TRIA ALLA CANTONESE – IL MINISTRO DELL’ECONOMIA VA IN CINA A CACCIA DI CAPITALI: LA LISTA DI INTERESSI DEGLI IMPRENDITORI ASIATICI IN ITALIA È LUNGHISSIMA, A PARTIRE DAL 5% DI AUTOSTRADE IN MANO AL FONDO SILK ROAD – IL MINISTRO TRIA SPERA DI RENDERE APPETIBILI I NOSTRI TITOLI DI STATO: CON LA FINE DEGLI ACQUISTI DELLA BCE, LA POTENZA DI FUOCO DI PECHINO PUÒ FARE COMODO...
-Alessandro Barbera per “la Stampa”
Ormai da vent' anni è la tappa obbligata per tutti i ministri del Tesoro italiano. Giulio Tremonti si vantò di aver parlato di fronte al Congresso del partito comunista, Vittorio Grilli vide tutti gli investitori di Shanghai, Piercarlo Padoan si spinse fino all' avanguardia occidentale di Hong Kong.
Per l' Italia la Cina è un partner perfetto: investitori ricchi ma (più o meno) manovrabili dall' alto, un governo a dir poco stabile. Le cronache raccontano di qualche difficoltà interna al partito, ma ora il leader Xi Jinping ha persino l' investitura a vita.
Mai come ora, con Donald Trump alla Casa Bianca che impone dazi, la Cina ha tutto l' interesse a mostrarsi buon amico del porto più importante per i commerci in Europa e nel Mediterraneo. Giovanni Tria è senza rischio di smentita il più filocinese dei successori di Via XX Settembre, se non altro per le lunghe frequentazioni accademiche.
Lunedì sbarca a Pechino accompagnato da molte persone: la responsabile dei rapporti internazionali del Tesoro, il capo del dipartimento per l' emissione del debito pubblico, il vicedirettore della Banca d' Italia Fabio Panetta, i numeri uno di Cassa depositi e prestiti, Fincantieri e Snam.
Sembra una missione di sistema, e in effetti a sentire le fonti ufficiali il senso della visita è di rappresentare l' intero governo. La lista di interessi cinesi in Italia è ormai così lunga che si farebbe prima a citare i settori in cui non sono presenti.
Ci sono le quote di People' s Bank of China nelle grandi banche, quelle di Bank of China in Telecom e Prysmian, di State Grid nella holding di Cassa depositi e prestiti che controlla la maggioranza di Terna e Snam, e poi Inter, Milan, una miriade di medie imprese nella meccanica, l' agroalimentare e la moda.
L' ultimo censimento parla di oltre quindici miliardi di investimenti. Tria dovrà occuparsi anzitutto di rassicurare la comunità finanziaria preoccupata dalle prime mosse della maggioranza di governo.
Quella che ha creato più sconcerto è la gestione politica del crollo di ponte Morandi, che ha fra i suoi azionisti (possiede circa il 5 per cento) il fondo Silk Road. Se in politica la Cina segue i vecchi schemi e le pratiche decisamente poco democratiche del partito unico, negli affari dopo la rivoluzione capitalista di Deng si comporta come il più sofisticato fra gli investitori liberali: guai a mettere in discussione le regole dello Stato di diritto.
Non solo hanno protestato i vertici del fondo; l' ipotesi di revoca della concessione ad Autostrade avrebbe spinto Pechino a chiedere chiarimenti anche attraverso l' ambasciata.
Ma al di là di tutto questo, la missione principale di Tria a Pechino e Shanghai è suscitare interesse per i titoli di debito italiano. Altro che l' aiuto russo accennato a mezza bocca da Paolo Savona: la potenza di fuoco delle istituzioni finanziarie di Pechino è almeno dieci volte più grande di quelle moscovite. La fine del programma di acquisti della Banca centrale europea farà venir meno quello che negli ultimi due anni è stato il principale acquirente di Bot e Btp.
Dal primo gennaio Francoforte potrà solo reinvestire quanto acquistato, e ciò significa che verrà meno anche la sua capacità di calmierare lo spread con i più solidi Bund tedeschi. Nel solo 2019, il Tesoro italiano deve collocare sui mercati più di 250 miliardi di euro di titoli a medio e lungo termine.
Non è la prima volta che Pechino potrebbe rivelarsi d' aiuto come compratore: i ben informati negli ambienti finanziari raccontano che fra il 2011 e il 2012 contribuì non poco a far scendere la tensione sui titoli italiani dopo la crisi dello spread.
Tria frequenta la Cina sin dagli anni Settanta e parla un po' di mandarino. Avrà incontri a tutti i livelli: con il collega al Tesoro, il governatore della Banca centrale, il numero uno della Consob cinese, con molti banchieri e i vertici delle aziende che hanno interessi in Italia, a partire da Fosun.