UN’ALLEANZA TRA NONNI PER BATTERE TRUMP? ESODO DI VOTI A DESTRA: SI PENSA ALLA STRANA COPPIA HILLARY-SANDERS PER MANTENERE I DEMOCRATICI ALLA CASA BIANCA - MA IL SOCIALISTA BERNIE RUGGISCE: IO MEGLIO DI HILLARY PER SCONFIGGERE TRUMP
1. HILLARY-SANDERS LA STRANA COPPIA PER FERMARE TRUMP
Federico Rampini per “la Repubblica”
Nascerà “la strana coppia” Hillary-Bernie, per mantenere i democratici alla Casa Bianca… e salvare l’America (e il mondo)? Il senatore socialista del Vermont non ha escluso che accetterebbe la designazione a vice. L’ipotesi di un ticket presidenziale tra i due ha delle controindicazioni. A cominciare dall’anagrafe: un’alleanza fra nonni.
Ma sarebbe l’arma più potente per impedire una trasmigrazione di voti radicali e anti-sistema, da Sanders a Donald Trump. L’allarme per una simile fuga di voti, è tale da giustificare le grandi manovre di avvicinamento tra i due democratici. E l’ipotesi della “strana coppia” può servire almeno a questo, da subito: abituare la base radicale all’idea che i due non si odiano, anzi possono collaborare per una causa comune.
Il punto di partenza è in questa email che Hillary Clinton sta mandando a milioni di elettori “registrati” come democratici. Poche ore dopo la nuova vittoria di Sanders, che le ha strappato la primaria della West Virginia, partiva il messaggio firmato Hillary: «Un nuovo sondaggio rivela questa situazione in tre Stati contesi. Florida: Clinton 43 Trump 42. Ohio: Clinton 39 Trump 43. Pennsylvania: Clinton 43, Trump 42».
La fonte è la Quinnipiac University, veterana di indagini demoscopiche in periodo elettorale. Per la Clinton i numeri sono davvero preoccupanti. Florida, Ohio e Pennsylvania sono Stati-chiave, in bilico fra destra e sinistra. La loro oscillazione a favore del candidato democratico o di quello repubblicano può decidere un’elezione e designare il prossimo presidente. In uno di quei tre Stati il sondaggio vede Trump in testa. Negli altri due il vantaggio di Hillary è così esiguo da rimanere sotto il margine di errore statistico.
L’allarme è accentuato da un altro sondaggio, della Cnn. È stato fatto martedì nella sola West Virginia, interrogando elettori che uscivano dai seggi delle primarie. «Un terzo dei democratici — annuncia Cnn — ha detto che a novembre voterà per Trump». Un esodo in massa. È lo scenario più temuto: vede Sanders e Trump come due ali estreme di uno stesso fenomeno, con ingredienti simili, dal populismo al rigetto dell’establishment, dall’odio verso le élite e il ceto politico, al protezionismo. L’inimmaginabile può succedere, dunque: gli stessi che hanno votato alle primarie un candidato socialista, a novembre possono spostarsi sul magnate immobiliare newyorchese.
Le fasce sociali sono contigue. Non a caso le ultime due vittorie di Sanders in campo democratico sono avvenute negli Stati dell’Indiana e della West Virginia. Tanta classe operaia bianca, impoverita dalla deindustrializzazione e dalla competizione cinese. La West Virginia ha un triste primato, il reddito pro capite più basso. Se c’è un indicatore affidabile per misurare dove Trump fa il pieno di voti, è il mix tra reddito e istruzione. Chi guadagna sotto la media nazionale e non ha un titolo di studio oltre la scuola secondaria superiore: è in questa middle class bianca e povera, che si concentra la base più fedele a Trump. Lo stesso sondaggio Cnn, disaggregando i soli elettori di Sanders nella primaria democratica della West Virginia, ha rivelato che il 43% preferisce Trump alla Clinton. Un modo per trattenerli da questa parte della barricata, è avere il ticket Clinton-Sanders? La notabile affiancata dal rivoluzionario?
Riconosce il pericolo il direttore della campagna elettorale di Sanders, Jeff Weaver: «Dobbiamo fare un grosso lavoro di coinvolgimento e di persuasione, per trattenere i nostri dal votare Trump». L’onere di questo lavoro, secondo lui spetta soprattutto alla Clinton: «Se sarà lei a vincere la nomination, tocca al vincitore conquistare i consensi del suo oppositore.
Ci vorrà tanto lavoro, non accadrà all’improvviso. Hillary dovrà convincere milioni di sostenitori di Sanders che anche lei può trasformare in profondità l’economia americana e il sistema politico». Il primo gesto, appunto, potrebbe essere proprio l’offerta di una vicepresidenza all’agitatore socialista?
Il sito Ozy intanto lancia la caccia al sostituto di Sanders. Il senatore del Vermont ha costruito un movimento, ma a 74 anni questa è verosimilmente la sua ultima elezione. Tra i candidati alla successione come leader della sinistra radicale c’è Elizabeth Warren, la senatrice del Massachusetts legata a Occupy Wall Street, anche lei citata come possibile vice di Hillary. Ha solo un anno meno (66) della Clinton. C’è il senatore Al Franken del Minnesota, ex attore e sceneggiatore del Saturday Night Live, anche lui un baby boomer: 64 anni. I veri nomi nuovi si affacciano dietro, e devono ancora conquistarsi visibilità. Ozy cita il deputato afroamericano Keith Ellison, di religione islamica, 52 anni. E lancia una Millennial, la trentenne deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard.
2. USA 2016: SANDERS, IO IL PIÙ FORTE PER BATTERE TRUMP
(ANSA) "Io sono il più forte candidato che può sconfiggere Donald Trump": parola di Bernie Sanders, che mostra di non aver paura della scaramanzia (le sue sono le stesse parole che furono pronunciate da Ted Cruz) e in un'intervista alla Mnsbc conferma di non avere alcuna intenzione di mollare a favore di Hillary Clinton.
"I miei numeri sono molto migliori di quelli di Hillary Clinton", ha poi sottolineato riferendosi agli ultimi sondaggi nel corso di un comizio in Oregon, dove si voterà per le primarie democratiche il 17 maggio.