UNA TORNATA PARTICOLARE – I NUMERI FOLLI DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IN MEDIA PER OGNI POLTRONA DA SINDACO CI SONO 8 CANDIDATI E MEZZO E IN TOTALE CI SONO 13MILA CANDIDATI CONSIGLIERI – GLI ELETTORI DOVRANNO DOMARE MAXI-SCHEDE GRANDI COME LENZUOLA FRUTTO DELLA PROLIFERAZIONE DELLE LISTE – GLI ITALIANI INTERESSATI DAL VOTO DI OGGI E DOMANI SONO PIÙ DI 12 MILIONI. SI VOTA IN 1.192 COMUNI, PER LA REGIONE CALABRIA E PER LE SUPPLETIVE DI SIENA E ROMA-PRIMAVALLE
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1 - ELETTORI ALLE PRESE CON LE SCHEDE-LENZUOLO «TROPPI CANDIDATI, AL SEGGIO SARÀ CAOS»
Diodato Pirone per “il Messaggero”
Per ogni poltrona da sindaco corrono in media 8,53 candidati. Per i 17 posti da primo cittadino in palio oggi e domani in altrettanti Comuni capoluogo si registrano infatti ben 145 candidature.
Capi di un esercito di 13.281 nominativi disseminati in un paio di centinaia di liste per poco più di 400 incarichi da consigliere comunale. Più che una competizione elettorale quella che parte stamattina sembra avere la stazza di un concorso per la scuola o per l'Inps.
ELETTORI COME VITTIME
Peccato che a farne le spese saranno gli elettori, specialmente i meno giovani, che fino alle 15 di domani dovranno domare maxi-schede aggrovigliate ed estese come lenzuola. Talmente grandi che sarà difficile aprirle e chiuderle ma soprattutto stenderle sull'apposito ripiano della cabina elettorale per apporre la classica croce sul candidato prescelto. Meglio arrivare al seggio armati di pazienza e idee chiare.
Tutto lascia credere che in cabina non mancheranno acrobazie fantozziane. Anche perché le mostro-schede sono due: a quella per le comunali (a Roma di colore azzurro) va aggiunta quella grigia - altrettanto immensa - per la Circoscrizione. Non solo. Circa 200.000 elettori capitolini del collegio Primavalle della Camera, o almeno quelli che si recheranno alle urne, dovranno fronteggiare una terza scheda (rosa) dedicata all'elezione del loro deputato.
Le maxi-schede sono figlie di una legge folle che permette la proliferazione delle liste senza limiti a favore di partiti liquidi a caccia di consenso a buon mercato. Il risultato è da manicomio: 31 liste a Napoli con ben 1.200 candidati; 22 (ventidue) candidati a sindaco e 39 (trentanove) liste a Roma; a Milano il candidato di centro-sinistra, Beppe Sala, troneggia su otto liste ; ovunque i candidati del centro-destra non sono da meno; ha ceduto anche il Movimento 5 Stelle, finora sempre presente con un solo simbolo, che si fa affiancare da sedicenti civici.
Come sempre in Italia al tragico si unisce un filone comico. Nelle schede si segnala la presenza di due o tre simboli con la falce e il martello. Come facciano i gruppuscoli comunisti italiani a dividersi persino sulla raccolta dei rifiuti resterà un mistero nella storia del proletariato mondiale.
Poi ci sono le formazioni bizzarre, dal Partito delle buone maniere, ai No Vax con vari marchi, ai candidati che si ispirano agli imperatori romani, alle liste che spaccano il capello in quattro: Napoli Libera è in concorrenza con Napoli solidale e tutte e due sono contro Essere Napoli. Nessuna che intenda affrontare l'enorme debito accumulato dal Comune di Napoli.
Non mancano infine episodi di narcisismo di candidati-comparse dei talk show pollai delle tv oppure di trombati che puntano a togliere voti a ex compagni di partito. E' triste scriverlo, ma più il circo si gonfia e meno elettori si recano alle urne visto che nel 2016 nelle grandi città l'affluenza è stata fra il 50 e il 60% contro il 73% registrato per la Camera nel 2018. Un prezzo inaccettabile. Pagato dalla collettività, nella maggioranza dei casi, a piccoli gruppi di potere in grado di negoziare assunzioni nelle municipalizzate e appalti grandi e piccoli fra il primo turno e i ballottaggi. Diodato Pirone
2 - GLI ITALIANI SCELGONO PIÙ DI MILLE SINDACI A ROMA LA SFIDA REGINA
Francesco Malfetano per “il Messaggero”
Urne ufficialmente aperte lungo tutta la Penisola. Dal comune più piccolo, Morterone in provincia di Lecco, con soli 27 elettori, fino al più grande, Roma con quasi 2,3 milioni di aventi diritto.
