LA TRAGEDIA DI UN TOSCANO RIDICOLO - COL VOTO A GIUGNO, BRUXELLES SI SOGNA LA MANOVRA DA 3,4 MILIARDI – LA MANFRINA DI GENTILONI – RENZI GIA’ IN CAMPAGNA ELETTORALE SPARA CONTRO LA UE DIFENDENDO LE SPESE PER IL TERREMOTO, MA SBAGLIA BERSAGLIO: QUELLE SONO GIA’ GARANTITE

Condividi questo articolo


 

Alberto D’Argenio per la Repubblica

 

PADOAN PADOAN

L'italia riflette se sfidare l'Europa e i mercati, non fare la manovra correttiva da 3,4 miliardi e subire una procedura d'infrazione per il mancato rispetto della regola del debito.  Con questa consapevolezza Pier Carlo Padoan è atterrato ieri a Bruxelles per prendere parte all'Eurogruppo, il tavolo dei ministri delle Finanze della moneta unica.

 

Se sottotraccia il governo tratta con la Commissione per addolcire lo sforzo e allungare i tempi dell'intervento, nella non sempre facile dialettica tra Nazareno, Palazzo Chigi e Tesoro sta però emergendo la possibilità di far saltare il tavolo e non intervenire sui conti.

 

E magari impostare una campagna elettorale proprio sul No all'Europa e con diversi miliardi da spendere una volta sfondati i parametri Ue. Specialmente se le elezioni si terranno a giugno.

 

gentiloni e renzi gentiloni e renzi

Pubblicamente la giornata di ieri è stata tesa. In mattinata la Commissione europea ha confermato di avere ricevuto la lettera con la quale Gentiloni chiedeva uno sconto di almeno un miliardo per il terremoto, ma il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha risposto ricordando che le nuove spese per il sisma "non entrano nella discussione in corso" sulla manovra correttiva, ma è pronto a esaminarle in un altro contesto. E ancora, sull'aggiustamento dei conti richiesto da Bruxelles "aspettiamo una risposta precisa". Come dire, non la missiva con la quale il premier ha chiesto flessibilità per il sisma ma impegni chiari.

 

pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149 pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149

Padoan ha assicurato che la risposta a Bruxelles arriverà in tempo, ovvero entro il primo febbraio. Se tecnicamente l'intervento di Moscovici non fa una grinza - la correzione da 3,4 miliardi deve essere strutturale mentre le spese per il terremoto sono una tantum - politicamente l'uscita del francese manda su tutte le furie Roma.

 

Dal Nazareno Matteo Renzi fa rispondere il presidente del Pd Matteo Orfini: "Le parole di Moscovici sono sconcertanti, mentre stiamo ancora piangendo i morti di Rigopiano sentire argomentazioni proprie delle burocrazie è inaccettabile e offensivo". In serata il francese prova a stemperare ricordando che Bruxelles "è completamente al fianco dell'Italia".

ORFINI RENZI ORFINI RENZI

 

La situazione è complessa. Il governo chiede tempo fino a metà aprile, ovvero di intervenire con il Def. Prova inoltre a spuntare l'ok a mettere mano ai conti con un mix di misure strutturali e non (Bruxelles le chiede tutte con effetto permanente) e tenta di diminuire la portata dell'intervento spingendo sulle spese per il nuovo terremoto e chiedendo a Bruxelles il via libera a correggere i conti solo dello 0,16% da "arrotondare politicamente" a quello 0,2% del Pil ingiunto dalla Commissione (700 milioni di risparmi).

 

Dopo avere ricevuto la missiva di Gentiloni, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere al premier di essere pronto ad aiutare l'Italia, ma il clima all'interno della sua squadra non è dei migliori con i commissari popolari, guidati dai vicepresidenti Katainen e Dombrovskis, che spingono per essere inflessibili e chiedono una immediata procedura di infrazione se Roma non agirà in tempi rapidi.

JIRKY KATAINEN JIRKY KATAINEN

 

Anche l'Eurogruppo ora non è particolarmente ben disposto verso il governo. L'Italia lo scorso anno ha ricevuto 19 miliardi di flessibilità sul risanamento dei conti, quest'anno ne ha incassati altri 7 ma la Ue - che ha stirato le regole fino al massimo - chiede un minimo intervento di 3,4 miliardi sul deficit strutturale affinché il debito, che veleggia intorno al 133% del Pil, inizi a diminuire.

mattarella calenda mattarella calenda

 

Tuttavia ieri gli uomini del Tesoro a Bruxelles sottolineavano che dopo la sentenza della Consulta sull'Italicum "la situazione politica lascia aperti tutti gli scenari perché nessun segretario di partito in caso di voto ravvicinato approverebbe una manovra correttiva". Dunque, aggiungevano, "tutte le ipotesi ora sono sul tavolo, anche quella di non fare la manovra e subire una procedura europea".

 

Il segretario del Pd, Matteo Renzi, è contrario a qualsiasi intervento sui conti in campagna elettorale e insieme a diversi ministri, come Carlo Calenda, spinge per far saltare il tavolo con l'Europa. Gentiloni è più cauto, tanto che ieri da Palazzo Chigi sottolineavano che "la decisione di non fare la manovra al momento non c'è". Il Tesoro però si prepara ad ogni scenario, anche a quello peggiore, ovvero di un commissariamento europeo e studia gli effetti della procedura sullo spread.

SPREAD BORSE PIAZZA AFFARI SPREAD BORSE PIAZZA AFFARI

 

In poche parole, se risparmiare 3,4 miliardi di manovra poi non costi il doppio sui mercati ad un Paese che vive un anno di incertezza politica, senza più nemmeno una A nel rating e con il "quantitative easing" della Bce in fase riduzione. Anche se poi, riconoscono i tecnici del governo, "la decisione sarà politica" e non contabile.

 

gentiloni padoan1 gentiloni padoan1

Se l'irrigidimento italiano mira a forzare la mano a Bruxelles, è allo stesso tempo un esito possibile se il voto sarà ravvicinato e la Ue non farà sconti significativi. Tanto che in queste ore si discute se non rispondere proprio alla richiesta di Bruxelles e lanciare una politica fortemente espansiva che potrebbe portare crescita e consenso. Più probabile che Roma scelga di rassicurare la Ue e far poi saltare il tavolo più avanti. Al Tesoro tagliano corto: "Padoan, Gentiloni e Renzi si parleranno nei prossimi giorni e prenderanno una decisione".

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...