TIRI MANCINI - LA DECISIONE DI FAR FUORI MARCO MANCINI È STATA DI FRANCO GABRIELLI. LA BELLONI TEMPOREGGIAVA CON UNA COMMISSIONE INTERNA SULL’OPERATO DELLO SVALVOLATO 007, AMICO DI GRATTERI, TAVAROLI, BISIGNANI, BOCCHINO, SALVINI, RENZI, ETC. MA LA BELLONI NON SE L’È SENTITA DI AFFRONTARLO E HA DATO L’INCARICO AL SUO VICE, BRUNO VALENSISE. L’INCONTRO È INIZIATO ALLE 11 DEL MATTINO ED È FINITO ALLE 17, CON UN MANCINI IMPAZZITO CHE NE HA URLATE DI TUTTI I COLORI – IL “METODO GABRIELLI”, INAUGURATO CON LA CACCIATA DI VECCHIONE, CONTINUA CON IL TAGLIO DELLE SCORTE DI COMPETENZA DEI SERVIZI, SE NON CI SONO MOTIVI GIUSTIFICATI. TRA I PRIMI AD ESSERE “DESCORTATI” CI SONO I VECCHI CAPI DEI SERVIZI, DA MANENTI A POLLARI, AMBEDUE INCAZZATISSIMI. SEMBRA CHE NON L’ABBIA PRESA BENE NEMMENO MASSIMO D’ALEMA…

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MATTEO RENZI E MARCO MANCINI

DAGOREPORT

La decisione, secca come un cassetto chiuso con una ginocchiata, di far fuori Marco Mancini è stata di Franco Gabrielli, autorità delegata ai Servizi Segreti. La novella badessa del DIS, Elisabetta Belloni, temporeggiava con una commissione interna sull’operato dello svalvolato 007 deciso a tutto pur di diventare vice direttore dell’Aise prima, del DIS poi, al punto che dopo le promesse mancate di Conte e Vecchione, aveva bussato alla porta di Matteo Renzi (video dell’autogrill).

 

FRANCO GABRIELLI LUCIANA LAMORGESE

Sulla spinta che “Report” di Ranucci sarebbe ritornato sul caso Mancini, Gabrielli ha chiamato la Belloni: fuori dall’Intelligence l’amico di Gratteri, Tavaroli, Bisignani, Bocchino, Salvini, Renzi, etc. Ma la Belloni non se l’è sentita di affrontarlo per comunicargli che era giunto al capolinea. E ha dato l’incarico al suo povero vice, Bruno Valensise. L’incontro è iniziato alle 11 del mattino ed è finito alle 17, con un Mancini impazzito che ne ha urlate di tutti i colori.

 

ELISABETTA BELLONI

Messo davanti all’onta di un rientro con il grado di maresciallo dei carabinieri, arma da cui proveniva, Mancini ha preferito il pensionamento anticipato a 61 anni (avrebbe potuto restare per altri 5 anni) che firmerà a metà luglio.

 

La brusca uscita di scena di questo spione invasato di potere è un altro tassello del “metodo Gabrielli” inaugurato con la cacciata di Gennaro Vecchione e che continua con un altro ordine: il taglio delle scorte di competenza dei Servizi, se non ci sono motivi giustificati. (Le scorte sono decise dal Comitato di Sicurezza del Viminale mentre quelle dell’Intelligence sono a discrezione del capo del DIS).

 

Marco Mancini

Tra i primi ad essere “descortati” ci sono i vecchi capi dei Servizi, da Manenti a Pollari, ambedue incazzatissimi. Sembra che non l’abbia presa bene nemmeno Massimo D’Alema, anche lui pare scortato dai Servizi. Ma questo non è che l’inizio del “metodo Gabrielli”. Ne vedremo delle belle…

pollari
MASSIMO DALEMA SILK ROAD FORUM
bruno valensise
giuseppe conte gennaro vecchione
alberto manenti