URSULA TREMA: GIUSEPPE CONTE HA CHIESTO ALLA VON DER LEYEN DI ESSERE "AMBIZIOSA" E DI NON “SVOLGERE MEDIAZIONI AL RIBASSO” – MA UN COMPROMESSO CI SARÀ PER FORZA PER ACCONTENTARE OLANDA, AUSTRIA E ALTRI "FRUGALI" CHE NON VOGLIONO SGANCIARE PER NOI: INFATTI L’ALTRO IERI SERA ANGELONA MERKEL HA FATTO CAPIRE A HERR GIUSEPPI CHE SARÀ DIFFICILE ARRIVARE A 500 MILIARDI DI FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO (CHE GIÀ SONO POCHI)
1 – PRESSING DI CONTE SULLA MERKEL
Alberto Gentili per “il Messaggero”
Esattamente come fatto trapelare alla vigilia, Giuseppe Conte a Ursula von der Leyen ha chiesto di essere «ambiziosa». E ha sollecitato la presidente della Commissione a «non svolgere mediazioni al ribasso». Perché i 500 miliardi del piano per il recovery fund lanciato da Angela Merkel ed Emmanuel Macron valgono circa 100 miliardi per l'Italia. «E non ho alcuna intenzione di rinunciarci».
E perché Conte sa bene che se la Commissione mercoledì prossimo dovesse presentare una proposta di mediazione, un mese dopo il fronte guidato da Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia etc. si troverebbe costretto a una nuova mediazione in sede di Consiglio europeo. «E da due compromessi rischieremmo di uscire con le ossa rotte», dicono fonti di palazzo Chigi.
Nel colloquio telefonico con il premier italiano, la von der Leyen ha mostrato apprezzamento per la proposta franco-tedesca che apre la strada alla prima emissione di titoli di debito comune, i Covid-bond. Ma ha anche fatto presente a Conte che la partita che da qui a mercoledì dovrà giocare la Commissione è tutt'altro che facile. I Paesi nordici, guidati da Austria, Olanda, Svezia, Danimarca bocciano l'idea di concedere all'Italia e agli altri Stati più colpiti dalla pandemia, sussidi a fondo perduto.
Continuano a parlare esclusivamente di prestiti. E in più calcano la mano sulla richiesta di riforme strutturali come condizione per concederli. Non a caso a palazzo Chigi si dicono «fiduciosi» del lavoro della Commissione, aggiungendo che il «compito della von der Leyen è tutt'altro che facile». Ciò detto, «saremmo molto critici se la presidente dovesse snaturare l'intesa franco-tedesca».
Con ogni probabilità l'epilogo che sceglierà il governo europeo sarà un mix tra 500 miliardi di sovvenzioni e altri 500 miliardi di prestiti. «Per un totale di mille miliardi», a sentire il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni. E questa ipotesi non è sgradita all'Italia. In quanto non riduce la quota di grants (sussidi) a favore dei loans (prestiti), ma getta sul piatto altre risorse.
«TOCCA AD ANGELA»
Riguardo al muro dei Paesi del Nord, Conte si aspetta (e l'avrebbe detto anche nel colloquio avuto con il premier portoghese Antonio Costa) che la Merkel sappia metterli in riga. «Dalla Cancelliera», spiegano sempre fonti di palazzo Chigi, «ci aspettiamo che dica ai suoi alleati che ormai si è esposta, ha preso un impegno solenne, e dunque non può tornare indietro». Segue considerazione storica: «Non si è mai visto Berlino fare un accordo, poi sconfessato dai suoi Stati-satellite. Confidiamo su questo, anche perché a luglio scatta il semestre di presidenza tedesca dell'Unione e la Merkel non intende passare alla storia per quella che ha affossato l'Europa».
Ciò detto, proprio in funzione negoziale e per non abbassare la guardia, Conte ufficialmente continua a ripetere che «la proposta franco-tedesca da 500 miliardi rappresenta un passo coraggioso e significativo verso una risposta comune dell'Unione europea alla pandemia. Ma è anche solo questo: un passo. Se vogliamo superare questa crisi insieme, in quanto unione di interessi e valori comuni, è necessario fare molto di più». Non manca un passaggio dedicato ai Paesi del Nord: «La loro posizione riflette l'incapacità di comprendere le sfide storiche che affrontiamo. Basare la risposta al coronavirus su stereotipi distorti sarebbe più fuorviante che mai».
2 – MERKEL GELA CONTE SUGLI AIUTI A ROMA "SARÀ DIFFICILE ARRIVARE A 500 MILIARDI"
Ilario Lombardo per “la Stampa”
Angela Merkel lo ha detto chiaramente a Giuseppe Conte l' altro ieri sera al telefono: i soldi del Recovery Fund potrebbero essere meno. Meno, nella forma e nella quantità, dei 500 miliardi di sussidi a fondo perduto che prevede la proposta emersa lunedì dall' accordo franco-tedesco. Era il grande timore del presidente del Consiglio e dell' intero governo: che alla fine il compromesso, che il 27 maggio dovrà trovare la Commissione Ue, sarebbe stato al ribasso.
Durante la loro chiacchierata di martedì sera, la Cancelliera e Conte si sono confrontati sulle reciproche strategie e sui riposizionamenti tattici della diplomazia italiana. Il succo del colloquio è stato sul senso della proposta avanzata a sorpresa da Emmanuel Macron e dalla stessa Merkel. La cifra offerta, ha spiegato la leader tedesca, va considerata come il massimo possibile, non il minimo, o come ha detto Conte «la base di partenza».
