LA TELENOVELA A 5 STELLE SI ARRICCHISCE DI UN NUOVO EPISODIO: SPUNTA UN CONTRATTO SEGRETO TRA CONTE E GRILLO – NE PARLA IL DEPUTATO-NOTAIO ALFONSO COLUCCI: “SIA IL NOME, SIA IL SIMBOLO RISULTANO INTESTATI ALL’ASSOCIAZIONE ATTUALE, PRESIEDUTA DA CONTE. E BEPPE GRILLO IN FORZA DI SPECIFICI OBBLIGHI CONTRATTUALI — COPERTI DA RISERVATEZZA E CHE NON SI RIFERISCONO AL CONTRATTO DA 300 MILA EURO PER LA COMUNICAZIONE — HA ESPRESSAMENTE RINUNCIATO A OGNI CONTESTAZIONE…” – “LA SCISSIONE? NON È NELLE LORO CORDE …”
-Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”
Alfonso Colucci — deputato, ma soprattutto notaio e coordinatore dell’area legale del M5S — siamo allo scontro finale tra il leader Conte e il fondatore Grillo. Lei, vista la sua professione, sembra essere la persona giusta al momento giusto...
«Penso che da uno scambio pur acceso di vedute si potrà trovare una sintesi. Come è già successo in passato».
C’è però una sentenza della Corte d’Appello di Genova: «Simbolo e nome M5S appartengono a Beppe Grillo e alla sua associazione». Conte, da giurista, rigetta questa tesi. Come stanno le cose?
«Quella sentenza riguarda l’Associazione, chiamiamola numero 2, fondata nel 2012 da Grillo, suo nipote Enrico e dal commercialista Enrico Maria Nadasi. Quella attuale è stata costituita nel 2017 da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio, e Conte presiede questa Associazione Movimento Cinque Stelle. Quindi la sentenza cui fa riferimento Grillo non è stata resa contro l’attuale associazione, quella presieduta da Conte».
E allora perché Grillo continua ad attaccare Conte?
«Mi stupisce per due ordini di ragioni. Sia il nome, sia il simbolo risultano intestati all’Associazione attuale. E Beppe Grillo in forza di specifici obblighi contrattuali — coperti da riservatezza e che non si riferiscono al contratto da 300 mila euro per la comunicazione che il M5S gli paga ogni anno — ha espressamente rinunciato a ogni contestazione relativa all’utilizzo sia del nome e sia del simbolo del M5S, come modificati o modificabili in futuro dall’Associazione medesima».
[…] Crede che davvero si andrà a uno scontro in Tribunale?
«Penso di no, perché il M5S ha già avuto il contenzioso davanti al Tribunale di Napoli e chi l’ha promosso ha dovuto anche pagarsi e pagarci le spese legali».
E se non si finisse davanti a un giudice, vede il rischio di una scissione?
«Non è nelle corde né di Conte né di Grillo».
Grillo è una figura ancora utile al M5S?
«Credo che abbia dato molto e credo che potrà fare altrettanto anche in futuro».
Crede siano giusti i 300 mila euro di consulenza per la comunicazione che pagate al fondatore?
«Sono giustificati per la grande capacità comunicativa di Beppe e per l’effetto di risonanza che le sue pubblicazioni hanno. […]».
Dalla sede di via Campo Marzio sottolineano che «l’assemblea dei nostri iscritti è sovrana». In sintesi: se alla consultazione online voteranno sì a nuovo nome, simbolo e terzo mandato non ci saranno giudici che tengano. È così?
«È un principio giuridico inattaccabile: l’assemblea è sovrana. Ma è soprattutto un principio democratico. La sovranità spetta al popolo, lo dice la Costituzione».