TAJANI ATTACCA SALVINI MA PARLA A MELONI – IL SEMPRE MITE MINISTRO DEGLI ESTERI HA TROVATO UN PIGLIO DA PANZER, SU MANDATO DI MARINA BERLUSCONI (INCAZZATISSIMA PER LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI CHE COLPISCE MEDIOLANUM) – E COSÌ, DOPO LO SCAZZO SULLA PRIVATIZZAZIONE DEI PORTI, PRENDE LE DISTANZE DAL “CAPITONE” E INSISTE SULLE PENSIONI MINIME, MENTRE LA LEGA RICICCIA IL VECCHIO CAVALLO DI BATTAGLIA DI QUOTA 41…
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1. SALVINI E TAJANI DIVISI ANCHE SULLE PENSIONI FI INSISTE PER LE MINIME, LA LEGA: "QUOTA 41"
Estratto dell’articolo di Serena Riformato per “La Stampa”
Entrambi i protagonisti gettano acqua sul fuoco: nessuno scontro, andiamo d'accordo, «siamo diversi, ma lavoriamo insieme», assicura Antonio Tajani a La Stampa. Il dato politico però c'è: i due vicepremier del governo di Giorgia Meloni, da qualche settimana, non sono d'accordo quasi su niente.
Sul palco de “La Piazza”, la rassegna di Affaritaliani.it a Ceglie Messapica, i due ministri non si incrociano […] ma si contraddicono a distanza. Tutto sommato. Prendiamo le privatizzazioni. Il leader di Forza Italia non indietreggia: «Sui porti – ripete – ho fatto presente un principio con cui sono cresciuto politicamente: meno Stato e più impresa per fare crescere l'economia». E quindi: «Più servizi vanno affidati alle imprese», ma senza toccare i «beni demaniali».
Neanche dieci minuti dopo il ministro dei Trasporti lo saluta dal maxi-schermo sotto la Torre dell'orologio: «A Tajani vorrei dire che sui porti bisogna stare molto attenti, ci sono già presenze cinesi. Prima di spalancare le porte a chi ci vede come terra di conquista, ci penserei».
[…] Sulla previdenza, allora. Anche lì ricette diverse: il segretario della Lega affetto al consueto cavallo di battaglia di Quota 41; Antonio Tajani fermo sull'antico adagio berlusconiano: «Io credo che si possa fare anche un piccolo passo in avanti sull'aumento delle pensioni minime», per portarle a 700 euro. Ma lo sanno entrambi: o l'una o l'altra, forse nessuna.
L'altra faglia sulla manovra si è aperta prima della pausa estiva e ancora non si è ricca: gli extraprofitti delle banche. Matteo Salvini ci ha messo subito il cappello con la presidente del Consiglio. Il segretario di Forza Italia non parla d'altro da settimane: bisogna cambiare la norma. Battendo su quattro punti: escludere le banche di piccole dimensioni, non far gravare la tassa sui titoli di Stato, renderla deducibile e chiarire che si tratta di un'imposta una tantum.
[…]
Gran finale delle divergenze, la politica europea. Gli slogan ripetuti rimangono di segno opposto: «Preferisco la serietà della Le Pen alle politiche di Macron e dei socialisti europei», insiste il leghista. «Impossibile che si crei a Bruxelles una maggioranza con Le Pen e Alternative für Deutschland», scandisce, una volta di più, l'ex presidente del parlamento europeo. E in riferimento alle politiche del partito dell'ultradestra tedesca rincara la dose: «Mi fa schifo chi dice che un bambino disabile non può stare in classe con gli altri compagni – aggiunge Tajani – sono idee dal sapore nazista».
2 – SALVINI-TAJANI, SCONTRO SU PORTI E PENSIONI
Estratto dell'aticolo di Chiara Spagnolo per “la Repubblica”
«Alcuni servizi nei porti devono essere privatizzati», dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Attenzione a spalancare le porte a chi ci vede come una colonia o come terra di conquista», ribatte il titolare delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Le priorità dei due vicepremier corrono su rette parallele, che per forza di cose non possono incrociarsi. E nella piazza di Ceglie Messapica alla kermesse organizzata da Affaritaliani - anticipano lo scontro che oggi animerà il primo Consiglio dei ministri post vacanze.
[…] E non è un caso che il segretario di Forza Italia chiarisca: «Porterò in consiglio dei ministri la nomina del nuovo ambasciatore in Niger e cominceremo ad affrontare i grandi temi della manovra, il 6 settembre ci sarà una riunione della maggioranza», quasi ad anticipare che su molti temi ci sarà da battagliare. E comincia a schierarsi: «Ha ragione il ministro dell’Economia Giancarlo Georgetti: non si può fare tutto. Dunque puntiamo su alcune priorità».
Quelle di Forza Italia sono: «La stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale del 7% che scade il 31 dicembre» e, più genericamente, «difendere il potere d’acquisto di famiglie, imprese e anziani, aumentare le pensioni minime». Ma, proprio in merito alle pensioni, la tempistica di FI e Lega non è la stessa. Tajani ricorda «l’obiettivo è di portarle a 1.000 euro entro fine legislatura», Salvini vorrebbe l’aumento già in questa manovra.
Altre distanze sono evidenti con Fratelli d’Italia e da parte di Tajani torna il giudizio duro sull’atteggiamento tenuto dalla premier Giorgia Meloni in relazione alla tassazione degli extraprofitti delle banche: «Si poteva fare meglio, perché le banche non sono tutte uguali, bisogna escludere le piccole banche, le Bcc e le banche popolari che raccolgono risparmi ma non fanno profitti».
Poi annuncia quattro emendamenti che presenterà Forza Italia nella speranza di introdurre gli agognati correttivi. Salvini, invece, sul punto non ha recriminazioni da fare. Per lui tra le priorità ci sono «centinaia di opere che finora sono rimaste ferme» e cita autostrade, porti, il ponte sullo Stretto, che invece potrebbe restare fuori dalla manovra. […]