TOGATI E SUDDITI - LA CORTE COSTITUZIONALE DELLA REPUBBLICA SI ATTOVAGLIA AL “REALE CIRCOLO TEVERE REMO” E IL SUO PRESIDENTE, GIUSEPPE LUPOI, IN NOME DELLA PRIVACY, SBARRA L’INGRESSO NELLA SEDE A TUTTI GLI ALTRI SOCI. CHE SI SONO INFURIATI: ''SIAMO POCO RACCOMANDABILI AGLI OCCHI DELLA CONSULTA?''
DAGOREPORT
Nell’era del cazzaro Renzi secondo voi dove potevano festeggiare il ritrovato plenum i giudici Costituzionali? Ma al romano “Reale Circolo Tevere Remo”, che nel suo nobile cartiglio mostra ancora la coroncina sabauda. Con buona pace degli italiani e dei padri costituenti che oltre mezzo secolo fa mandarono in esilio il Re fellone e scrissero le regole della nuova Repubblica.
Così, l’altra sera su un invito del socio Giulio Prosperetti, appena eletto dal parlamento, i togati dell’alta corte - guidati dal presidente Giuliano Amato -, si sono attovagliati nella sede storica del circolo in riva al Tevere e situato a pochi passi da piazza del Popolo.
A provocare scandalo tra gli iscritti della “Tevere Remo” non è stata, però, l’insolita location scelta dai giudici per brindare alla ritrovata pienezza dei poteri dopo trentuno votazioni andate a vuoto nell’aula di Montecitorio riunita in seduta comune. Alla fine, oltre a Prosperetti (Area Popolare), l’hanno spuntata Augusto Barbera, in quota Pd, e Francesco Modugno indicato dai Cinque Stelle. I festeggiati, appunto, della cena degli eletti e degli esclusi.
L’ira contro il presidente del sodalizio, Giuseppe Lupoi – scortato dall’ex pr di Finmeccanica, Sasà Toriello -, è montata dopo la sua cervellotica decisione di chiudere l’ingresso del circolo a tutti gli altri soci.
Un fatto mai accaduto in passato. Nemmeno negli esclusivi club londinesi frequentati da Re e Regine. Una decisione in nome della privacy che è stata molto stigmatizzata anche dal presidente della comunità ebraica, Enzo Gattegna.
“Hanno trasformato il nostro circolo in una casa chiusa dando ai soci lasciati fuori della porta la patente di gente poco raccomandabile agli occhi dei dignitari dell’Alta corte”. Una vergogna reale, insomma”, ha tuonato uno dei più assidui e anziani frequentatori della “Tevere Remo”.