TUTTI INSIEME, SOTTO LA POMPETTA – RINGALLUZZITO DALL’ASSOLUZIONE, BERLUSCONI CHIAMA SENZA-QUID ALFANO CON L’OBIETTIVO DI RIUNIRE IL CENTRODESTRA IN UNA FEDERAZIONE IN VISTA DELLE PROSSIME REGIONALI
Tommaso Labate per “Il Corriere della Sera”
Angelino, adesso è arrivata l’ora di smetterla di litigare. Gli italiani sono stanchi di tutto questo. Dobbiamo metterci a lavorare per riunificare il centrodestra». E l’altro, di rimando: «Presidente, l’affetto da parte nostra nei suoi confronti è rimasto immutato. E la sua assoluzione chiude anni di sofferenza che io, per esserle stato vicino, conosco benissimo».
Il «contatto» alla fine c’è stato. E che contatto. Poco prima delle otto di ieri sera, dopo aver guardato in televisione all’amichevole Monza-Milan, Silvio Berlusconi ha alzato il telefono e ha chiesto al centralinista di Arcore: «Per favore, chiamatemi Angelino Alfano». E la telefonata tra l’ex premier e il suo ex delfino — che non si sentivano direttamente da mesi — ha avuto luogo.
Il nome del ministro dell’Interno era nella lunghissima lista di «telefonate in entrata» a cui l’ex Cavaliere non aveva ancora risposto. Ieri sera però, poco prima che i cancelli di Villa San Martino si aprissero per far entrare la vettura con a bordo Adriano Galliani e Filippo Inzaghi (il vertice sul Milan ha sostituito in extremis la cena politica), il leader di Forza Italia — che ha trascorso la domenica con la compagna Francesca Pascale e i figli — ha raccolto il segnale di distensione da parte del presidente del Nuovo Centrodestra.
E ne ha lanciato uno a sua volta. «Basta litigare, gli italiani sono stanchi, adesso lavoriamo per riunire i moderati», ha scandito Berlusconi. «Il nostro affetto nei suoi confronti è rimasto immutato», gli ha risposto Alfano.
È il primo mattone del cantiere della ricomposizione del centrodestra. La prima pietra sulla ricostruzione di una «federazione di partiti» — di cui Forza Italia e il Nuovo Centrodestra dovrebbero essere il motore — a cui Berlusconi pensa dalla notte del 25 maggio, giorno del successo del Pd di Matteo Renzi alle Europee. Il cruccio, nel frattempo, s’è fatto assillo. E, dopo l’assoluzione nel processo Ruby, la teoria si sta per trasformare in pratica.
Il piano che ha in testa l’ex Cavaliere è ambizioso. Prevede l’avvio di «un percorso costituente» che riunisca i partiti della diaspora del centrodestra in una «federazione». Con una road map che per adesso sarebbe solo abbozzata. E che prevede la formazione di «una consulta dei partiti» (da FI a Ncd, passando per Fratelli d’Italia e la Lega), la stesura di una dichiarazione di intenti, l’abbozzo di un programma e la certificazione che ci saranno — alla fine del percorso — le «primarie di coalizione» per scegliere il candidato premier.
Senza dimenticare la maxi tornata di regionali che si svolgerà in mezza Italia da novembre (Calabria ed Emilia Romagna) alla primavera prossima (Campania, Puglia, Umbria, Marche, Veneto...), dove il «fronte moderato» punta a presentarsi unito scegliendo i candidati con «una consultazione aperta». Con le primarie, insomma.
Ma il riavvicinamento tra Forza Italia e il Nuovo Centrodestra è un percorso in cui anche i «riti simbolici» avranno un ruolo decisivo. Come potrebbe averlo il pranzo che Berlusconi e Alfano potrebbero mettere in agenda già per questa settimana. Tra i berlusconiani si parla della data del 24 luglio, giovedì, fra tre giorni. Ma, avrebbero convenuto l’ex premier e il titolare del Viminale alla fine della telefonata di ieri sera, «risentiamoci martedì (e cioè domani, ndr) e decidiamo come fare».
Ha fretta di riunire tutti i moderati, Berlusconi. Ed è tutt’altro che intenzionato a inserire la «clausola dell’uscita dal governo» nel menù del dialogo con Alfano. Come ha spiegato benissimo a un amico Giovanni Toti, «se Angelino rimane al governo, noi adesso siamo molto più contenti».
Al contrario, «se Ncd si staccasse dalla maggioranza renziana, saremmo nei guai». Soprattutto, è il sottotesto, per il verosimile precipitare di una legislatura che in questo momento, in caso di elezioni anticipate, sondaggi alla mano premierebbe Renzi.
E così, minuto dopo minuto, ora dopo ora, è da venerdì che Berlusconi non smette di stare al telefono per riannodare i fili di quel centrodestra che pareva defunto. Ha parlato molte volte con Nunzia De Girolamo, ambasciatrice alfaniana presso i forzisti della cerchia ristretta e viceversa).
E ieri ha risposto anche alle telefonate di qualche «vecchio amico» che negli ultimi mesi ha lasciato gli azzurri per trasferirsi nel Ncd. Come Paolo Bonaiuti e Fabrizio Cicchitto, tanto per fare due esempi. In attesa del faccia a faccia di domani con Raffaele Fitto, durante il quale l’ex Cavaliere prevede di «far tornare finalmente il sereno anche dentro Forza Italia».