1 - IL MANTRA DELLA DISPERAZIONE...
Da "la Repubblica"
Il mantra di Formigoni è il segno della sua disperazione politica. Ieri sera su La7 ha detto: "Domando a Repubblica di fare inchieste su questo: gli interessi della famiglia De Benedetti nel campo della sanità hanno a che fare con il furioso attacco che Repubblica va facendo a me da oltre un anno?». La sua reiterazione ci obbliga a ripeterci a nostra volta: Formigoni, abituato a confondere pubblico e privato, confonde allo stesso modo gli interessi legittimi di un'impresa con i diritti e i doveri di un giornale che, nella sua autonomia, racconta uno scandalo e la relativa indagine giudiziaria. Con grande chiarezza, a differenza delle risposte che fin qui ha saputo dare il governatore della Lombardia.
CARLO DE BENEDETTI2 - "PAGAVO I FACCENDIERI PER CORROMPERE LA REGIONE". LE AMMISSIONI DI UMBERTO MAUGERI: QUANDO DACCÒ NON INTERVENIVA LE PORTE SI CHIUDEVANO
Davide Carlucci per "la Repubblica"
«Errori sì, ma mai atti contro la legge». «Nessun vantaggio da Daccò e lui nessuno da me». «In Lombardia non c'è nessun privilegio». «Con Daccò ho fatto solo due viaggi e ho pagato tutto io». L'autodifesa di Roberto Formigoni, ieri - nelle sue apparizioni tv tra Canale 5, Tgcom 24 e Sky - cozza con le affermazioni di decine di indagati e testimoni nell'inchiesta sulla fondazione Maugeri di Pavia che lo vede indagato per corruzione aggravata. Ecco che cosa dicono i nuovi verbali che descrivono tutte le illegalità nel sistema della sanità lombardo.
PIERANGELO DACCO'"COSTRETTI A CORROMPERE"
È il 31 maggio. Umberto Maugeri, con gli avvocati Carlo Paliero e Fabrizio De Sanna, risponde alle domande dei pm Antonio Pastore e Laura Pedio. «... Il denaro da voi pagato a Daccò e Simone (i due faccendieri amici di Formigoni, ndr) è servito per far sì che pubblici ufficiali della Regione Lombardia asservissero la loro funzione discrezionale alle esigenze della fondazione? ».
«Sì - risponde Maugeri - è assolutamente così. Io ho avuto fin dall'inizio la consapevolezza che era un'attività di corruzione di pubblici ufficiali per ottenere provvedimenti favorevoli per fondazione Maugeri nell'ambito dell'esercizio delle funzioni discrezionali della Regione. Difficilmente avremmo potuto fare diversamente perché l'alternativa sarebbe stata quella di ridurre notevolmente l'attività, lasciando a casa più di mille dipendenti». Quattro giorni prima Maugeri aveva ammesso di aver anticipato «il pagamento di una somma tra i 400mila e i 600mila euro in quanto il presidente Formigoni ne aveva necessità per la sua campagna elettorale del 2010».
FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCOLE DELIBERE PERFETTE
Maugeri ricostruisce il «lavoro molto intenso» che ogni anno precedeva l'approvazione dei finanziamenti. «La Regione ci veniva incontro suggerendoci anche qualche modifica, così da far sì che le delibere rispondessero perfettamente alle nostre esigenze». Chiedono allora i pm: ma questo tipo di "collaborazione" è normale? «Non è assolutamente normale - risponde Maugeri - e tale rapporto è stato possibile esclusivamente perché abbiamo pagato Simone e Daccò. Tant'è vero che quando - qualche volta - Daccò non interveniva, la Regione chiudeva le porte ».
"PROCEDURE ANOMALE E ILLEGALI"
Antonio Spanevello, dirigente della Maugeri, sentito il 19 aprile, dice: «Quando Formigoni fu eletto alle ultime regionali, Passerino mi disse di incominciare a pensare a progetti innovativi da presentare alla Regione per ottenere nuovi finanziamenti. Mi fece intendere che "il momento era propizio" per ottenere nuovi posti letto che avrebbero consentito di rimpinguare le casse della fondazione». Spanevello e i suoi preparano tre progetti. Li sottopongono al vaglio del ministero della Sanità. «I nostri progetti non avevano il "vestito" formale per cui la Regione Lombardia non avrebbe potuto erogare i finanziamenti».
Spanevello, con l'aiuto del direttore amministrativo Passerino, lavora alle modifiche. I progetti passano dalle mani di Carlo Lucchina e Alessandra Massei, due persone di fiducia di Formigoni indagate nell'inchiesta. E, dopo un ping pong tra Roma e Milano, lo specialista inserisce le modifiche necessarie. «Mi chiedete se sia corretto che il percettore finale di un finanziamento sia in grado di modificare il provvedimento, parte integrante di un rapporto tra due enti pubblici (ministero e Regione)... la procedura è anomala, anzi illegale».
antonio simone bLE CINQUE VACANZE
Formigoni continua a ridurre a due le vacanze con Daccò e dice di essersele pagate da solo. In realtà di viaggi esotici ne risultano cinque (dal 2007 al 2011) oltre a un soggiorno in Costa Azzurra nel 2011. Non è solo Daccò a dire di aver pagato quasi tutto ma anche il suo collaboratore, Giuseppe Danzi, che si occupava delle prenotazioni. Se poi si aggiungono le spese per gli yacht, il cui utilizzo da parte del governatore è confermato dai marinai, il conto dei regali "turistici" a Formigoni sale a 4,6 milioni.