TRUMP NON VA FORTE SOLO TRA I BIANCHI RAZZISTI: L'HANNO VOTATO ANCHE ISPANICI E GIOVANI NERI – GRAN PARTE DEI LATINOS SUI TEMI SOCIALI SONO PIÙ CONSERVATORI DEI BIANCHI, E NON VOGLIONO PAGARE TROPPE TASSE - L'APPELLO DEL RAPPER NERO 50 CENT, CHE NON VUOLE DIVENTARE “20 CENT” CON BIDEN E IL FASCINO DEL “SELF MADE MAN” CHE VIVE NEL LUSSO – ANCHE SE VINCE BIDEN, IL TRUMPISMO HA ORMAI CONTAGIATO ANCHE FASCE IMPENSABILI DELLA POPOLAZIONE AMERICANA
-Gianni Riotta per “La Stampa”
L'affluenza alle urne delle elezioni Usa 2020 potrebbe, quando la certosina ricerca dei voti sarà infine conclusa e un vincitore assegnato alla Casa Bianca, superare il record assoluto a quota poco sotto 160 milioni, ben oltre i 136 della sfida 2016.
Dopo generazioni di alto astensionismo, ai tempi del duello Kennedy-Nixon, 1960, votava la metà degli aventi diritto, gli americani ritornano a votare, attratti dalla crescente tensione tra i repubblicani di Trump e i democratici di Biden.
Quando gli Stati Uniti erano giovani si presentava alle urne l'80% dei cittadini, birra gratis come calamita, gli emigranti poveri, ebrei, polacchi, italiani, irlandesi ricevevano in cambio della scheda un secchio di carbone, le urne erano di vetro per evitare brogli.
Qualche analista aveva ipotizzato che il boom di votanti potesse aiutare l'ex vicepresidente Biden, perché la demografia sostiene i democratici, più donne, immigrati, laureati, che maschi bianchi senza laurea, feudo di Trump. Il crescente consenso Ma, negli ultimi giorni, La Stampa segnalava ai lettori il crescente consenso di ispanici e giovani afroamericani per i repubblicani, non tale da vincere una maggioranza, ma sufficiente a ridurre il gap con l'opposizione.
Questo fenomeno, corroborato dallo scrutinio, radica, con idee, interessi, culture la base trumpiana, ed è cruciale per il futuro USA. Malgrado la sua battente campagna contro i neri, indicati come violenti dopo il movimento per i diritti civili in primavera e criminali che assedierebbero i quartieri residenziali dei bianchi, e gli ispanici, «gente cattiva» che arriva via Messico se non trattenuta dal Muro al confine, Trump conquista voti nelle due comunità, l'8% tra gli afroamericani, +2% sul 2016 (fonte APVoteCast), mentre Edison Research alza il tasso al 12%, +6% dalla sfida con la Clinton.
Boom tra gli ispanici
Tra gli ispanici un boom, con il 54% dei consensi in Florida: si stupisce solo chi non mastica storia elettorale Usa, nel 1984 il 37% dei latini votò Reagan, fidando nel suo senso religioso e conservatore, nel 2004 la percentuale salì al 40% per George W. Bush.
Molti neri e ispanici sono conservatori sui temi sociali, diritti Lgbt, aborto, genere, patriottismo e l'apertura dei democratici alle nuove culture, vedi l'elezione al Senato del Delaware della prima transgender, Sarah McBride, non li persuade. I media mainstream tendono ad omogeneizzare le comunità, ma l'epoca delle «masse» è finita nel '900.
Il rapper 50 Cent
Tra i giovani neri, in particolare, Trump brilla, in ottobre il 21% degli elettori afroamericani tra 18 e 44 anni, dichiara di volerlo votare (fonte Ucla). L'immagine da ricco magnate, le limousine, le Miss dei festival, gli abiti sgargianti risuonano popolari con il culto della ricchezza, del lusso che molti cantanti rap promuovono, icone classiche dei loro video e il rapper 50 Cent, che con stop and go, ha lodato Trump, forte di un patrimonio da 110 milioni di dollari (93 milioni di euro) critica il piano fiscale proposto da Biden, con lo slogan «Mica voglio diventare 20 Cent».
Molti giovani neri vedono nello status, nella ricchezza, il successo sociale, non nella politica, e Trump è per loro un simbolo, ne condividono il disprezzo verso i poveri, non considerandolo «razzismo», ma «machismo» da ammirare. Altrettanto importante è l'economia che, negli anni del boom pre Covid 19, ha alzato le paghe minime di milioni di lavoratori, secondo i dati dell'Economic Policy Institute, i salari della comunità nera son saliti, in media, del 6,3%.
Un altro rapper, Lil Wayne, dopo aver incontrato Trump alla Casa Bianca, ha invitato sui social a votarlo, perché l'economia, non la politica, conta. L'odio dei cubani Tra gli ispanici pesa l'odio per la dittatura castrista a Cuba, nella comunità in Florida che ha radici nell'isola, ma anche la linea forte di Trump contro il caudillo Maduro in Venezuela: da tempo l'inviata del New York Times Patricia Mazzei, segnalava come le radio locali della comunità sostenessero Trump.
Molti ispanici possiedono piccole e medie aziende e ogni flash di «socialismo» alla Bernie Sanders li aliena. Uniti alla falange dei bianchi maschi senza laurea che, dal 2016, milita con Trump questa nuova coalizione è il futuro dei repubblicani e, con il suo suffragio, potrebbe costare ai democratici il controllo del Senato 2021.