In realtà, 500 miliardi di soli "grants", trasferimenti che non intaccherebbero di un euro il mostruoso debito italiano, sarebbero un sogno per Roma. Conte non osa dirlo pubblicamente e Merkel gliene riconosce i motivi: deve rilanciare, per tenere in tensione i negoziati, dato che sul fronte opposto è già cominciata l' offensiva dei Paesi del Nord che chiedono esattamente il contrario: solo prestiti ("loans"), da concedere dietro la garanzia di importanti riforme.
Ottenere il via libera a 500 miliardi di sussidi, senza prestiti, in gran parte utilizzabili per le aree più colpite, vorrebbe dire destinare all' Italia oltre il 20 per cento del totale, più di 100 miliardi che si potrebbero usare per investimenti green, sulla scuola, sugli ospedali. È chiaro che la Commissione tra una settimana dovrà tener conto anche delle resistenze di Olanda, Austria e Svezia, i più ostili al Recovery Fund proposto da francesi e i tedeschi, ma considerato un po' troppo «all' italiana». In vista di quella battaglia, Merkel è stata sincera con Conte sull' aspetto più ovvio della trattativa. Non sarà facile, anzi: sarà molto dura.
In 48 ore nell' agenda del premier erano previsti confronti telefonici con i principali alleati in questa battaglia. Ieri ha sentito la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Le argomentazioni sono state molto simili a quelle con Merkel. Secondo Palazzo Chigi, Von Der Leyen ha confermato «ampia sensibilità» alla posizione dell' Italia.
Conte l' ha sollecitata usando le stesse parole anticipate in un suo intervento pubblicato su Politico.eu in mattinata: «La mia preoccupazione è che alcuni Paesi continuino a fare pressioni per un modesto Recovery fund, con una percentuale trascurabile di finanziamenti a fondo perduto».
Da quanto ricostruito dagli sherpa che stanno negoziando con i falchi del Nord, secondo un calcolo approssimativo fatto a Palazzo Chigi il compromesso potrebbe essere di 700 miliardi in totale: dei quali massimo 300 miliardi in di sussidi e ben 400 miliardi di prestiti. Anche per questo motivo, spiegano, Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici europei, vuole puntare ad arrivare a un fondo per la ricostruzione di mille miliardi di euro, così da far lievitare la componente delle sovvenzioni e farla rimanere a 500 miliardi.
«Incoraggio la presidente Von der Leyen - sono le parole di Conte- a presentare un' ambiziosa proposta per il Recovery Fund e sul bilancio comunitario pluriennale in linea con le esigenze e le aspettative dei Paesi europei». Di fronte a un calo del Pil dell' area euro, che il Fondo monetario internazionale, prevede di 7,5 punti percentuali quest' anno, «la quantità di risorse messe insieme da tutti gli strumenti europei, incluso il Recovery Fund - dice Conte - non è all' altezza delle stime ritenute necessarie da molte istituzioni pubbliche e private per mantenere a galla l' economia.
In cambio però il governo italiano dovrà dare qualche certezza sulle riforme, con un piano chiaro di allocazione dei fondi ricevuti. Per l' ennesima volta ieri l' Europa ha dato raccomandazioni per migliorare i procedimenti della giustizia e della Pa. Il decreto sulla semplificazione e sulla sburocratizzazione per le opere pubbliche diventa fondamentale agli occhi di Conte, con buona pace dei 5 Stelle terrorizzati dalle condizionalità europee.
3 – BRUXELLES ALL'ITALIA: OCCORRE SPENDERE L'ALTOLÀ DELL'OLANDA: «SOLO PRESTITI»
Estratto dell'articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
L' impatto della pandemia si fa sentire anche sulle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea. (…) Il Semestre europeo e le raccomandazioni faranno da guida nel preparare i piani nazionali di ripresa, ha spiegato Dombrovskis, che verranno finanziati da uno dei pilastri su cui sarà costruito il Recovery Instrument agganciato al prossimo bilancio Ue, che la Commissione presenterà il 27 maggio. Si tratta della Recovery and Resilience facility, che finanzierà pacchetti di riforme e investimenti degli Stati membri.
Una soluzione di sicuro gradita ai Paesi del Nord Europa che non vogliono aiutare i Paesi mediterranei con alto debito pubblico attraverso trasferimenti a fondo perduto legati a riforme, come formulato invece nel piano franco-tedesco per la ripresa presentato lunedì scorso, nel tentativo di mettere pressione sui negoziati e sulla proposta della Commissione, che dovrà tenere conto anche di quella alternativa che avanzeranno nei prossimi giorni Austria, Olanda, Svezia e Danimarca. «Se chiedi aiuto, devi attuare riforme di vasta portata - ha spiegato il premier olandese Mark Rutte - in modo da poter essere autosufficiente la prossima volta».
In Italia (…) Viene raccomandato di attuare tutte le misure necessarie per sostenere l' economia e la successiva ripresa, tenuto conto della sospensione del patto di Stabilità. Ma «quando le condizioni economiche lo consentano», Bruxelles raccomanda di «perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, incrementando nel contempo gli investimenti». Le altre raccomandazioni riguardano la sanità (rafforzare il sistema sanitario), il lavoro (fornire redditi sostitutivi e un accesso al sistema di protezione sociale adeguati, in particolare per gli atipici e politiche attive), le imprese (fornire liquidità), gli investimenti (focus sul green e la digitalizzazione). Attenzione quest' anno anche sulla lotta alla pianificazione fiscale aggressiva, con raccomandazioni a Olanda, Lussemburgo, Malta, Irlanda e Cipro.