Fabio Martini per “la Stampa”
Oramai da 4 anni lavora a tempo pieno alla Thomas Jefferson University and Health di Filadelfia come chirurgo e come Executive Vice President, ma il professor Ignazio Marino non ha mai "staccato" da Roma («torno periodicamente e ogni mattina alle 5,30 leggo le diverse rassegne stampa») e davanti allo stallo di idee e candidati in vista delle elezioni della prossima primavera, il "marziano" conferma la sua vocazione con un giudizio spiazzante sul tentativo in atto da parte del Pd e dei Cinque stelle di indurre la sindaca a farsi da parte:
«Purtroppo Roma è finita nella palude, ma credo che Virginia Raggi, come ogni amministratore al primo mandato, abbia il diritto di essere valutata dagli elettori. Un diritto che il Pd, che aveva scelto il sindaco col metodo delle Primarie, ha voluto negare al sottoscritto. Preferendo il notaio agli elettori».
I due partiti di governo stanno cercando un candidato comune: fanno bene ad allearsi? E a Roma serve un sindaco "simpatico" in sintonia con lo spirito del tempo o la città ha bisogno di cure choc?
«A Roma serve un sindaco totalmente autonomo dai partiti. Abbiamo visto com' è finita con un sindaco che non voleva essere controllato dal Pd, figurarsi cosa potrebbe accadere con un sindaco che fosse controllato da due partiti, dal Pd e dai Cinque stelle. Prima dovrebbero trovare un accordo dentro le loro stanze e poi trasmetterlo al sindaco che a sua volta si dovrebbe attenere a quegli accordi. Tutto il contrario di quello che servirebbe: trasparenza e creatività, innovazione».
maria elena boschi ignazio marino
Carlo Calenda è dotato di una vis polemica inesauribile ma da ministro e da ambasciatore in silenzio studiava dossier e li realizzava: le pare abbia il profilo giusto per fare il sindaco?
«Non lo conosco personalmente e penso che l' approccio di studio sia, non fondamentale, ma essenziale».
Un consiglio a Calenda: deve partecipare al rito delle primarie?
«Non ho abbastanza elementi per poter esprimere un giudizio, ma in base alla mia esperienza lo sconsiglierei».
Scusi, ma lei le primarie non le ha vinte? Perché sconsiglia Calenda?
«Credo che sia stato dimostrato che le primarie del Pd convenga perderle! Tutti ricorderanno che io staccai Sassoli e Gentiloni e mi sembra che abbiano avuto grandi occasioni di avanzamento nella carriera!».
ignazio marino papa francesco bergoglio
Professore, dica la verità: mai venuta la tentazione di iscriversi alla gara per il Campidoglio?
«Ho dimostrato di aver voluto fare lo straordinario mestiere di sindaco di Roma con tutte le mie risorse e i miei limiti, immaginando nuovi percorsi e cambiamenti radicali rispetto al passato. Probabilmente per questo sono stato allontanato. Ancora oggi, se ho un rammarico, è quello di non aver fatto tutto di testa mia. Ma penso che non siano cambiati gli interlocutori.
Chiunque sarà eletto, purtroppo, temo dovrà fare i conti con un dato di fatto: a Roma alcune aree strategiche sono controllate da gruppi di potere che utilizzano i partiti - o forse si utilizzano a vicenda - per raggiungere i propri obiettivi, non quelli utili alla capitale».
ignazio marino presenta il suo libro 8
Ma se proprio si faranno le primarie, lei voterà?
«Se ci saranno e io sarò in grado di partecipare, voterò per il professor Giovanni Caudo, un uomo che ha la visione urbanistica più completa e ha vissuto e compreso le difficoltà di amministrare Roma».
Un sindaco senza tessera potrà fidarsi del Pd di Zingaretti più che lei con Renzi?
«Non credo ci siano significative differenze in un partito nel quale comandano più i capicorrente che i segretari».
Come è cambiata Roma in questi 5 anni?
«Devo dire che purtroppo il termine più idoneo è quello che suona molto bene in inglese: stagnation. Mi sembra che tutto si sia drammaticamente fermato. Dalla corsa per le Olimpiadi, che hanno un valore finanziario di diversi miliardi di euro, ci si è ritirati nonostante le buone chances di poterle ottenere. Dello Stadio della Roma non è stata posta ancora la prima pietra.
ignazio marino presenta il suo libro 5
In Acea, che ha un fatturato superiore ai 4 miliardi di euro l' anno, dove avevamo scelto un team che aveva triplicato il valore delle azioni in 28 mesi, il nuovo "dream team" sta affrontando problemi giudiziari non indifferenti. Sui rifiuti, non solo non si è adottato il piano approvato dal Consiglio comunale, non solo quel piano non è stato sostituito con uno alternativo, ma abbiamo trovato la raccolta differenziata al 20 per cento, l' abbiamo lasciata a circa il 45 per cento e oggi siamo a circa il 45 per cento».
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