TOGHE-GOVERNO, E GUERRA SIA! – IL PROCURATORE STEFANO MUSOLINO, SEGRETARIO DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA, NON ARRETRA DOPO IL SUO INTERVENTO PUBBLICO IN CUI HA CRITICATO IL DDL SICUREZZA (“ESISTE UN PROBLEMA DI GESTIONE DEL DISSENSO: NON SI POSSONO INVENTARE NUOVE NORME PER RADICALIZZARE IL DISSENSO E CRIMINALIZZARLO”) E PER CUI RISCHIA UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE AL CSM: “LO RIFAREI. UN MAGISTRATO NON È UN ASETTICO APPLICATORE DELLE NORME. NON GLI È PRECLUSO IL DIRITTO DI MANIFESTARE IL SUO PENSIERO”

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Stefano Musolino

(ANSA) - “Lo rifarei. Sono sereno, e non è una frase di rito. Anzi, registro un'onda di solidarietà forte e bipartisan, che mette di buon umore”. A dirlo, intervistato da Repubblica, il procuratore Stefano Musolino, in merito al suo intervento pubblico in cui ha criticato il ddl sicurezza del governo e per cui due consigliere laiche hanno depositato al Csm una richiesta per l'apertura di una pratica.

 

Anche se rischia un procedimento disciplinare e un trasferimento? "Un magistrato non è un asettico applicatore delle norme - risponde -. È sottoposto alla legge ma non al potere politico, e non gli è precluso il diritto di manifestare il suo pensiero".

 

giorgia meloni carlo nordio

Poi sottolinea: "Penso sommessamente che io, la giudice Albano finita sotto minacce per non aver convalidato il trattenimento dei migranti, il giudice Gattuso di Bologna finito sotto attacco con intromissioni nella sua vita privata, forse, non siamo altro che esperimenti. Sottraiamo loro un po' di libertà, vediamo se reagiscono. Bene, la magistratura, con l'adesione ai principi costituzionali, serve solo il popolo. Quindi, torna più compatta a difendere la sua autonomia e indipendenza".

 

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