TANTO RIGORE PER NULLA - IN EUROPA VOLANO GLI STRACCI: L’ITALIA (CON LA SPONDA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE JUNCKER) CONTRO LA GERMANIA - IL SUPERFALCO TEDESCO SCHAEUBLE SBOTTA: "L’UE CONTROLLI I BILANCI" - RENZI REPLICA: "BRUXELLES INIZI DA QUELLI DI BERLINO CHE HA UN SURPLUS COMMERCIALE ELEVATO" - - -
Marco Bresolin per la Stampa
Come allo stadio, anche in Europa si litiga sul rigore. Italia contro Germania. Eurosocialisti contro europopolari (alleati a Strasburgo). E Bruxelles, nel senso della Commissione, in questa partita non fa l' arbitro ma si trova a giocare a fianco dell' Italia e dei socialisti (nonostante a guidarla ci sia un popolare come Jean-Claude Juncker). Ad accendere la miccia ci ha pensato il ministro delle Finanze tedesco, il "falco" Wolfgang Schaeuble. Parlando al Bundestag, ha criticato duramente il nuovo orientamento nelle politiche di bilancio proposto una settimana fa dalla Commissione.
Juncker aveva infatti chiesto un cambio di passo. Basta austerità, sì a politiche espansive per favorire la crescita. Nel farlo, la Commissione aveva invitato i Paesi con maggiori margini di spesa ad aumentare gli investimenti. Rientrando in questa categoria, la Germania si è sentita chiamata in causa. Il suo ministro delle Finanze ha sbottato e ha respinto le accuse: «Credo che le raccomandazioni di Bruxelles vadano al destinatario sbagliato», ha detto Schaeuble, che poi ha attaccato la Commissione. «Non fa rispettare le regole sui bilanci statali».
E qui, anche senza alcun riferimento diretto, si è improvvisamente materializzato il caso-Italia. Una settimana fa, complice la tregua referendaria, la Commissione ha chiuso più di un occhio sui nostri conti pubblici, applicando un' interpretazione molto elastica sulle spese eccezionali da escludere dai vincoli del Patto di Stabilità (il che, comunque, potrebbe non essere sufficiente per far rientrare la manovra nelle regole).
La polemica sollevata da Schaeuble si dunque è trasformata in un preziosissimo assist per Matteo Renzi: «Il ministro tedesco dice che l' Ue non controlla i bilanci e io sono d' accordo. Penso che l' Ue debba controllare il bilancio tedesco, che ha un surplus commerciale elevato». L' avanzo di Berlino quest' anno salirà all' 8,9% del Pil, mentre l' Ue raccomanda di non sforare il tetto del 6%.
Lo scontro è poi proseguito nell' aula dell' europarlamento di Strasburgo, dove i socialisti si sono ritrovati a difendere le scelte del popolare Juncker. Per la prima volta, la Commissione ha infatti fissato un obiettivo globale di crescita per l' Eurozona, pari allo 0,5% del Pil, da raggiungere attraverso politiche espansive. Per Patrizia Toia, capo-delegazione del Pd, la svolta di Juncker è «la dimostrazione che l' Ue sta veramente cambiando verso».Ma per il suo collega del Ppe Gunnar Hoekmark, svedese, la Commissione sbaglia perché «non si possono cambiare le regole del gioco» a partita in corso.
Come già aveva fatto la scorsa settimana in una intervista a La Stampa, il capogruppo dei popolari Manfred Weber ha poi attaccato Renzi, invitandolo a smettere di usare l' Ue come capro espiatorio. Gli ha risposto il presidente degli eurosocialisti, Gianni Pittella: «In Europa l' unico "bad guy" è Schaeuble. Va fermato, altrimenti porterà l' Europa alla disintegrazione». Il braccio di ferro proseguirà sul tavolo dell' Eurogruppo il prossimo 5 dicembre, proprio all' indomani del referendum italiano.