SWINGING GIORGIA! – MELONI IN VISITA A LONDRA APPOGGIA LA LINEA DURA DI SUNAK SUI MIGRANTI, NONOSTANTE I DISTINGUO DEI CONSIGLIERI DIPLOMATICI, E ARRIVA A SOSTENERE ANCHE IL DISCUSSO PIANO DI DEPORTAZIONI IN RUANDA CHE VUOLE PORTARE AVANTI IL GOVERNO BRITANNICO – LA DUCETTA HA BISOGNO DI SPONDE, E IL PREMIER CONSERVATORE DI LONDRA È UN PREZIOSO ALLEATO. OGGI MELONI ANDRÀ A FAR VISITA AGLI INVESTITORI DELLA CITY, PER CONVINCERLI CHE L’ITALIA, NONOSTANTE DEBITO E INCIAMPI SUL PNRR, È AFFIDABILE (AUGURI!)
-
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”
[…] Giorgia Meloni allunga il passo sul marciapiede che la porta al numero 10 di Downing Street. Sunak è a pochi metri che l'aspetta per la stretta di mano. Le urla dei giornalisti si mescolano a quelle dei manifestanti che fuori dai cancelli sventolano cartelli e lanciano grida inequivocabili: «Sì ai rifugiati, no alla fascista Meloni», «Via l'erede di Mussolini».
Meloni abbozza, poi si gira verso i cronisti che continuano a chiederle del Ruanda: «Non è questo il momento delle domande». Risponderà più tardi, in hotel, al termine del bilaterale con il premier inglese, dopo aver tirato un sospiro di sollievo ed essersi assicurata che a Roma abbiano risolto il pasticcio parlamentare sullo scostamento di bilancio. «Condivido la linea di Sunak sui migranti, anche sul Ruanda».
[…] Le affinità sentimentali tra due governi conservatori, accomunati da una muscolare politica contro l'immigrazione clandestina, autorizzano Sunak a spingersi fino ad auspicare un endorsement di Meloni sulla controversa proposta di legge in discussione nel Regno Unito.
Il piano dei tories prevede che chi entra irregolarmente non potrà più richiedere la cittadinanza e potrebbe finire bandito a vita dalla Gran Bretagna. I migranti verranno detenuti per 28 giorni e poi rimpatriati o spediti in Ruanda.
Il dibattito sulla proposta è feroce. Si combattono battaglie legali nelle corti britanniche, mentre in Europa la Corte dei diritti umani l'ha definita una violazione delle leggi internazionali e umanitarie.
Sono presupposti che non facilitano la missione di Meloni. La diplomazia italiana fa capire agli inglesi i limiti oltre i quali non si può spingere la premier. Sembra un paradosso per un esecutivo di destra, sovranista, che ha impostato i primi mesi di governo su decreti contro le Ong e i salvataggi in mare. Ma l'Italia, viene spiegato da fonti diplomatiche, è un Paese dell'Ue, con vincoli precisi. Anche rispetto ai partner dell'Unione.
[…] Si lavora di cesello fino all'ultimo. Parola per parola. E il comunicato finale sembra rispettare le premesse. Sunak e Meloni sostengono «un cambio di passo necessario nell'approccio alla politica migratoria» e concordano sul «rendere prioritaria la dimensione esterna come soluzione strutturale», rafforzando «l'impegno con Paesi terzi di origine e di transito». È un inciso però a rivelare le prudenze italiane, quando si sostiene che si dovrà «tenere contro degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Ue».
Il capitolo migratorio sembra chiuso qui. E invece è bastato un commento in più a Meloni, per concedere a Sunak quella sponda che il primo ministro conservatore cercava nella collega italiana: «Dobbiamo fare i conti con il fatto che noi non possiamo accogliere tutti quelli che illegalmente arrivano da noi. Con le garanzie necessarie, di rispetto dei diritti umani, di sostentamento economico, che cosa viene contestato? - chiede - Il Ruanda è considerata una nazione inadeguata, perché sta in Africa?». In fondo, aggiunge Meloni, «da tempo io propongo che si aprano degli hot spot in Nord Africa, dove valutare le richieste d'asilo».
[…] Meloni e Sunak parlano di Ucraina, di Nato, di alleanza militare, di affari comuni nel settore della difesa e dell'energia. Il memorandum è un accordo rivolto al futuro, nato dal bisogno di Londra di riavvicinarsi ai partner del G7 dopo la Brexit.
Per Meloni è l'occasione di una legittimazione ulteriore, in una capitale che è il crocevia di interessi strategici cruciali per Alleanza atlantica e per le dinamiche finanziarie.
L'Italia è gravata da un debito enorme e dall'incubo del Pnrr.
[…] È contenta che Sunak le abbia riconosciuto una gestione oculata dei conti e «la stabilità» dell'economia italiana. Ovvio che a pochi passi da qui, nella City, il governo della destra italiana è un osservato speciale. Oggi Meloni potrebbe vedere qualche investitore. Previsto un incontro con rappresentanti della Pimco, società che si occupa di gestione di fondi. Poi la premier si ritaglierà tempo e spazio per visitare la città. […]