TRUMP FA VOLARE TESTE - “THE DONALD” DEMANSIONA BRAD PARSCALE, IL GURU SCELTO PER LA CAMPAGNA ELETTORALE: SI OCCUPERÀ SOLO DELLA GESTIONE DEI DATI DIGITALI - LA DECISIONE DOPO IL DISASTRO DEL COMIZIO FLOP DEL 20 GIUGNO A TULSA - NUOVO RESPONSABILE DELLA CAMPAGNA DIVENTA BILL STEPIEN…
-Giuseppe Sarcina per www.corriere.it
Nella notte di sabato 20 giugno Donald Trump era rientrato stanco e deluso da Tulsa. Le immagini lo avevano ripreso mentre scendeva dall’elicottero: espressione assorta, cravatta rossa slacciata e a penzoloni. Il comizio del rilancio, nella città dell’Oklahoma, si era rivelato un fallimento politico e organizzativo.
Non era difficile prevedere che a pagare sarebbe stato Brad Parscale, il capo della campagna elettorale. Trump, lo sappiamo, ha il licenziamento facile. Ma questa volta non deve essere stato semplice rivedere gli equilibri all’interno della macchina elettorale. Parscale, 44 anni, resterà nel gruppo, ma si occuperà solo della gestione dei dati digitali. E’ la sua specializzazione, ma è anche una brusca retrocessione.
Brad lavora come consulente per i Trump dal 2011. Ha curato e sviluppato la dimensione informatica della Trump Organization. L’ex costruttore newyorkese lo ha sempre considerato uno di famiglia e lo ha coinvolto nella sua avventura politica fin dal 2015. Parscale ha usato la dimestichezza con i Social e le nuove tecnologie per impressionare il tycoon, soprattutto, il genero-consigliere Jared Kushner.
Nel 2018 è diventato il responsabile della campagna, ma in realtà restando sempre alle dipendenze di Jared. Il comizio di Tulsa, con 6500 presenze anziché il milione sbandierato da Parscale nei giorni precedenti, è il punto per ora più basso di una lunga parabola discendente. Kushner, appoggiato dalla moglie Ivanka, è stato fulmineo ad addossare le responsabilità al gigantesco nerd dalla barba rossa, nato nel Kansas, cresciuto con la testa nel basket, prima che il padre lo portasse con tutta la famiglia in California, nel mondo del software e poi degli algoritmi.
Trump ha già annunciato che lo sostituirà con il suo vice, Bill Stepien, 42 anni, che invece si occupa di politica e di candidati da quando aveva i pantaloni corti. E’ arrivato a Trump passando dall’ex governatore del New Jersey, Chris Christie. Adesso bisognerà capire che cosa cambierà nella strategia elettorale del presidente. Le cose vanno sempre peggio: i sondaggi segnalano che il distacco da Biden cresce in modo abbastanza omogeneo in tutti gli Stati in bilico; la gestione della pandemia è disastrosa; l’economia non dà certezze di ripresa a breve.
Certo, Parscale ha sballato tutti i calcoli politici, sociali e psicologici a Tulsa. Le frotte di cinquantenni e di sessantenni che di solito si fanno centinaia di chilometri per vedere The Donald sono rimaste a casa, temendo il contagio. Ma Stepien che cosa potrà fare? Perché a questo punto, con 60-70 mila nuovi casi al giorno, il problema è uno solo: è qualcuno in grado di convincere il presidente ad abbandonare questo approccio irresponsabile? A quanto pare non c’è. E il Paese comincia a stancarsi.