Da questa mattina alle 7 fino alle ore 23 di stasera, e poi di nuovo dalle 7 fino alle 15 di domani, oltre 12 milioni di italiani (tra cui 136.329 neomaggiorenni al voto per la prima volta) potranno infatti recarsi ai seggi elettorali in 1.192 Comuni per rinnovare sindaco e giunta comunale; o, per i cittadini calabresi, scegliere il nuovo presidente della Regione.
Urne già pronte inoltre per le suppletive a Siena e a Roma-Primavalle. Tra accessi contingentati e mascherine obbligatorie (consentito abbassarla solo per farsi identificare dal presidente di seggio), quella al via è la seconda tornata elettorale dell'era Covid, dopo l'election day dello scorso anno.
L'appuntamento è imponente e coinvolge circa il 15 per cento dei comuni dello Stivale. Tuttavia gli occhi sono però puntati tutti sulla sfida dei sindaci in sei capoluoghi di regione: Bologna, Milano, Napoli, Torino, Trieste e soprattutto Roma.
LA CAPITALE
Per la Capitale infatti si tratta di una sfida decisiva. Mai come questa volta le urne sono il punto di inizio di una stagione politica di irrinunciabile rinnovamento per Roma, che può tornare ad essere traino di un'intera porzione della Penisola.
La città necessita di cambiare marcia e ha le carte in regola per farlo con i fondi del Pnrr, il Giubileo del 2025 e la candidatura, tutta da costruire, per l'Expo 2030. A prescindere da chi sarà il nuovo inquilino del Campidoglio tra Carlo Calenda, Roberto Gualtieri, Enrico Michetti e Virginia Raggi, la sola certezza oggi è che questo è un percorso irrinunciabile.
LA PARTECIPAZIONE
Anche per questo è fondamentale che partecipino al voto in tanti tra i 2,3 milioni di romani chiamati alle urne (tra cui spica il numero più alto di diciottenni: quasi 23 mila). Come fa sapere il Viminale i primi dati sull'affluenza di tutti i seggi della Penisola saranno disponibili da oggi alle ore 12, attraverso l'app Eligendo Mobile o sul sito dedicato.
Il clima che si annuncia poco favorevole però potrebbe condizionare molti cittadini, finendo con l'invertire il trend delle ultime tornate elettorali: nel 2019 e nel 2020 in media la partecipazione degli aventi diritto è stata un po' più alta rispetto al 2015 (rispettivamente il 65,6 per cento, il 67,6 e il 64,3), con la sola tornata paragonabile, quella del 2016, che registrò un 62,1 per cento.
Nulla da dire invece sul fronte della partecipazione dell'elettorato passivo. I candidati sono infatti un esercito: 2.855 per la carica di sindaco e 62.294 per il ruolo di consigliere comunale, ma guardando alle statistiche del ministero dell'Interno, si tratta per lo più di una corsa al maschile.
Sono meno di una su cinque le candidate sindaco: addirittura 25 su 145 nei 17 comuni capoluogo nelle regioni a statuto ordinario e 535 sui 2.855 (il 18,6 per cento del totale) nei quasi 1.200 comuni al voto. Da registrare anche come siano risultate particolarmente infuocate le ultime ore di campagna elettorale. Non tanto per i comizi tenuti dai leader di partito a sostegno dei propri candidati o per le numerose polemiche politiche dell'ultima ora, quanto per alcuni riprovevoli episodi.
Due aggressioni e un atto vandalico con vittime esponenti del M5s, e una intimidazione a un consigliere regionale del Pd ricandidato in Calabria. In particolare a Nardò, in Salento, un candidato al Consiglio comunale dei 5Stelle, Tiziano De Pirro, sabato sera è stato colpito con un pugno mentre raggiungeva il palco per il comizio finale, riportando alcune ferite. Tante e bipartisan le condanne. «Episodi di questo genere - è intervenuto il leader dei 5S, Giuseppe Conte - sono di una gravità inaudita. Recrudescenze di odio e intolleranza di questo tipo sono non solo dannose ma pericolose».