TOH! ANCHE IL “CORRIERE” SI È ACCORTO CHE IL GOVERNO CONTE È UN BIDONE ASPIRANIENTE – GRAMELLINI: “SE CI RICHIUDEREMO IN CASA, NON SARÀ SOLO PERCHÉ IL COVID È CATTIVO E NOI INDISCIPLINATI, MA PERCHÉ CHI CI GOVERNA E AMMINISTRA SI È DIMOSTRATO INCAPACE DI FARLO” – MASSIMO FRANCO: “IL PREMIER E I SUOI COLLABORATORI STANNO VIVENDO IN UNA BOLLA AUTOREFERENZIALE. È UN COMPORTAMENTO CHE FA PENSARE A UN MOMENTO DI SCARSA LUCIDITÀ POLITICA”
-1 – COM' ERAVAMO
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Eravamo usciti di casa ai primi di maggio, pieni di rimorso per i focolai negli ospedali e nelle case di riposo, in primis il Pio Albergo Trivulzio trasformato in una trappola per anziani. E ci avevano garantito: mai più.
Quasi sei mesi dopo, nell' Albergo sempre meno pio si contano di nuovo decine di positivi, mentre il reparto cardiologia del Sacco di Milano dovrà essere disinfestato a causa di un ingorgo di contagi che coinvolge medici e infermieri. Allora, ricorderete, ci spiegarono che ad averci sigillato tra le mura domestiche, con danni irreparabili per il portafogli e la psiche di molti, era stata la necessità di non ingolfare gli scarni reparti di terapia intensiva.
Ci avevano detto: mai più. Adesso ci informano che il secondo lockdown potrebbe scattare proprio perché di terapie intensive, rispetto a quelle promesse, ne mancano almeno duemila. In primavera si ragionava sulla riapertura autunnale delle scuole, raccomandando di potenziare i trasporti per non creare focolai a quattro ruote. Ebbene, l' altro ieri la società che si occupa degli autobus romani ha pubblicato il bando per potenziare la sua flotta.
Ma non potevano farlo a maggio, quel bando? No, non potevano. Altrimenti sarebbero stati svedesi. E sorvolo sullo scandalo dei vaccini dell' influenza introvabili e delle code sovietiche per un tampone. Se ci richiuderemo in casa, non sarà solo perché il Covid è cattivo e noi indisciplinati, ma perché chi ci governa e amministra si è dimostrato incapace di farlo.
2 – UN PREMIER ANCORA FERMO ALLE LOGICHE DELLA FASE 1
Massimo Franco per il "Corriere della Sera"
Probabilmente ha ragione Giuseppe Conte quando sostiene di non sentirsi in pericolo. E tuttavia cresce la sensazione che il premier e i suoi collaboratori stiano vivendo in una bolla autoreferenziale. In questa fase di recrudescenza del Covid-19, sembrano rispondere a riflessi del passato: conferenze stampa spettrali nel cortile di Palazzo Chigi; aperture d' ufficio ma poco convinte alle opposizioni, che lo accusano di «prendere in giro il Paese»; e tendenza a scaricare difficoltà e ritardi sugli altri. È un comportamento che fa pensare a un momento di scarsa lucidità politica.
Più che visione emerge furbizia. E forse la convinzione che il calo di popolarità di Conte nei sondaggi sia un effetto transitorio: una flessione recuperabile con nuovi decreti di chiusura, con l' opinione pubblica costretta a stringersi intorno al governo. Ma in questo approccio si indovina l' eco del passato.
L' esecutivo sembra non vedere, o comunque sottovalutare, lo scontento che tracima nella maggioranza; e che riflette il nervosismo evidente in settori crescenti del Paese. La stessa conferenza stampa di Conte di qualche giorno fa è stata considerata un autogoal.
Non si tratta solo dei tentennamenti sul prestito europeo del Mes, motivati col timore di ritrovarsi i Cinque Stelle lacerati: un rinvio che stride con l' urgenza di rafforzare il sistema degli ospedali, mentre i soldi del Fondo per la ripresa si allontanano nel tempo.
Il tema vero è il rapporto con alleati che tendono a non fidarsi di uno status quo presagio di tensioni a ogni livello. A Nicola Zingaretti, segretario del Pd, preoccupato del «tirare a campare» del premier, Conte ha risposto di essere «pienamente d' accordo».
Ma evidentemente non ha convinto, se ieri il presidente dei deputati del Pd, Graziano Delrio, ha additato una seconda fase che potrebbe portare «alla sfiducia nelle istituzioni, a un minore senso di affidamento e di protezione». E ha messo in fila quelli che ritiene i punti deboli del governo: dai trasporti, ai tracciamenti, ai tempi per eseguire i test. È bene, ha aggiunto, che Conte «non dimentichi la fragilità, l' angoscia, l' impazienza e la rabbia che stanno montando nel Paese».
Se a questo si aggiunge una situazione esplosiva tra i grillini, lo sfondo potrebbe risultare presto meno scontato e stabile di quanto si pensi. La questione di un possibile cambio di ministri è rispuntata nel modo più imbarazzante, con il titolare della piattaforma Rousseau, Davide Casaleggio, secondo il quale un ministro del M5S gli avrebbe offerto un posto nel passato governo: non è chiaro a che titolo. È stato chiesto al titolare degli Esteri, il grillino Luigi Di Maio, se ne sapesse qualcosa. Risposta: «Pensiamo ai contagi che sono arrivati a sedicimila...».