1. IL VATICANO È UN PAESE DI 500 LAVANDAIE. E SE C’È UNA COMARE SUPREMA È PROPRIO IL PAPA
2. GIA' QUANDO ERA IN ARGENTINA AVEVA UN FILO DIRETTO CON LO SPAGNOLO FRANCISCO LADARIA FERRER CHE GLI SVELAVA LE MALDICENZE DELLA CURIA ROMANA SULLA SUA PERSONA
3. CESTINATA L’ERA DELLA “CONFIDENTE” IMMACOLATA CHAOUQUI, SILURATO IL CAPO DELLE SPIE DOMENICO GIANI, NEL CERCHIO MAGICO DEL PAPA BRILLA LA VATICANISTA CIELLINA STEFANIA FALASCA, DETERMINANTE AL PUNTO CHE A LEI SI DEVE LA SCELTA DELLE NOMINE PIÙ ESCLUSIVE
4. NEL CIRCOLO DEL TAGLIA & CUCI DI BERGOGLIO SIEDONO IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ LATERANENSE, VINCENZO BUONOMO, NOTO NARRATORE DI CHIACCHIERE DI SACRESTIA, IL GESUITA ANTONIO SPADARO (’LA CIVILTÀ CATTOLICA’’), MONS. MARCO MELLINO E L’ARCIVESCOVO FRANCO MASSARA CHE, CON I SUOI GUAI GIUDIZIARI, HA DATO GROSSI DISPIACERI AL PONTEFICE
IL PAPA: “BASTA CHIACCHIERICCIO NELLA CHIESA, È UNA PESTE PIÙ BRUTTA DEL COVID”
di Fabio Beretta https://www.ilfaroonline.it/2020/09/06/il-papa-basta-chiacchiericcio-nella-chiesa-e-una-peste-piu-brutta-del-covid/361981/
"Le chiacchiere chiudono il cuore della comunità. Il grande chiacchierone è il Diavolo che sempre va dicendo le cose brutte degli altri. Perché lui è un bugiardo che cerca di disunire la Chiesa, allontanare i fratelli e non fare comunità. Facciamo lo sforzo di non chiacchierare. Il chiacchiericcio è una peste più brutta del Covid. Facciamo uno sforzo: niente chiacchiere".
Papa Francesco torna a mettere in guardia i credenti dalle male lingue e dal "vizio" delle chiacchiere. In passato aveva paragonato il pettegolezzo a veri e propri atti di "terrorismo" perché "distrugge tutto e soprattutto distruggono il tuo cuore, che diventa arido. E' come lanciare una bomba". Oggi, affacciandosi in piazza San Pietro per la preghiera dell'Angelus, lo paragona a una malattia peggiore del coronavirus.
20 ottobre 2019 - PAPA FRANCESCO: “CHIACCHIERE E PETTEGOLEZZI INQUINANO”
“Siamo chiamati ad avvicinarci a Dio e agli altri: a Dio, l’Altissimo, nel silenzio, nella preghiera, prendendo le distanze dalle chiacchiere e dai pettegolezzi che inquinano“: solo le parole di Papa Francesco, pronunciate in occasione dell’omelia della messa per la Giornata Mondiale Missionaria.
2 settembre 2013 - PAPA FRANCESCO - MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE: LA MINACCIA DEL PETTEGOLEZZO
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 200, Lun. - Mart. 2-3/09/2013)
La lingua, le chiacchiere, il pettegolezzo sono armi che ogni giorno insidiano la comunità umana, seminando invidia, gelosia e bramosia del potere. Con esse si può arrivare a uccidere una persona. Perciò parlare di pace significa anche pensare a quanto male è possibile fare con la lingua.
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Si potrebbe chiudere così, col noto motto di origine medievale, l’insistenza al limite dell’ossessione del Papa nel condannare il pettegolezzo: “excusatio non petita, accusatio manifesta” (vale a dire, “scusa non richiesta, accusa manifesta”). Magari recuperando la famosa battuta del compianto monsignor Marcinkus, uno che la Santa Sede la conosceva benissimo: “Il Vaticano è un paese di 500 lavandaie”.
Tramontati i tempi di Ratzinger, un pontefice che al minimo accenno di gossip, parole scortesi o di vociare coatto faceva un secco inchino e girava i tacchi, con l’approdo di Jorge Bergoglio sul sagrato di Pietro dicerie, pettegolezzi, maldicenze hanno preso il sopravvento. E se c’è una comare suprema, golosissima di storielle, è proprio il gesuita argentino.
Tant’è che quando era in Argentina aveva un filo diretto con lo spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer che gli svelava il chiacchiericcio intorno alla sua persona da parte della Curia romana. Una volta diventato vicario di Cristo in terra, Bergoglio ha ricompensato Ladaria promuovendolo da segretario del Sant’Uffizio a prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che è il dicastero più importante della Chiesa. Nomina che ha portato al pensionamento anticipato, tra polemiche, del cardinale Gerhard Müller e all’allontanamento dei quattro suoi collaboratori, i più stretti e preparati.
