TUTTI IN CINA! DOPO RENZIE ANCHE PAPA FRANCESCO VOLA A PECHINO PER RIPRENDERE I CONTATTI CON IL PAESE DI MAO INTERROTTI DA TEMPO - LA CINA SARÀ STRATEGICA PER UN'ALTRO OBIETTIVO: LA PACE TRA LE DUE COREE


Marco Ansaldo per “la Repubblica”

 

E ora l’Asia. Con obiettivo finale la Cina. Archiviato con ottimo successo, nonostante le immancabili critiche dei più radicali, l’incontro-preghiera di domenica per la pace in Medio Oriente, il Vaticano di Francesco è pronto a una nuova avventura estera: i viaggi e le aperture del Papa argentino verso il continente asiatico.

 

BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c

È la sola regione non toccata da Joseph Ratzinger nei suoi 8 anni da Pontefice. L’ultima tappa laggiù di un vescovo di Roma risale addirittura al 1999, quando Karol Wojtyla andò in India. E Jorge Mario Bergoglio, in attesa di sbarcare ad agosto nel primo dei Paesi asiatici scelti dalla sua strategia diplomatica, sembra pronto a saggiare il terreno con Pechino.

 

Il South China Morning Post, quotidiano con base a Hong Kong e molto attento a quello che accade nell’immediato territorio cinese, scrive che la Cina avrebbe avviato contatti diretti con il Vaticano. L’idea sarebbe quella di arrivare a veri e propri colloqui: una svolta clamorosa, perché è dal 1951 che i rapporti fra la Città del Vaticano e Pechino sono pessimi se non pari allo zero, tanto che la Cina nomina vescovi in proprio, tutti strettamente fedeli al regime e mai riconosciuti dalla Santa Sede.

ALICIA BARRIOS E BERGOGLIO

 

L’ultimo tentativo di dialogo risale al 2010. In Vaticano il dossier cinese è da tempo sui tavoli della Segreteria di Stato, e il nuovo capo del governo di Bergoglio, Pietro Parolin, cardinale di estrazione diplomatica (è stato nunzio apostolico), ha molto a cuore la questione. La strategia di avvicinamento di Francesco è chiara.

 

A metà agosto il Papa andrà per una settimana in Corea del Sud. L’occasione ufficiale è la VI Giornata della gioventù asiatica. È perciò chiaro a tutti che Bergoglio, a Seul, a soli 70 chilometri dal confine di ferro con la Corea del Nord, non potrà che lanciare la sua preghiera anche al regime di Pyongyang invocando, così come ha fatto due giorni fa nei Giardini vaticani con il presidente israeliano Shimon Peres e il leader palestinese Abu Mazen, la distensione e la pace.

il titanic ricostruito in cina

 

E se è vero che il Paese da cui la Nord Corea dipende da un punto di vista politico ed economico è da sempre la Cina, va da sé che il Papa parlerà alle Coree strizzando bene l’occhio a Pechino. Non solo. Ma a gennaio il Vaticano ha già annunciato una nuova doppia tappa asiatica del Pontefice: Filippine e Sri Lanka. La strategia nei confronti del colosso cinese è dunque disegnata. L’Asia è una «priorità» per Francesco, come ha detto nel suo primo viaggio all’estero, quello del luglio 2013 in Brasile, quando tornando verso Roma annunciò in volo ai giornalisti: «Bisogna andare in Asia».

 

Joe Biden Xi Jinping

In Vaticano ieri si sosteneva che «l’atmosfera è abbastanza positiva da entrambe le parti per la ripresa del dialogo». La Santa Sede sarebbe in attesa di conoscere da Pechino la data e il luogo dei colloqui. Per i più fiduciosi la ripresa del dialogo potrebbe già avvenire entro la fine dell’anno.

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