TUTTE LE STRADE PORTANO ALL'OBBLIGO - L'IMMUNOLOGO SERGIO ABRIGNANI, COMPONENTE DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO, RILANCIA SULLA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA: "È L'UNICO MODO PER BATTERE IL COVID. SE NON LA FACCIAMO, IL VIRUS PROBABILMENTE NON SE NE ANDRÀ. QUANDO UNA MALATTIA È ALTAMENTE DIFFUSIVA COME QUESTA NON VACCINARE TUTTI È VOLERSI FARE DEL MALE. IL GREEN PASS È UN'IDEA CHE CI STANNO COPIANDO TANTI IN EUROPA. LA VARIANTE OMICRON? POTREBBE SERVIRE UN VACCINO DEDICATO"

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Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"

 

SERGIO ABRIGNANI

Da sempre sostenitore dell'obbligo vaccinale, l'immunologo del comitato tecnico scientifico, Sergio Abrignani, non arretra. Anzi. «È l'unica misura per battere una pandemia», rafforza con nuove ragioni la sua linea. «Il virus ci comanda».

 

È il coronavirus ad aver «ordinato» al governo di prorogare lo stato d'emergenza?

«È una decisione politica, basata sui fatti. Questa emergenza il Sars CoV-2 la sta prolungando più di quanto si potesse immaginare. Siamo noi a inseguire lui, non il contrario».

 

Sergio Abrignani

Anche l'obbligo dovrebbe rientrare tra le misure per gestire l'emergenza?

«Se vuoi controllare una malattia infettiva pandemica e hai a disposizione un vaccino che funziona bene, la regola aurea è darlo a tutti i suscettibili. Quindi, per la prima volta ci troviamo di fronte alla necessità di immunizzare miliardi di persone in breve tempo.

 

Se non lo facciamo, il Sars-CoV-2 probabilmente non se ne andrà. Si trasmette per via respiratoria, e alle ultime varianti (Delta e Omicron) basta un niente per contagiare. Per quante accortezze e protezioni si mettano in atto, non puoi evitarlo. Quando una malattia è altamente diffusiva come questa non vaccinare tutti è volersi fare del male».

 

SERGIO ABRIGNANI

L'Italia ha raggiunto l'85% di copertura vaccinale sopra i 12 anni e si appresta ad estendere l'obbligo. Da domani, oltre a medici e operatori sanitari, personale scolastico e forze dell'ordine dovranno dire sì alle dosi, pena la sospensione dal lavoro. Non basterà?

«Sono molto d'accordo con l'estensione. Io vedo la vaccinazione anti-Covid come un dovere civico e sociale. Penso che certe categorie per il ruolo pubblico che rivestono non possano sottrarsi. Mi sembrerebbe paradossale che chi tutela l'ordine pubblico non cerchi di mitigare le possibilità di contagio e che insegnanti e professori non diano un buon esempio di educazione civica».

 

TERZA DOSE VACCINI

Lei sarebbe favorevole a una ulteriore stretta?

«Come non essere favorevole? Mi spiegano però che servirebbe una legge. La via che ora l'Italia sta seguendo per mitigare il rischio Covid è di ricorrere al passaporto verde esteso che impedisce quasi tutte le attività ludiche e sociali a chi non sia vaccinato o guarito da poco.

 

Ed è un'idea che ci stanno copiando tanti in Europa. Mi auguro che il green pass assieme all'allargamento dell'obbligo ad altre categorie possa essere sufficiente per raggiungere il numero massimo di persone. Il virus ogni 3-4 mesi si presenta sotto forma di una nuova variante e richiede azioni ferme».

 

TERZA DOSE VACCINI

I medici che rifiutano il vaccino sono giustificabili?

«No, nessuna giustificazione. Noi medici abbiamo il dovere di vaccinarci per proteggere dal Covid i più deboli».

 

Ieri il primo morto per Omicron. Variante non così innocua come si sperava, al di là della diffusività?

«Non abbiamo ancora i dati per arrivare a conclusioni sulla morbidità e letalità della variante. Non è escluso che il nuovo ceppo possa incidere sull'efficacia del vaccino e richiedere l'uso di un vaccino dedicato.

 

LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID

Non siamo noi che cambiamo idea, è il virus che cambia e noi lo inseguiamo. Davanti al virus del Covid anche il mondo "sviluppato" si è scoperto fragile perché terribilmente esposto ad una malattia infettiva».