VANNACCI E' DIVENTATO PADANO O E' LA LEGA A ESSERCI VANNACCIZZATA? - IL GENERALE SI PRESENTA ALLA FESTA DELLA LEGA SUL “SACRO SUOLO” DI PONTIDA - ESCLUDE DI VOLER LANCIARE “UN’OPA” SUL CARROCCIO MA, COME DAGO-DIXIT, CONFERMA LA CREAZIONE DI UN SUO MOVIMENTO: “SE LA MIA ASSOCIAZIONE ‘IL MONDO AL CONTRARIO’ DIVENTA POLITICA CHE MALE C’È? È UN’EVOLUZIONE NATURALE. LE POLITICHE DEL 2027? NON POSSO DIRE DI AVERE UN PIANO. DA BRAVO INCURSORE MI LASCIO APERTA OGNI STRADA” – NESSUN BAGNO DI FOLLA PER IL GENERALE, SNOBBATO DAI BIG DEL PARTITO, TUTTI ASSENTI – LE BATTUTE TRA GLI STAND: “È UN FORNO TRADIZIONALE? BENE, NON FATEVI INFINOCCHIARE DAL GREEN DEAL”
-1. VANNACCI A PONTIDA TRA PROCLAMI E SELFIE DEI MILITANTI (E TANTE ASSENZE LEGHISTE)
Estratto dell’articolo di Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”
Prima una breve tappa sul «sacro suolo», accompagnato da Igor Iezzi, il deputato sospeso per 15 giorni per la rissa a Montecitorio. «Mi sono emozionato», confessa il generale Roberto Vannacci al suo arrivo sotto gli stand della festa della Lega a Pontida. È una sorta di prova tecnica in vista del debutto ufficiale al tradizionale raduno leghista che quest’anno è slittato al 6 ottobre.
[…] Ma non è un bagno di folla (di sudore sì, invece). Matteo Salvini ha dato il via libera alla sua presenza in terra bergamasca e gli ha affiancato i suoi fedelissimi (Iezzi, Luca Toccalini, Eugenio Zoffili), oltre al fido portavoce Matteo Pandini, ma a riprova dei malumori locali per un ospite non propriamente gradito, spiccano le assenze del gruppo dirigente locale (parlamentari e consiglieri regionali). Assenze che a Pontida non si possono non notare e che vanno lette come un evidente segnale politico.
Ma al neo deputato europeo le paturnie interne pare non interessino. Dice che con Salvini c’è sintonia totale e che non ha nessuna intenzione «di fare un’Opa sulla Lega». Anche se poi gigioneggia sulla sua associazione che sta facendo proseliti. «Se diventa un’associazione politica che male c’è? È un’evoluzione naturale».
Come a dire, vediamo cosa butta. Di sicuro il ruolo del protagonista gli piace. I tanti che lo fermano per chiedergli un selfie lo inorgogliscono. Gira tra gli stand e ai pizzaioli lancia una battuta: «È un forno tradizionale? Bene, non fatevi infinocchiare dal Green deal».
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Poi ecco l’intervento «politico». «È la prima volta che vengo nella culla della Lega. È un giorno speciale perché giusto un anno fa pubblicai il mio libro che ha avuto il successo che sapete». Vannacci si alza in piedi e parla scandendo le parole. «Io rappresento ogni nefandezza, dicono. Ora vorrei fare fuori la Lega, ma sono stato eletto con la Lega e voglio continuare a rappresentarla. Abbiamo principi che si sovrappongono. Siamo solidi, non fluidi (un riferimento larvato alle identità sessuali, ndr)». Poi il generale torna a parlare della pugile algerina Imane Khelif: «C’è un Cio altamente politicizzato che considera discriminatori gli esami».
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«Con la Lega ci batteremo per fermare l’immigrazione clandestina, per far saltare il New Green deal, per rilanciare l’economia» assicura in chiusura il deputato europeo. Non prima di aver distillato la sua opinione sulla guerra: «Io sono un militare di professione, non sono un pacifista ma ritengo che oggi con la guerra non si sia raggiunto alcun risultato e il prezzo lo paghiamo tutti noi. Dobbiamo cercare la pace, negoziare è sempre possibile».
2. VANNACCI A PONTIDA NON ACCENDE I LEGHISTI “IL MIO FUTURO È APERTO”
Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli a Pontida per “La Repubblica”
Il generale da 500 e rotte mila preferenze un’Opa sulla Lega non vuole farla, assicura arrivando alla festa locale del partito a Pontida. Sarà sincero? A “scortare” Roberto Vannacci passo dopo passo c’è la prima linea della comunicazione di Matteo Salvini e un gruppetto di tre fedelissimi del segretario federale: Igor Iezzi, commissario della Lega Nord inteso come il vecchio partito rimasto entità giuridica e famoso per aver tentato di colpire in aula un parlamentare del M5S lo scorso giugno; Luca Toccalini, deputato alla guida della giovanile; ed Eugenio Zoffili. […]
E la base leghista? Il tendone non è pieno, nonostante fosse l’ospite più atteso. Né c’è la fila di selfie a cui per anni si è sottoposto Salvini, lui sì poco meno che idolatrato per molto tempo. C’è qualche ex militare che si presenta col basco amaranto della Folgore, quelli che Vannacci chiama i “camerati”.
[…] Altro piccolo particolare: parlamentari e consiglieri regionali della zona non si fanno vedere. Gli organizzatori della festa di Isola e Valle San Martino, militanti sin dai tempi di Umberto Bossi, porgono la maglietta verde old style con l’Alberto da Giussano a Vannacci, photo opportunity e sorrisi, il generale sospeso resta comunque in camicia e con l’inseparabile zainetto, c’è un collegamento con Rete 4 da onorare.
Dopodiché quel che aleggia da tempo, e lo sanno anche i fornelli che scaldano l’acqua per i casoncelli bergamaschi, è che il generale lavori parallelamente a un soggetto politico tutto suo. Essere stato il secondo politico più votato dopo Giorgia Meloni alle scorse Europee è abbastanza per coltivare sogni di gloria senza bisogno di stare sotto padrone, politicamente parlando, cioè il vicepremier e leader della Lega.
Vannacci per ora fa buon viso a cattivo gioco ed esattamente come faceva quando non era certo che si candidasse — e a tutti però era chiaro che si sarebbe buttato — adesso smentisce lasciando spazio alle ambiguità. «Le Politiche del 2027? I generali sono abituati a guardare avanti, ma ora non posso dire di avere un piano», spiega.
Che può voler dire tutto e il contrario di tutto: «Da bravo incursore mi lascio aperta qualsiasi strada, oggi comunque sono eletto nella Lega e i miei valori sono condivisi da questo partito, altrimenti non mi avrebbero candidato», Poi: «Nonmi sono mai fatto tenere dentro un contenitore, non sono fluido ma solido, ho i miei valori che non cambiano».
Il resto è il solito repertorio vannacciano, a partire dallo sfacciato esibizionismo di ignoranza storica («La strage di piazza le Loreto? Non ne so nulla...») pur di non esprimersi sulle celebrazioni milanesi di ieri in memoria dei quindici partigiani trucidati dalle Brigate Nere di Ettore Muti. […]