Per essere sempre ben aggiornato su pettegolezzi e maldicenze della Curia, Jorge Mario Bergoglio ha nominato il fedelissimo monsignor Giacomo Morandi a numero due della Congregazione per la dottrina della fede. Che si è fatto notare per aver scritto una lettera che invitava i vescovi di non cestinare le missive anonime, meglio archiviarle, non si sa mai..
Cestinata l’era della “confidente” Immacolata Chaouqui, silurato il capo dell’Intelligence del Vaticano Domenico Giani, nel cerchio magico del Papa brilla la vaticanista ed editorialista di ‘’Avvenire’’, la ciellina Stefania Falasca. Al suo fianco c’è il marito Gianni Valente, giornalista dell'Agenzia Fides che collabora con il sito "Vatican Insider’’ de ‘’La Stampa’’ e con la rivista di geopolitica ‘’Limes’’.
Molto si favoleggia sull’influenza della Falasca su Bergoglio, determinante al punto che a lei si deve la scelta delle nomine più esclusive (ormai sono anni che la designazione dei vescovi italiani non passa più per la Congregazione della Curia) come di bruschi allontanamenti che hanno suscitato risentimenti e veleni.
Autrice di diversi libri, tra cui “La smemoratezza di Dio, papa Francesco conversa con Stefania Falasca”, nel 2017 la Piemme edita ‘’Papa Luciani. Cronache di una morte’’. Un volume che avrebbe fatto incavolare monsignor Enrico Dal Covolo, all’epoca Rettore della Pontificia Università Lateranense nonché postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I.
Nel suo libro la Falasca, che è vicepostulatrice della causa di beatificazione di Papa Luciani, avrebbe incluso testimonianze secretate sul processo di beatificazione. E comunque contravvenuto alla norma che impedisce ai postulatori di lucrare su quello che apprendono durante il processo.
Risultato della diatriba: dal 15 gennaio 2019 l’illustre filologo di fama internazionale Dal Covolo si deve accontentare di ricoprire la carica di assessore del Pontificio comitato di scienze storiche. Al suo posto, come Rettore dell’Università Lateranense, siede il prof. Vincenzo Buonomo, un ex seminarista, noto raccoglitore e narratore di chiacchiere di sacrestia.
Nel cerchio magico di Bergoglio non poteva mancare il gesuita Antonio Spadaro all'anagrafe Antonino, giornalista, teologo, critico letterario e accademico italiano, attuale direttore della rivista ‘’La Civiltà Cattolica’’ e mons. Marco Mellino segretario aggiunto del Consiglio di Cardinali e membro del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Che cosa raccontano al Papa? Sono in tanti nella Chiesa Italiana e nella Curia che, leccandosi le ferite della loro caduta in disgrazia, si dicono: “ah, saperlo!”.
La nomina nel 2018 del fidato Franco Massara ad arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e in seguito nominato anche amministratore apostolico della diocesi Fabiano-Matelica, ha invece dato molti dispiaceri al Papa per essere finito nell’inchiesta del magistrato Gratteri chiamata ‘’Scott-Rinascita’’ sulla ’ndrangheta vibonese.
Da quanto emerge dalle oltre mille pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip distrettuale Barbara Saccà a carico di 334 indagati - ricostruisce la Gazzetta del Sud -, sul finire dell’agosto del 2017 una riunione si sarebbe addirittura svolta a casa del parroco di Limbadi a cui avrebbero preso parte il “supremo” Luigi Mancuso.
All’epoca a guidare la parrocchia del centro del Vibonese “feudo” dei Mancuso era don Franco Massara (il quale non risulta tra le persone indagate) che si era insediato cinque mesi prima. E non è un caso che Bergoglio abbia ricevuto in udienza privata il 13 giugno 2020 Federico Cafiero de Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
A proposito di guai giudiziari. Nel 2015 l'Istituto per le Opere dei Religione (Ior) incaricò Paola Severino, avvocato rinomato ed ex ministro della Giustizia nel governo Monti, delle questioni di tipo penale. Era successo che il Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano, Gianpiero Milano, aveva aperto un'indagine penale nei confronti dell'ex presidente dello IOR Angelo Caloia e dell'ex direttore generale Lelio Scaletti in merito ad un'ipotesi di peculato per operazioni immobiliari avvenute nel periodo 2001-2008 per 23 milioni di euro.
Ebbene, sembra che la somma Severino, scaduto il suo mandato di consulenza, sia stata rimpiazzata da un avvocato calabrese alle prime armi, grazie al fatto di essere nipote del cuoco pasticciere che ogni mattina prepara la colazione a Casa Santa Marta a Bergoglio…