URSO EXIT: GIORGIA MELONI STAREBBE PENSANDO DI CANDIDARE IL MINISTRO DEL MADE IN ITALY ALLE EUROPEE PER TOGLIERSELO DI MEZZO – NEGLI ULTIMI TEMPI IL RESPONSABILE DEL DICASTERO DELLE IMPRESE NON NE HA IMBROCCATA UNA TRA CAOS DEI PREZZI DELLA BENZINA E SCAZZI CON LE COMPAGNIE AEREE. LUI NON SE NE CURA, E SVENTOLA IN GIRO UN SONDAGGIO CHE LO VEDREBBE COME MINISTRO PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI. MA I SUOI COLLABORATORI E I COLLEGHI DEL GOVERNO LA PENSANO DIVERSAMENTE…

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Estratto dell’articolo di Valerio Valentini per “il Foglio”

 

GIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI

E sì che a tanti sembrerebbe in affanno. E invece – per dire di come la vanità può essere il miglior rifugio di chi annaspa – Adolfo Urso in questi giorni si compiace non poco di sé: per questo condivide con amici e compagni di partito un sondaggio che lo vorrebbe come il ministro col maggiore indice di gradimento popolare.

 

Ha pasticciato con la benzina, ha innescato una mezza zuffa diplomatica con Bruxelles sui voli, deve scansare gli sbuffi dei suoi collaboratori e il malcontento che sul suo operato nutrono i suoi colleghi di governo, insomma ha messo in fila una serie di figure un po’ così.

 

E però, lui, se la gode per l’amore che gli elettori gli tributano. [...]Dunque perché sorprendersi se, insediatosi a Palazzo Piacentini, […] ordinò al suo ufficio stampa: “Voglio un’intervista al giorno”.

 

ADOLFO URSO

Poi, siccome Giorgia Meloni lasciò intendere che certe smanie comunicative non erano gradite, lui, indefesso, volle stupirla. Era fine gennaio, e Urso s’era messo in testa di fermare i rincari della benzina. Il suo rapporto travagliato coi carburanti […] nasce lì.

 

Meloni era ad Algeri. Lui la chiamò e le garantì: “Accordo fatto coi rappresentanti di categoria, lo sciopero dei benzinai è revocato”. Convocò una riunione a Via Veneto con le varie sigle, prima però allertò i telegiornali: “Pronti per la notiziona?”. Poi finì come si sa, con lo sciopero dei benzinai. E con lui che ingiuriava il suo staff, minacciando licenziamenti in massa.  Non proprio un trionfo.

 

Ma almeno si pensava potesse valere, quella delusione, a suggerirgli cautela quando si parla di prezzi di verde e gasolio. […] E invece al primo accenno di rincaro, ecco che Urso è tornato alla carica. Prima se l’è presa coi benzinai. Poi […] ha detto che s’era sbagliato, che i colpevoli della speculazione erano i raffinatori. Sempre additati con la terza persona plurale, sparacchiando nel mucchio. Poi, al dunque, l’illuminazione: è colpa delle accise [...].

 

Col sollievo che s’immagina da parte di Meloni, proprio lei che le accise, parzialmente sterilizzate da Draghi, in legge di Bilancio le aveva rialzate. Dunque alla fine la ricerca spasmodica del colpevole da parte dell’ispettore Urso ha dato i suoi frutti: la colpa è del governo. Cioè di Urso. E allora si spiega anche l’insofferenza mostrata dai suoi colleghi di partito in queste ore nei confronti della sua “sovraesposizione”. [...]

ADOLFO URSO

 

Un bel clima, insomma. Che è poi grosso modo quello che si respira anche in certi corridoi del Mimit. Dove alcuni collaboratori di Urso, alcuni suoi direttori generali, lamentano l’insostenibilità di un metodo per cui “prima annunciamo le cose, poi ci chiediamo se e come possiamo farle”. 

 

Confidenza di uno di loro: “E certo che anche la faccenda del cartello coi prezzi medi regionali della benzina in bella vista  sapevamo che era di dubbia efficacia. Ma qualcuno deve aver detto al ministro: ‘Noi ora spingiamo questa iniziativa, tanto poi i prezzi scendono e il merito sarà anche nostro’”. […] Del resto, e forse con la stessa logica, due settimane fa Urso ha anche rivendicato il successo nell’aver contribuito, lui col suo sedicente “monitoraggio dei prezzi”, a fermare l’inflazione. Roba che manco Napoleone.

 

E forse è una baldanza che stride un po’ con la cedevolezza mostrata invece di fronte alle  rimostranze dei tassisti: in quel caso […] il ministro ha deposto serenamente i suoi propositi di promuovere una sia pur timida liberalizzazione delle licenze […].

 

ADOLFO URSO

Nel frattempo, incredibilmente, i suoi colleghi di governo non sono proprio entusiasti di lui. Giancarlo Giorgetti, per dire, ha fatto in modo di continuare a gestire lui la trattativa coi turchi su Whirlpool, facendo valere l’affezione a una crisi che interessa la sua Varese. Alla Difesa […]  lamentano che la delega all’aeropsazio, che Urso ha fortemente voluto, non viene gestita dal Mimit come si dovrebbe. E di qui, insomma, le voci di una Meloni intenzionata a farlo candidare alle europee per allontanarlo dall’esecutivo. Proprio lui, il più amato dagli italiani.

ADOLFO URSS - MEME
adolfo urso in aereo