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Estratto dell’articolo Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
BRUNO VALENSISE - GIUSEPPE DEL DEO - SALVATORE LUONGO
Il «terzo uomo» è un classico delle spy-stories ma è anche l’ipotesi che aleggia sulla decisione di Giorgia Meloni, chiamata a scegliere il sostituto di Mario Parente alla guida dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interni. La nomina del prossimo direttore dell’intelligence avverrà a cavallo tra le Europee e il vertice del G7. Tra le elezioni del 9 giugno e l’appuntamento internazionale del 13 giugno, la premier dovrà designare il nuovo direttore.
Tocca a lei per legge. Ma come sempre in questi casi nella scelta sono coinvolti i vertici delle istituzioni e gli alleati di maggioranza. E se già oggi la questione è tema di consultazioni, è perché va garantito un ordinato passaggio di consegne. Anche se questo non è l’unico motivo.
Secondo autorevoli fonti di governo, infatti, le polemiche e lo scontro sull’attività di dossieraggio interna all’Antimafia sarebbe «indirettamente connessa all’approssimarsi della decisione» e avrebbe fatto risaltare un’attività parallela tra Aisi e Aise, con la prima «troppo concentrata» sulla sicurezza del sistema economico nazionale, invadendo le competenze dell’agenzia estera. E il conflitto tra «cugini» avrebbe diviso anche le posizioni nell’esecutivo. Tanto basta per capire la delicatezza del passaggio.
Finora si era parlato di una corsa a due per il ruolo che ricopre Parente: il vicedirettore dell’Aisi Giuseppe Del Deo e il numero due del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza, Bruno Valensise.
Su Del Deo c’è la perplessità di Matteo Salvini, che non ha dimenticato né il «caso Metropol» né la fuga di notizie sulla «missione diplomatica» che il leader della Lega avrebbe voluto compiere in Russia per risolvere il conflitto ucraino. I due si sarebbero incontrati più volte, ma le riserve del vicepremier sarebbero rimaste intatte. E di questo avrebbe informato Meloni.
[…] A parte il Colle, altri dicasteri sono interessati alla scelta: Guido Crosetto, titolare della Difesa, sarebbe favorevole alla nomina di Valensise, mentre al Viminale è nota la vicinanza del capo della Polizia Vittorio Pisani con Del Deo.
È noto pure che il vice direttore dell’Aisi gode di buoni rapporti con Meloni. Talmente buoni da aver suscitato «gelosie» nell’inner circle di palazzo Chigi, come raccontano rappresentati del governo coinvolti nelle consultazioni: «Il fatto è che Del Deo parla direttamente con la premier e c’è chi è infastidito perché avverte di essere scavalcato». Un ruolo in questa partita lo gioca anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, al quale la premier ha chiesto il dossier sulla nomina ai Servizi interni per analizzarlo di persona.
Da quel momento si è preso a parlare di una «rosa di nomi» che andrebbe oltre Del Deo e Valensise. «Nulla è scontato», è la risposta all’indiscrezione. Che indirizza l’attenzione verso Salvatore Luongo, generale di Corpo d’armata già in corsa per sostituire Teo Luzi alla guida dell’Arma dei Carabinieri. Come per gli altri candidati è iniziato il tiro al piattello: l’obiezione sollevata è che, siccome al vertice di Aise c’è il generale Gianni Caravelli, all’Aisi non potrebbe andare un altro generale dell’Esercito.
Ma a prescindere dal nome, se davvero la premier puntasse su un «terzo uomo» vorrebbe dire […] che «il cambio della guardia ai Servizi sarebbe più profondo, perché in quel caso difficilmente Del Deo resterebbe nel ruolo di vice». Si prospetterebbe così un imprevisto e radicale cambio di scenario. […]
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