TURISTI DELLA DEMOCRAZIA - DE MAGISTRIS PENSA A CANDIDARSI A PRESIDENTE DELLA CALABRIA? SONO VOCI, LEGATE ALLA NASCITA DEL SUO MOVIMENTO (DEMA) NELLA REGIONE, CON UN CERTO SUCCESSO - DA PM HA VISSUTO MOLTI ANNI IN QUELLA TERRA DANDO VITA A INCHIESTE MOLTO CONTROVERSE E PIENE DI VELENI, LA MOGLIE È CALABRESE
-Luigi Roano per ''Il Mattino''
La premessa è che si tratta di voci, circostanziate, ma pur sempre voci sono e come tali vanno memorizzate e analizzate. Che tutto è ancora da decidere e tutto ancora può succedere come è giusto che sia nel mondo «dove tutto è possibile» cioè quello della politica. La sostanza è che c’è molto fumo, ma non manca nemmeno l’arrosto. Chiarito il contesto, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris potrebbe giocarsi la carta di candidato alla Regione Calabria per restare a galla.
Il tema c’è e le sirene cantano a squarciagola e non hanno lasciato insensibile lui, l’ex pm, che a maggio - salvo rinvii delle elezioni che non si possono escludere vista l’evoluzione della pandemia - terminerà il suo viaggio da sindaco di Napoli dopo 10 anni vissuti in altalena e fatti di molti alti e bassi e con poche luci. Ebbene, de Magistris ha fondato una colonia arancione di demA - il suo movimento politico - in Calabria che sta andando bene. L’unica che effettivamente ha attecchito e messo radici di un certo spessore ed è sempre sul pezzo.
Lui di suo si sente un calabrese di adozione perché da Pm ha vissuto molti anni in quella terra dando vita a inchieste molto controverse e piene di veleni. E si sente calabrese di adozione anche perché ha sposato Maria Teresa Dolce che è calabrese doc. Ogni anno le vacanze de Magistris le trascorre li, nella regione dove il sole brilla sempre e il mare un incanto. E quando può corre sempre in Calabria. L’avventura in politica da quelle parti non è una chimera, ma un qualcosa di plausibile senza tralasciare la sua Napoli. Dove però da protagonista non potrà fare molto se non battersi da libero cittadino. Certo, ha schierato l’assessora Alessandra Clemente come candidata alternativa al centrosinistra e suo successore.
Ma non basta per soddisfare le sue ambizioni sempre molto grandi come quella di voler fare il premier. Vincere le elezioni in Calabria per poi rimbalzare a Roma non è un progetto campato in aria. Giova sottolineare ancora una volta che quelli di de Magistris - a oggi - sono solo pensieri e che le dinamiche politiche sono così fluide che già domani mattina si potrebbero aprire nuovi scenari. Se ci fosse, per esempio, una crisi di Governo e voto anticipato l’ex pm non esiterebbe un attino a candidarsi da parlamentare a Napoli. Ma questo scenario è solo urlato, al momento non è bancato nemmeno dallo più spericolato degli allibratori.
In Calabria, invece, si dovrà votare per il rinnovo della Regione dopo la prematura morte di Jole Santelli. Il Consiglio dei ministri ha stabilito che le urne si dovranno aprire tra il 10 febbraio e il 15 aprile 2021. Ma anche qui l’ipotesi rinvio di qualche mese non è affatto da scartare. Perchè oggi come oggi, con la zona rossa che scatterà in tutto il Paese a partire dal 24, è ben difficile ipotizzare l’inizio della campagna elettorale e mandare al voto centinaia di migliaia di persone.
De Magistris è - politicamente - nell’angolo, sta brigando per cercare di ricollocarsi al tavolo del centrosinistra napoletano dove siedono il Pd e il M5S - che fino alla settimana scorsa gli hanno bocciato il bilancio per mandarlo a casa in anticipo e si è salvato grazie a Fi, il partito della povera Santelli - per trovare un luogo politico da dove ripartire e la strada è in salita, molto in salita. Inoltre, tutti gli appuntamenti elettorali - dalle Europee alle regionali - li ha saltati quasi scientificamente. Rinunciando anche al seggio in Senato alle suppletive di febbraio. Alle comunali di maggio non si potrà presentare perché c’è il vincolo di legge dei due mandati, l’unica finestra prima delle elezioni politiche in calendario nel 2023 è quella delle regionali della Calabria.
Se si chiudesse anche questa a de Magistris non resterebbe altro che fare il panchinaro nel mondo della politica, oppure cercare qualche incarico di prestigio che passano tutti per Roma. Dove al di là del dialogo istituzionale non ha certo un partito o amici che possono ricordarsi di lui. E da un paio di mesi che le sirene calabre cantano e non solo quelle della consorte.
Lì gli arancioni - come si diceva - hanno messo radici e si dà uno sguardo alla pagina fb «demA-Calabria» si può notare che la squadra degli arancioni è assortita con sindaci, associazioni civiche come «Rinascita» o «La strada». Si ricorderà che l’ex pm quando fu sospeso per la legge Severino si autoproclamò «il sindaco di strada». Questa trovata non solo contribuì a farlo restare a galla, ma lo ringalluzzì al punto tale da vincere un paio di anni dopo per la seconda volta la corsa a sindaco di Napoli.