TORINO MAFIOSETTA? – LA GRILLINA CHIARA APPENDINO: “TORINO È UN SISTEMA DI POTERE CHIUSO. DOBBIAMO RENDERLA APERTA AL MERITO E AI TALENTI, NON AGLI AMICI DEGLI AMICI” – LA SFIDANTE DI FASSINO PROMETTE DI METTERE LE MANI NEL BUBBONE DELLE FONDAZIONI -
Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
«Sono una che quasi non ama uscire da Torino...». Se c' è una donna che rappresenta il M5S delle origini, è Chiara Appendino. Una bella ragazza, famiglia borghese, legatissima all'idea dei meet up, militante battagliera ma uscita da Economia alla Bocconi, non da cordate e giochini, Appendino è un nome deciso a Torino, non da telefonate con Genova o Milano, o meno che mai Roma.
Davvero con Grillo e Casaleggio non vi siete sentiti?
«No, sinceramente non mi hanno chiamato, né io loro. Non ho l' abitudine di sentirli, a Torino funzioniamo così, facciamo il nostro lavoro, nella nostra assemblea, e così vogliamo che sia. Anche per decidere il programma».
Quali sono le prime due cose che fareste, e - visto che lei è quella che più ha fatto le pulci a Fassino - con quali soldi?
«Torino è un sistema di potere chiuso. La prima cosa è renderla aperta, al merito e ai talenti, non agli amici degli amici. Ecco, la prima cosa a cui penso è una cultura e un'idea di città aperta a chiunque abbia il talento. Non il Jazz Festival che dà 200 mila euro nella pura logica del grande evento, o la partecipazione di Torino all'Expo di Milano, inutile e costata un milione di euro, o la Torino capitale dello sport che ha così buttato un altro milione».
Magari più soldi a un Club to Club, per dire?
«Certo. Ventimila euro sono un' elemosina, e pensare che hanno portato musica pazzesca. Io non voglio che chi fa qualcosa di importante debba andare a chiedere da un assessore col cappello in mano. Vogliamo creare una procedura, un sistema che con un bando pubblico decida chi ha idee e titoli che valgono, e chi no. Anche per le fondazioni culturali; che oggi sono il regno dell' opacità».
Cosa fareste con le fondazioni?
«Andiamo a vedere innanzitutto stipendi, eventuali superstipendi, criteri di nomine... il Comune farà una Convenzione: per dare soldi alle fondazioni, loro dovranno rispettare criteri di trasparenza, bilancio, costi del personale. Oggi non esiste nulla, arbitrio puro. Inaccettabile, per dire, che un consigliere nominato prenda uno stipendio più alto dei manager comunali».
La seconda idea?
«La lotta alla disoccupazione e alla povertà. A Torino c'è un disoccupato su dieci, c' è una città molto povera dentro la città ricca, che si assottiglia: è questa la città che lascerà Fassino. Se noi tagliamo il 30% dello spoils system-Fassino avremo cinque milioni di risorse in cinque anni. Io sogno di darle a un Fondo per inserire giovani bravi nelle piccole imprese».
Però qualche tensione tra voi c' è, l'altro consigliere M5S Bertola sostiene che le aveva proposto di farle da vicesindaco e lei ha detto di no.
«In realtà lui ha chiesto questo in assemblea, e l' assemblea ha votato che non era questo il momento, e il metodo, per decidere la squadra. La squadra sarà partecipata, abbiamo creato 20 gruppi coinvolgendo 150 persone, aperti a tutta la città, ricercatori, giovani professionisti, e il lavoro non è finito ancora».
Chiara, lei è incinta. Mi perdoni se le chiedo come si sente a affrontare un' elezione così in un momento così bello e emozionante di una vita. Appendino fa un largo sorriso.
«La mia vita cambia ogni giorno tantissimo, sono al settimo mese... Ma ho la fortuna di star bene, di avere un marito che è lui che aiuta la donna e non il contrario... del resto non sarò la prima donna eh. Per il resto... non so, sento che è come se la dolcezza di questa esperienza mi renderà migliore anche per la mia città».