I VELENI DI FERRONI - SARÀ PAOLO VERDONE, E NON IL PADRE, A TENTARE UN GIORNO LA SCALATA AL CAMPIDOGLIO? IL FIGLIO DI CARLO, CLASSE 1987, SI È FATTO APPREZZARE SEMPRE DI PIÙ COME “CONSIGLIERE” DI FRANCESCHINI AL MINISTERO DEI BENI CULTURALI, E ORA NELLE PRESENTAZIONI DEI CONVEGNI VIENE INDICATO COME… - IL SIGARO TOSCANO NELLA FICTION SU PANNELLA - SALINI RACCONTA “WEBUILD”
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Gianfranco Ferroni per “Il Tempo”
IL FIGLIO DI VERDONE FA CARRIERA AL MINISTERO PER I BENI CULTURALI
“Qui i giovani fanno carriera”, dicono al Mic, il ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini.
L’affermazione si riferisce, in particolare, a Paolo Verdone, figlio di Carlo. Classe 1987, aveva ottenuto una nomina a “consigliere del ministro”, due anni fa, per le “politiche territoriali e di coesione”. Il classico rapporto di collaborazione coordinata e continuativa originato dal “rapporto fiduciario” con il ministro Franceschini, con un trattamento economico “di livello dirigenziale non generale” (ovvero, 65 mila euro lordi).
Nel frattempo Verdone jr si è fatto apprezzare sempre di più nella ‘stanza dei bottoni’ di via del Collegio Romano (anche per la perfetta conoscenza della lingua tedesca, grazie agli studi conseguiti nella Scuola Germanica di Roma): ora nelle presentazioni dei convegni viene indicato come “direttore Servizio III Relazioni Internazionali del Segretariato Generale” oltre che “dirigente Servizio VI Eventi, mostre, e manifestazioni”, sempre sotto lo sguardo vigile (e premuroso) di Salvatore Nastasi.
Secondo alcuni sarà lui, Paolo, e non il padre Carlo, un giorno, a tentare la scalata al Campidoglio. Vedremo. Intanto, si occupa della “cura della procedura per il conferimento del titolo di Capitale italiana della Cultura”, come sottolinea nel suo curriculum. Un riconoscimento da tutti definito ambitissimo per valorizzare un territorio.
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PNRR, ABRAVANEL CONTRO DRAGHI
“L’università deve cambiare”, dice Roger Abravanel. Dalle pagine della rivista “Changes” pubblicata da Unipol (il gruppo guidato da Carlo Cimbri), il “director emeritus McKinsey” su questo tema boccia il Pnrr di Mario Draghi.
Quali sono le parole di Abravanel? Che l’Italia è ferma da 40 anni, e il problema nazionale è costituito dal fatto che “i giovani sono pochi. Probabilmente non abbastanza per trasformare una società dominata dalle generazioni mature, che non sembrano volersi rassegnare a lasciare loro spazio”.
In questo contesto, “la laurea deve trasmettere le soft skills necessarie a inserirsi nel mondo del lavoro. Si tratta di un cambiamento che però è molto difficile da realizzare per l’opposizione della maggioranza dei docenti universitari che sono contrari alla competizione e che non accettano che meritocrazia voglia dire in primo luogo proprio questo: competizione per l’eccellenza. Purtroppo il Pnrr non incide in tal senso”. Amen. Cosa dirà Mario Draghi?
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PIETRO SALINI RACCONTA WEBUILD
“L’infrastruttura è essenziale per lo sviluppo socio-economico. La stessa etimologia di questa parola ci fa subito pensare al nostro vivere comune, alle grandi opere che permettono alle persone di cambiare le loro vite, che cambiano il destino di intere comunità, e gli danno uno strumento per andare oltre le loro frontiere”: parole di Pietro Salini, ceo di Webuild che ha promosso un grande libro per raccontare gli straordinari cantieri del gruppo Webuild nel mondo, uno strumento per raccontare l’evoluzione della società attraverso una esperienza fatta di oltre 80 mila km di strade, quasi 14 mila km di ferrovie e metro, 2.300 km di tunnel, quasi mille km di ponti e 313 dighe ed impianti elettrici.
È il viaggio di “Building Sights. A Journey through contemporary infrastructure”, libro pubblicato dal gruppo Webuild, edito da Rizzoli, che raccoglie gli scatti del fotografo Edoardo Montaina, universalmente riconosciuto come il migliore professionista nel settore dell’interpretazione visiva delle storie aziendali.
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PANNELLA, FICTION RAI CON SIGARO TOSCANO
Presto sugli schermi Rai apparirà il docufilm di Mimmo Calopresti dedicato alla storia di Marco Pannella.
Andrea Bosca, che interpreta il leader radicale, è entrato alla perfezione nel ruolo del politico più anticonformista di sempre: l’immagine con il sigaro toscano in mano rende con efficacia la memoria che abbiamo tutti di Pannella, che entrava anche negli studi televisivi munito di accendino, sigari e sigarette, pronto a sfruttare pure un breve momento di sospensione per poter fumare, per la preoccupazione dei tecnici.
A Radio Radicale, nelle sue dirette con Massimo Bordin, non c’erano problemi: sembrava di stare in Val Padana, con il fumo che diventava quasi nebbia, con gli inevitabili colpi di tosse.