GLI UCRAINI SONO DIFFIDENTI SULLA MORTE DI PRIGOZHIN – MYKHAILO PODOLYAK, CONSIGLIERE DI ZELENSKY, IERI SERA HA COMMENTATO COSÌ LA NOTIZIA: “VALE LA PENA ASPETTARE CHE LA NEBBIA SI DISSOLVA. LA GUERRA CONTINUERÀ" - LE AGENZIE DI STAMPA UCRAINE INSISTONO SUL FATTO CHE CI FOSSERO IN VOLO NON UNO MA DUE AEREI DI PROPRIETÀ DELLA BRIGATA WAGNER, E CHE PRIGOZHIN POTREBBE ESSERSI SALVATO, ATTERRANDO A MOSCA SULL’AEREO CHE NON È CADUTO….
-Estratto dell’articolo di Brunella Giovara per “la Repubblica”
Fuori uno. Ma rimane l’altro, e perciò la guerra continua come prima. Gli ucraini hanno sempre seguito con estrema attenzione l’evolversi dei rapporti tra il padrone della Wagner e il presidente Vladimir Putin, considerando il primo il criminale che ha schierato i suoi mercenari a Bakhmut, e non solo lì. E il secondo, un criminale più potente e politicamente più abile, che prima o poi avrebbe fatto fuori l’altro.
Una “guerra tra scorpioni”, insomma, da analizzare giorno per giorno. E dal 24 giugno, con la cosiddetta “parata” di Prigozhin verso Mosca, che è finita come è finita, hanno dedotto che Putin avrebbe regolato presto i conti, ed era solo questione di tempo.
Quindi, ora i conti sono regolati, se davvero Prigozhin è morto. Ma la questione ha riguardato direttamente l’Ucraina fino a quando la Wagner è stata schierata a Bakhmut, e lì l’esercito ucraino ha certo patito gli attacchi dei mercenari, disprezzando al massimo grado la strategia di combattimento del nemico: buttare al sicuro massacro la truppa, costituita per lo più da gente reclutata nelle carceri con la promessa della libertà dopo 3 mesi di servizio attivo. […]
Ma c’è un altro dato. Gli ucraini sono diffidenti, e fino a quando non avranno accertato che Prigozhin è davvero morto, non ci crederanno. Le agenzie di stampa ucraine insistono sul fatto che ci fossero in volo non uno ma due aerei di proprietà della PMC Wagner, e che Prigozhin potrebbe essersi salvato, atterrando a Mosca sull’aereo che non è caduto.
Quindi, cautela, fino a quando non avranno la sicurezza dei fatti, attraverso l’intelligence militare. Perciò, il consigliere del presidente Zelenski, Mykhailo Podoliak, ieri sera ha commentato così: «A proposito di Prigozhin: vale la pena aspettare che la nebbia si dissolva. Nel frattempo, è ovvio che Putin non perdona nessuno.
Lui aspettava il momento». Perché «è ovvio che Prigozhin avesse firmato una speciale condanna a morte nel momento in cui ha creduto alle bizzarre garanzie di Lukashenko, e all’altrettanta assurda parola d’onore di Putin». E «l’eliminazione dimostrativa di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentato golpe è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024. Attenzione! La slealtà equivale alla morte».