TE C’HANNO MAI MANDATO? – BEPPE GRILLO RIBADISCE IL LIMITE DEI DUE MANDATI E I BIG DEL MOVIMENTO, CHE TEMONO DI NON ESSERE RICANDIDATI, SONO IN RIVOLTA: "SE NON MI CANDIDANO, È ESCLUSO CHE PASSI LA MIA ESTATE AD AIUTARE UN MOVIMENTO CHE VUOLE SCARICARMI” - PER IL SENATORE GIANLUCA PERILLI, POI, LO STOP ALLA RICANDIDATURA AVREBBE IL SAPORE DELLA BEFFA: INCARICATO DI STILARE IL PROGRAMMA DI GOVERNO GRILLINO, DOPO RIUNIONI INFINITE, DOVREBBE LASCIARE CHE ALTRI COLLEGHI RACCOLGANO IL FRUTTO DEL SUO LAVORO…
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Federico Capurso per “la Stampa”
Se non fosse stata chiara la prima volta, la seconda fosse sfuggita e la terza dimenticata, ecco Beppe Grillo tornare sul blog con un videomessaggio per ricordare ai suoi «ragazzi», con «cuore da ragioniere» che la regola dei due mandati non potrà essere modificata. «È la nostra luce nelle tenebre», dice il Garante delle regole e dei princìpi grillini, con la volontà di chiudere definitivamente la questione. E spegnere, magari, il cicalio dei big tornati a bersagliarlo di messaggi per ottenere una deroga che li salvi dall'incubo di scomparire.
Gran parte della nomenclatura pentastellata è destinata a dare l'addio al Palazzo, se Giuseppe Conte non riuscirà a trovare una soluzione. Raccontano che la sua vice, Paola Taverna, sia «furibonda». Vito Crimi «affranto», come anche il presidente della Camera Roberto Fico, che aveva già fatto la bocca su un collegio blindato in Campania.
E poi Stefano Buffagni, Alfonso Bonafede, Virginia Raggi, i ministri Federico D'Incà e Fabiana Dadone: la lista è lunga e adesso sono in pochi a volersi spendere in campagna elettorale: «Se non mi candidano, è escluso che passi la mia estate ad aiutare un Movimento che vuole scaricarmi», dice a La Stampa uno degli interessati.
È un pensiero «diffuso», quello di disertare i palchi e le piazze estive, che rischia di minare il cammino verso il giorno del voto. Per il senatore Gianluca Perilli, poi, lo stop alla ricandidatura avrebbe proprio il sapore della beffa: incaricato di stilare il programma di governo grillino, in una girandola di riunioni infinite, dovrebbe lasciare che altri colleghi raccolgano il frutto del suo lavoro.
Mentre i maggiorenti pentastellati si trincerano in un silenzio che meglio di ogni altra cosa ne fotografa il dramma, alcuni loro colleghi intervengono per applaudire il Garante.
Danilo Toninelli è al secondo giro, ma aveva già annunciato che non si sarebbe ricandidato e ora brinda: «Ho le lacrime agli occhi. Benissimo Grillo!
Ora avanti a testa alta e se qualche altra zavorra si staccherà dal M5S, vorrà dire che riusciremo a volare ancora più alti».
Potrebbe invece rientrare Alessandro Di Battista, di ritorno dalla Siberia, anche se resta prudente: «In tanti mi state dicendo che è il momento di buttarmi nella mischia - spiega in un video affidato ai social -, ma io non sono disposto a tutto pur di ritornare in Parlamento». E in quel «tutto» c'è soprattutto l'alleanza con il Pd.
C'è anche chi aveva due legislature alle spalle e ora è pronto a candidarsi in un altro partito.
Categoria a cui Grillo rivolge uno sfottò: «Entrano in politica per diventare poi una "cartelletta". Giggino' a cartelletta" - punge il Garante riferendosi a Luigi Di Maio - ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. E con lui decine di altre cartellette che lo hanno seguito». Di Maio però è convinto di poter ottenere almeno qualche seggio. E dal suo punto di vista, forse, questo basta anche a sopportare l'imbarazzo di essere entrato nel Palazzo con l'idea di scardinare la «vecchia politica», per poi trovarsi costretto - si racconta - a correre alle prossime elezioni a braccetto del Centro democratico dell'infinito Bruno Tabacci, giunto alla sua sesta legislatura.
Nel Movimento, però, in pochi pensano al destino del ministro degli Esteri. Tira una brutta aria. Conte è preoccupato, le liste elettorali vanno chiuse rapidamente e adesso rischia di avere pochi nomi di peso con cui trainare il partito. Si sta ragionando sull'ipotesi di modificare almeno le due regole interne che prevedono l'obbligo di candidarsi nel collegio elettorale in cui si ha la residenza e di portare gli over40 in Senato e gli under alla Camera, ma non basta.
E trovare una strada per aggirare il limite di due mandati «ora è complicato», ammettono ai piani alti del M5S. Grillo ha persino riesumato la vecchia battaglia per introdurre in Costituzione il limite di due legislature, perché adesso si è accorto che «tutti questi sconvolgimenti, queste defezioni nel nostro Movimento sono provocate da questa regola che è innaturale, contro l'animo umano». Peccato se ne ricordi dopo aver visto passare tre governi con i Cinque stelle a bordo, durante i quali l'argomento è stato sempre evitato. Vorrebbe anche una legge proporzionale e una legge che introduca la sfiducia costruttiva, ma il suo partito ha contribuito alla caduta del governo Draghi. E il tempo è finito.