARE COSÌ? NON PASSA NIENTE, NON TI DANNO NIENTE, MA IO UN SEGNALE A LORO GLIEL'HO DATO…”
-Giuseppe Colombo per https://www.repubblica.it/ - Estratti
La Penelope della manovra appare al Senato nel pieno della notte da tregenda. Si autodenuncia, Claudio Lotito. Sbuffa, davanti alla sala Koch. Dentro i colleghi senatori della commissione Bilancio votano gli emendamenti alla Finanziaria. Lui, guadagnato un divanetto in pelle, sfodera un tono di sfida: "Che senso ha votare così? Non passa niente, non ti danno niente, ma io un segnale a loro gliel'ho dato". Al governo che il suo partito, Forza Italia, sostiene. Ma nella lunga notte della legge di bilancio a Palazzo Madama, gli azzurri si fanno pungolo. Sbottano, pretendono. E disfano la tela.
Quello del patron della Lazio è un assillo più che un segnale: il taglio alle agevolazioni per i calciatori, recita la richiesta, deve essere rinviato al 2028. Un ritornello che ripete fino alle tre e mezza di notte, quando la commissione è intenta a bocciare, uno dopo l’altro, gli emendamenti delle opposizioni.
Ma l’assalto si frantuma contro il muro del governo.
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A un certo punto la riunione si interrompe. Il forzista Dario Damiani lascia l’aula per qualche minuto. Si apparta e consegna al telefono un messaggio perentorio: “Non esiste proprio, noi vogliamo sei milioni in spesa corrente e sei in quota capitale. E punto”.
Sa, il senatore Damiani, che la vera partita si giocherà a notte fonda, dopo che la commissione avrà cestinato gli emendamenti delle opposizioni. Subito dopo si passerà a votare gli emendamenti dei relatori, i contenitori delle micro-norme concesse ai partiti. Lì dentro ci sono soldi freschi e risorse per gli investimenti, in conto capitale.
Ma lo schema messo a punto dal governo non contempla fughe in avanti. Tutto si regge su un equilibrio delicato: non euro in più a un partito invece che a un altro. Le tabelle dei ministeri, il pozzo dei soldi, sono state tirate al massimo.
“Tacea la notte placida”. Giuseppe Verdi, Il Trovatore. L’orologio segna cinque minuti dopo l’una. E in commissione matura il sereno. Le opposizioni mettono a punto l’emendamento unitario che destina 40 milioni a misure per la lotta contro la violenza sulle donne.
Ma due ore dopo arriva un nuovo fascicolo. Altre misure. “Notte, perpetua notte che qui regni”. I due Foscari, il sempiterno Verdi. Il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris ha un sussulto. Damiani gli dà man forte. “E il Superbonus?”. È un richiamo a una speranza che Forza Italia nutre da giorni, per la richiesta avanzata al ministero dell’Economia: una norma “salva-condomini”, da tradurre in un Sal straordinario per certificare l'avanzamento dei lavori nel 2023, salvaguardando così l'agevolazione piena. All’ultimo momento, dentro la manovra.
Ma la parola Superbonus non compare nei fogli che i commessi conducono dalla fotocopiatrice ai banchi dei senatori. Il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti non ha cambiato idea. “Radioattivo” era il 110% il giorno prima, nella definizione data alla kermesse di Atreju. E radioattiva resta l’idea di un intervento.
Ma dentro il fascicolo ci sono le riformulazioni attese. E tutti possono rivendicare di essere riusciti a strappare qualcosa, nella seduta “a favor di tenebre”. I “ciellini” di governo, come Noi Moderati di Maurizio Lupi, portano a casa 500 mila euro all’anno, fino al 2026: soldi alla Fondazione per la sussidiarietà, area Cl.
Sorride anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il cognato d’Italia: due milioni all’anno, dal 2024, per gli uffici di diretta collaborazione. E 90 assunzioni all’Agea, l’Agenzia per l’erogazioni in agricoltura.
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