URRUTIA, VA' VIA! - IL CANDIDATO DELL’OPPOSIZIONE ALLE ELEZIONI "VINTE" DA MADURO GRAZIE AI BROGLI, EDMUNDO GONZALEZ URRUTIA, È SCAPPATO IN SPAGNA DOPO LE MINACCE RICEVUTE DAL REGIME DI CARACAS - MADRID HA CONCESSO A URRUTIA LO STATUS DI RIFUGIATO POLITICO: SU DI LUI IN VENEZUELA PENDE UN MANDATO DI CATTURA PER TRADIMENTO - MADURO, IN UN SOLO MESE DI GOVERNO, HA ARRESTATO PIÙ DI 1700 PERSONE, TRA CUI POLITICI, GIORNALISTI E ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI...
-Estratto dell'articolo di Emiliano Guanella per “La Stampa”
Edmundo Gonzalez Urrutia, alla fine, ha ceduto alle pressioni di chi lo metteva in guardia per la sua incolumità. Il candidato dell'opposizione al regime di Nicolas Maduro ha lasciato il Venezuela a bordo di un aereo militare della Spagna, Paese che gli ha concesso lo status di rifugiato politico dopo un intenso lavoro di mediazione tra Madrid e il regime di Nicolas Maduro.
Su Gonzalez, che sostiene di aver vinto le elezioni di fine luglio, pendeva un mandato di cattura per tradimento e sedizione. Si era rifugiato presso l'ambasciata spagnola di Caracas, a intermediare per la sua uscita dal Paese con l'ala dura del regime è stato l'ex premier socialista Rodriguez Zapatero, da tempo ormai fiancheggiatore e spalla europea del chavismo. Edmundo, come lo chiamano i suoi sostenitori, ha capito che aveva ben poco margine di manovra.
In un mese il regime ha arrestato più di 1.700 persone, tra cui decine di dirigenti dei partiti di opposizione, giornalisti, avvocati e attivisti dei diritti umani. Per tutti l'accusa è di tradimento e cospirazione, a volte basta un post sui social media per finire in galera.
La Corte Suprema aveva citato Gonzalez per tre volte nell'ambito dell'indagine sulla regolarità del voto del 28 luglio, ma lui non si era presentato, proprio per paura di finire agli arresti. A Madrid raggiunge la figlia e una folta comunità di venezuelani emigrati. [...]
Per Nicolas Maduro la questione delle elezioni di fine luglio è bella che conclusa, il suo nuovo mandato inizierà a gennaio del 2025 e scadrà solo nel 2031, oggi qualsiasi voce critica viene silenziata con carcere e persecuzione. La deriva autoritaria del Venezuela è ormai cosa fatta, sono saltati tutti i minimi paletti di parvenza di normalità e le sanzioni internazionali non sembrano spaventare la nomenklatura.
L'erede di Chavez ha annunciato per l'anno prossima una maxi tornata elettorale, nella quale i venezuelani saranno chiamati a eleggere i membri del Parlamento, governatori regionali, sindaci e consigli comunali. Secondo la nuova legge antiterrorismo non potranno candidarsi i cosiddetti "nemici della rivoluzione", in pratica si va verso un regime a partito unico alla cubana, dove il voto è una farsa grottesca e i cittadini sono obbligati a scegliere i nomi imposti dal regime.
Maduro è pronto a scagliarsi anche contro i suoi vecchi ex alleati come il brasiliano Lula da Silva o il colombiano Petro, che sostengono, con molta timidezza e cerchiobottismo, di non poter riconoscere la sua vittoria elettorale.
Caracas ha ribadito la richiesta di adesione al blocco dei Brics, il presidente sa che la Russia e la Cina, i suoi principali alleati, sono pronti a concederla, con buona pace dello stesso Lula, in profondo imbarazzo presso l'opinione pubblica brasiliana che non tollera la promiscuità con un regime dittatoriale. [...]