TRUMP CREDE DI ESSERE BERLUSCONI: PRENDERSI UNA FETTA DI FOX NEWS E FARSI UN PARTITO PERSONALE (I REPUBBLICANI LO STANNO MOLLANDO) - PER QUESTO OBAMA NON VUOLE CONCEDERGLI NESSUNA IMMUNITÀ, BIDEN INVECE È PRONTO A TRATTARE - LE INCHIESTE SUL PUZZONE SI ACCUMULANO E SI ALLARGANO PURE A IVANKA - C'È CHI IPOTIZZA CHE TRUMP POSSA AUTO-GRAZIARSI PER GLI ILLECITI FISCALI SU CUI INDAGA VANCE O CHE SI DIMETTA PRIMA DEL 20 GENNAIO PER FARSI GRAZIARE DAL VICE MIKE PENCE
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DAGONEWS
Trump intende restare nel bunker almeno fino a fine mese. I suoi avvocati stanno trattando con il futuro chief of staff di Biden, Ron Klain, un'uscita di scena che gli garantisca qualcosa, qualunque cosa, davanti alle inchieste che i procuratori distrettuali degli stati democratici, in testa New York, stanno portando avanti contro di lui.
Va ricordata una cosa fondamentale: quello dei procuratori in molti Stati è di fatto un ruolo politico: sono affiliati a uno dei due partiti, fanno campagna elettorale e dunque devono puntare su casi che ''piacciono'' ai cittadini del loro distretto, e spesso l'incarico è un trampolino per poltrone più prestigiose.
L'attuale governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, figlio dello storico governatore Mario ed ex marito di Kerry Kennedy, è stato procuratore distrettuale, poltrona occupata adesso da Cyrus Vance jr., figlio del Segretario di Stato di Jimmy Carter.
È in corso dunque una guerra tra ''l'aristocrazia dem'' di Manhattan e il palazzinaro puzzone che non vuole mollare la cadrega. Per Vance incriminare Trump e magari riuscire a farlo condannare sarebbe il biglietto d'oro per la poltrona di governatore, vista la schiacciante maggioranza democratica.
Questa è la prospettiva che lo aspetta una volta varcata la soglia della Casa Bianca, che spiega l'atteggiamento di rifiuto totale e di ricerca disperata di un piano B. (B. nel senso di Berlusconi).
L'immunità che ha chiesto al transition team di Biden per sé e la famiglia è praticamente impossibile da assicurare. Il presidente, secondo la Costituzione, può garantire la grazia a chiunque (per crimini federali) in qualunque momento dopo la commissione del reato. Non serve che ci sia già stata una condanna. Per questo c'è chi ipotizza che Trump possa auto-graziarsi per gli illeciti fiscali su cui indaga Vance o che si dimetta prima del 20 gennaio per farsi graziare da Mike Pence.
L'altra strada per sfuggire alle inchieste o quantomeno depotenziarle in chiave di lotta politica è quella berlusconiana: controllare una tv e farsi un partito personale. In questi giorni ha constatato che mettere in piedi una rete via cavo è una gran fatica e un gran costo, e ha contattato Murdoch per far sì che i ricconi trumpiani che stanno sostenendo la sua contro-offensiva si prendano una quota (magari il 20%) di Fox News.
Lo squalo australiano, dopo averlo pugnalato nella notte elettorale, finora lo ha lasciato a bagno-maria. Ma non è un atteggiamento definitivo: Rupert odiava Donald finché non ha visto l'effetto che aveva sugli ascolti della sua amatissima tv, tanto che l'ebbrezza da share lo portò a sostenerlo nella corsa del 2016.
Se capisse che senza Trump Fox News (dopo la vendita dell'impero a Disney, è rimasto il suo giocattolo principale) finirebbe sotto terra, sarebbe pronto a fare l'ennesima giravolta.
Parlando del Trump party, invece, le prove generali ci sono state con la ''marcia su Washington'' di sabato scorso. Lanciando la grande manifestazione a suo sostegno, intendeva ''stanare'' i repubblicani dell'establishment e capire se qualcuno avrebbe partecipato o almeno sostenuto l'iniziativa. Niente da fare: il partito non gli chiede esplicitamente di togliere il disturbo ma neanche si espone per difenderlo. Pure il capo dei senatori Mitch McConnell ha iniziato a prendere le distanze.
Non gli restano che i trumpiani duri e puri che si sono riversati per le strade della capitale, la sua base un po' burina ma fedelissima, su cui costruire un movimento stabile che faccia concorrenza al GOP.
E tra i democratici? Obama sa che anche il sospetto di un'intesa col nemico potrebbe fare danni micidiali alla credibilità dell'amministrazione Biden, prima ancora della sua nascita. Un accordo segreto e informale per l'immunità di Trump vorrebbe dire poi nutrire la bestia che vuole farli fuori, una mossa doppiamente suicida. Barack vuole dargli il colpo di grazia, anche per vendicarsi della velenosa campagna sul suo certificato di nascita che, emerge dall'autobiografia, gli brucia ancora.
Michelle gli fa eco con tweet durissimi contro il presidente uscente, mentre Biden per sua natura è un "trattativista" che cerca sempre il compromesso. Diamine, lo trovò coi senatori segregazionisti, può farlo anche con Trump. E poi ha fretta di insediarsi, e di farlo se possibile in modo pacifico e riconosciuto, non vuole iniziare il suo mandato con l'ex inquilino trascinato a forza sul praticello che affaccia su Pennsylvania Avenue.
NYT,'ESTESE INDAGINI SU TRUMP A NY, COINVOLTA IVANKA'
(ANSA) - Gli inquirenti newyorchesi che indagano su Donald Trump e sulla Trump Organization hanno esteso le indagini ad alcune deduzioni fiscali per milioni di dollari legate ad alcune consulenze. Una parte di questi soldi, riporta il New York Times, sarebbe finita nelle tasche di Ivanka Trump. Tali deduzioni fiscali sono finite nel mirino sia delle indagini penali condotte dal procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance sia di quelle civili portate avanti dalla procuratrice generale dello stato di New York Letitia James.
Gli sviluppi delle indagini partono dal fatto che Trump, come emerso dalle dichiarazioni fiscali degli ultimi 20 anni rivelate dal Nyt, avrebbe pagato pochissime tasse sul reddito giustificandole con perdite croniche della sua azienda. In particolare Trump avrebbe ridotto il suo reddito imponibile anche grazie a deduzioni per 26 milioni di dollari riferite al pagamento di consulenze.
Consulenze fatte dalla sua azienda per alcuni progetti tra il 2010 e il 2018. E alcuni di questi pagamenti sarebbero stati pagati a Ivanka Trump, che nel 2017 una volta entrata alla Casa Bianca avrebbe dichiarato di aver ricevuto pagamenti da una società di consulenze da lei posseduta per oltre 747 mila dollari. Cifra che corrisponderebbe esattamente con alcune deduzioni fiscali indicate dalla Trump Organization per consulenze relative a progetti legati alla realizzazione di hotel alle Hawaii e a Vancouver, in Canada.