I TEDESCHI SONO PRONTI PER UNA ECO-CANCELLIERA? - DOPO ANGELA MERKEL, POTREBBE ESSERCI ANCORA UNA DONNA AL COMANDO IN GERMANIA: ANNALENA BAERBOCK, 40 ANNI, DEI VERDI - IL PARTITO AMBIENTALISTA È DA MESI STABILMENTE SOPRA IL 20% NEI SONDAGGI E PUNTA PER LA PRIMA VOLTA AL PRINCIPALE INCARICO DEL PAESE, ANCHE SE IL PROFILO DELLA SUA CANDIDATA È UN PO' TROPPO "GRILLINO": SLOGAN PER IL CAMBIAMENTO E CONTRO LO STATUS QUO, ZERO ESPERIENZA GOVERNATIVA...
-Uski Audino per "La Stampa"
Un'altra cancelliera dopo Angela Merkel è possibile: il suo nome è Annalena Baerbock, 40 anni, nominata ieri candidata dei Verdi per la corsa alla cancelleria alle elezioni federali di settembre.
Il partito ambientalista, dato stabilmente nei sondaggi da alcuni mesi sopra il 20% e al governo in 11 Länder su 16, potrebbe per la prima volta ambire al principale incarico del Paese e lei potrebbe essere la candidata di punta, se a giugno il partito sceglierà di confermarla.
«Una combattente, concentrata, e con una forte volontà» l'ha definita Robert Habeck, che ha condiviso con lei oltre tre anni alla guida del partito.
Per Winfried Kretschmann, popolare governatore verde del Baden-Wuerttemberg, Baerbock «è in un certo senso la personificazione del superamento del conflitto Est-Ovest». Nata a Ovest vicino Hannover, in Bassa Sassonia, Baerbock si è trasferita nell'ex Land dell'Est, il Brandeburgo, dove vive con un marito e due bambine a Potsdam, alle porte di Berlino.
La carriera di Baerbock è rapida e veloce, tanto quanto lo è stata quella di Merkel. Fresca di Master alla London School of Economics, entra in politica nel 2005, come capoufficio di una deputata verde tedesca al Parlamento europeo, lo stesso anno in cui Merkel viene eletta per la prima volta alla Cancelliera.
Nel 2013 Baerbock entra per la prima volta al Bundestag mentre Merkel vara il suo terzo mandato. Dopo 5 anni da parlamentare, la deputata 37enne viene eletta alla guida del partito ambientalista insieme al 51enne filosofo Robert Habeck, già ministro dell'Ambiente nel proprio Land.
Fin dall'inizio Baerbock ha le idee chiare: non vuole essere «la donna accanto a Robert». E infatti nel giro di qualche anno è lei ad emergere: nel 2019 viene riconfermata co-leader dei verdi con il 97% dei consensi.
«Entrambi volevamo il posto ma uno solo poteva averlo» ha detto Habeck nel ritirare la sua candidatura ieri, una decisione presa a porte chiuse prima di Pasqua, senza che filtrasse nulla alla stampa. I due appartengono alla corrente dei "realos", l'ala pragmatica dei verdi improntata alla realpolitik e contrapposta ai "fundis", meno propensi al compromesso.
«La protezione del clima è il compito del nostro tempo e della nostra generazione» ha detto Baerbock, fresca di nomina, annunciando il principale punto del suo programma. «Quando avremo sotto controllo l'epidemia il primo compito deve essere mettere in atto un programma per la protezione del clima» in modo da implementare l'accordo di Parigi e raggiungere l'obiettivo del contenimento entro 1,5 gradi dell'innalzamento della temperatura. Istruzione, digitalizzazione e benessere sociale «che non funziona senza un'economia forte», sono altri punti importanti per cui servono investimenti pubblici da 50 miliardi di euro.
Sul fronte internazionale la bussola di Baerbock e dei Verdi si orienta su due punti: il legame transatlantico e il rafforzamento dell' Europa. Le sfide e le tensioni globali saranno affrontate in futuro contando «sull'amicizia transatlantica», ma «siamo in mezzo a potenze autoritarie, in Europa e fuori, che ci sfidano come democrazia liberale» e per questa ragione «c'è bisogno di un'Europa forte» e «di una chiara posizione europea», ha sottolineato in conferenza stampa facendo riferimento a Russia e Cina.
«Con le potenze autoritarie bisogna avere una forte guida politica e questo significa chiara nella sostanza ma attraverso il dialogo», ha aggiunto.
Rafforzare l'Europa per i verdi significa anche rendere «permanente il fondo di ricostruzione appena creato», «integrarlo saldamente nel bilancio dell' Ue», si legge nel programma elettorale. Quindi sì al Recovery Fond, e sì alla riforma del patto di stabilità «in modo che si eviti un'eccessiva pressione al risparmio».
Preparata e dalla retorica asciutta, Baerbock viene criticata principalmente per la sua inesperienza di governo: «Sì, non sono mai stata cancelliera né ministra, ma io mi impegno per il cambiamento. Per lo status quo lo fanno già gli altri» ha risposto, anticipando l'obiezione e facendo una stoccata al principale rivale, la Cdu-Csu. Dopo le elezioni è probabile che i Verdi avranno tutto l'agio di scegliere il proprio partner di coalizione.
Potrebbero governare con l'Spd, con cui condividono la visione dell'Europa e la richiesta di una tassa sui patrimoni, o con la Cdu-Csu, con cui condividono la necessità «di un'economia forte».