TOGHE PARLANTI – L’EX GIUDICE CASELLI NON DIMENTICA: “PIETRO GRASSO? NON HO GRADITO IL SUO SILENZIO SULLA LEGGE FATTA CONTRO DI ME” – CON QUELLA LEGGE GRASSO LO SCAVALCÒ NELLA CORSA PER LA PROCURA ANTIMAFIA
Anticipazione da “Oggi” in edicola domani (www.oggi.it)
In un'intervista al settimanale Oggi, per il quale ha posato eccezionalmente con la moglie Laura, Gian Carlo Caselli dice: «Ho fatto un gran bel mestiere, nonostante polemiche e accuse feroci. Pesa tutto questo, ma non è decisivo, anche se i costi sono stati imponenti… Molti problemi, legati alle sofferenze che ho fatto patire alla mia famiglia, sono riuscito a metabolizzarli con il senso del dovere. Certo, non è stato facile. La sofferenza maggiore è dovuta a mia madre. Quando ha cominciato a stare male, io ero a Palermo. Era grave e non riuscivo a stare con lei. È un peso che m’è rimasto dentro».
Nell'intervista a OGGI, da domani in edicola (anche su www.oggi.it), Caselli parla dei rapporti stretti con gli uomini della scorta e della paura («Non si può non avere paura. Forse più che paura è preoccupazione fortissima, che poi sono parenti stretti. Ma non bisogna lasciarsi condizionare») ma anche degli ex colleghi.
Alla domanda su cosa pensi dei suoi ex colleghi, come Rodolfo Sabelli, Antonio Ingroia, Raffaele Cantone, che intervengono continuamente nei dibattiti pubblici, dice: «Anch’io non stavo zitto. Di recente mi sono dichiarato d’accordo con Sabelli. Noto che di giustizia parlano tutti, anche chi non ci capisce niente. Limitare il diritto di intervenire ai magistrati è un controsenso. Il contributo che scaturisce dall’esperienza è insostituibile. Magistrati come Sabelli fanno opera meritoria. L’unico limite è quello di non parlare dei processi in corso».
Si dice orgoglioso dell'accostamento a Francesco Saverio Borrelli («È un gentiluomo che mi ricorda Mario Carassi, il mio maestro») e su Di Pietro e Ingroia commenta: «Di loro due ho sempre apprezzato il fatto di aver scelto un proprio movimento autonomo. Non sono saliti sul carro di nessuno, hanno formato un loro carro…». Il primo era «un organizzatore eccezionale, un mago dell’informatica». E il secondo? «Non riesco a parlare se non bene di quelli con cui ho lavorato a Palermo. E Ingroia era fra i più bravi».
Caselli, su OGGI, riserva una frecciata però a Pietro Grasso: «Di lui non ho gradito il silenzio quando mi è stata fatta una legge antipersonam incostituzionale. Mi sarebbe parsa giusta una sua presa di distanza».